Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/04/2022 Qui - Esempio ideale dei pregi e difetti del cinema horror italiano di quel
periodo che nel bene o nel male era legato al nome di Dario Argento come
regista e produttore. I pregi senza dubbio è la regia di Michele
Soavi che conferma il talento, seppur solo in parte espresso, nel comunque non memorabile
Deliria. Oltre a
delle buone riprese, mette a frutto le atmosfere suggestive dalla chiesa
e il livello degli attori pur non essendo nulla di trascendentale, è
meno scarso del solito (anche il prologo, ambientato nel Medioevo, non è
malaccio). I difetti stanno in una sceneggiatura che
regge bene nella prima parte, apportando anche qualche piccolo elemento
fantasy ben amalgamato, ma che mostra la corda nella seconda in cui
tende a creare le premesse simili a Dèmoni di Lamberto Bava, senza
peraltro
svilupparle appieno. In poche parole tutto diventa più confuso e c'è un
impantanamento generale in situazioni e personaggi al quale il finale
cerca di mettere una pezza. Il film conserva comunque un grande fascino, grazie all'estetica, agli
ottimi effetti speciali e alle varie citazioni artistiche e letterarie
che ne rendono molto gradevole la visione. In conclusione, un buon film horror con
qualche punto debole e qualche buco temporale qua e là. Voto: 6+
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