venerdì 8 febbraio 2019

The Danish Girl (2015)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/09/2016 Qui - The Danish Girl, controverso e delicato film del 2015 diretto da Tom Hooper (Les Misérables e Il discorso del re) che si avvale di un cast di livello, da Eddie Redmayne ad Alicia Vikander, da Ben Whishaw a Matthias Schoenaerts, per raccontare il dramma umano e sociale nella Danimarca di inizio '900, quello Einar Wegener, una delle prime persone a essere identificata come transessuale e la prima a essersi sottoposta a un intervento chirurgico di riassegnazione sessuale. Il film infatti, liberamente ispirato alle vite dei pittori danesi Lili Elbe e Gerda Wegener, adattamento del romanzo La danese (The Danish Girl), scritto nel 2000 da David Ebershoff,  racconta di un pittore danese, (che sente prorompere in sé una natura femminile), pioniere del transgender che da Copenaghen (quando le problematiche sull'identità di genere venivano viste esclusivamente come patologie o, peggio, veri e propri casi di schizofrenia) arriva fino a Dresda per coronare il sogno di diventare donna. Aiutato e supportato attraverso molte difficoltà da una moglie da cui è sempre meno attratto, Einar conscio che quella che intende provare è un'operazione mai tentata prima e dai rischi immani, decide ugualmente di tentare poiché l'idea che muove il personaggio è chiara, piuttosto che rimanere se stessi nel corpo di qualcun altro, meglio la morte. Il messaggio del film invece non lo è altrettanto, così preso a rimanere equilibrato tra il dipinto agiografico di un pioniere dell'omosessualità e la condanna ad una medicina rozza ed incapace, in cui solo un coraggioso dottore ripudiato dalla scienza ufficiale capisce la tragedia interiore del protagonista. La parte migliore del film è la prima, quando la vera natura di Einar si palesa prima per scherzo, e per la complicità involontaria della moglie Gerda (una splendida Alicia Vikander), poi sempre più consapevolmente per entrambi i coniugi, con una metabolizzazione della nuova realtà infarcita di paura mista ad amore incondizionato.
Perché The Danish Girl è non solo e non tanto un film sulla transessualità, quanto una storia d'amore di grande forza emotiva, con due drammi ugualmente potenti sotto gli occhi dello spettatore, quello dell'uomo che soffre sentendosi nel corpo sbagliato e lotta fino a rischiare la vita per realizzare la possibilità di essere se stesso, e quello ancor più vivo e drammatico della donna che ama quell'uomo e, pur di accontentarlo nella realizzazione del suo sogno, si sacrifica rinunciando a se stessa e alla realizzazione della propria femminilità. Un film perciò bello, intenso e potente, ma nonostante ciò, e nonostante la notevole fotografia e il difficile tema, non mi è piaciuto tanto, non tanto per l'argomento personalmente non interessante quanto per la noia, perché a parte qualche scena non mi ha coinvolto più tanto, la sceneggiatura non ha picchi, emoziona certo (anzi, emoziona più per quello che dice che per quello che mostra), ma per via di un soggetto che unisce amore, ribellione, morte. Ma tant'è che qualsiasi film come questo che sponsorizza diritti e libertà individuali va sempre difeso, perché grazie all'ineccepibile confezione di una pellicola politicamente corretta ed adatta ad un pubblico vasto, resta un film da vedere. Una pellicola comunque commovente ed empatica, che nonostante una regia piatta, che si limita ad accompagnare la bravura degli attori, riesce a rendere The Danish Girl un film indimenticabile. Bisogna in ogni caso sottolineare la prova eccellente di Eddie Redmayne, che abbiamo imparato a conoscere quale finissimo camaleonte, un trasformista capace di passare da un astrofisico tetraplegico contemporaneo (film La teoria del tutto, visto recentissimamente) ad un inconsapevole omosessuale di un secolo prima, con la medesima disinvoltura. Senza dimenticare Alicia Vikander, non meno brava nel tratteggiare con partecipe sensibilità il dramma della moglie innamorata. Insomma un film storicamente, visivamente interessante ed emozionante, che nonostante non convinca, è imperdibile. Voto: 6,5