Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 19/09/2016 Qui - Romeo & Juliet è l'ennesima trasposizione (come se fosse ancora necessaria) di una delle più note ed appassionanti tragedie Shakespeariane, la storia d'amore più bella di tutti i tempi (anche se io non sono mai stato d'accordo con questa affermazione visto il finale). Ovviamente il film che ripropone questo celeberrimo dramma, presenta alcuni piccoli adattamenti in quanto liberamente tratto dall'opera originale. La pellicola del 2013, infatti, diretta da un regista italiano Carlo Carlei, e sceneggiata dal premio Oscar Julian Fellowes (Gosford Park) riprende alla base il romanzo, forse troppo dato che sembra di assistere ad una pièce teatrale (quasi musical) e non ad un film, ma certe piccolissime innovazioni introdotte nella vicenda stonano un pochino. Questo perché la sceneggiatura invece di soffermarsi alla narrativa e al modo di appassionare e coinvolgere è più attenta alla superficie formale e dunque indotta verso una trasposizione troppo di maniera ed estetizzante. E dunque va bene, fino ad un certo punto, puntare sulla bellezza ultraterrena di attori ed attrici, anche se Hailee Steinfeld appare più appassionata e coinvolta (più che in Ten Thousands Saints) che il solo unicamente appariscente suo partner-bambolotto Douglas Booth, che al contrario pare impegnato unicamente a sfilare in passerella, ma poi la contesa tra due famiglie che rende irraggiungibile il sogno di un amore assoluto che sostituisce i capricci e le naturali ritrosie giovanili, si svilisce in una mera vuota fiera della vanità e del capriccio. In ogni caso la regia è diretta e rappresentata in maniera egregia ma solo l'ambientazione cinquecentesca con delle pregevoli location è l'unico elemento ad elevare un film altrimenti piatto, in cui tutti gli elementi dell'opera di Shakespeare, poetici, ironici o drammatici, risultano semplificati e banalizzati.
Ma a parte questo non sarebbe neanche un brutto film, se non fosse per due difetti che rendono molto difficile apprezzarlo, uno è che la storia di Romeo e Giulietta è già stata rappresentata più volte al cinema con risultati migliori, e l'altro è un pessimo lavoro di casting. Non solo i due protagonisti comunque minimamente credibili grazie alla loro giovane età nonché avvenenza fisica, ma anche per il grande cast di contorno, spesso fuori parte e che in ogni caso non riesce a risollevare il pur dinamico film di Carlei da una maniera e da una stucchevolezza che fanno rimpiangere senza scrupoli le formali, ma anche puntuali e corrette riduzioni Zeffirelliane troppo spesso frettolosamente bollate come esteticamente ridondanti e calligrafiche, frutto invece di una passione più viscerale e colta di quella che si intravede in questo puro calcolo commerciale laccato e iper-calligrafico. Un cast che comprende davvero grandi nomi, Stellan Skarsgard (principe di Verona), Natasha McElhone (Lady Capuleti), Laura Morante (Lady Montecchi), Ed Westwick (Tebaldo) e infine, anche se questa volta non c'è un duro faccia a faccia come in Billions, di Paul Giamatti (Frate Lorenzo) e Damian Lewis (Lord Capuleti). Insomma, una realizzazione mediocre ma di tutto rispetto che richiama alla lontana, seppure ovviamente non la eguagli, anzi, molto meno, quella del capolavoro del 1968 di Franco Zeffirelli. In definitiva però nonostante il film riproponga una storia sicuramente d'altri tempi e sempre toccante e suggestiva, non convince e non emoziona, che non consiglio di vedere se non agli amanti del genere. Voto: 5,5