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venerdì 31 gennaio 2025

I film del mese (Gennaio 2025)

Post pubblicato su Pietro Saba World il 31/01/2025 Qui - A farla da padrone in questo primo mese cinematografico dell'anno due piattaforme, quella di Sky e di Mediaset. Da quest'ultima, tramite l'abbonamento Infinity Plus, ho visto (penso record assoluto) ben 5 film, visti consecutivamente nelle ultime settimane. Cominciando da Twisters, in programma dal 27 dicembre scorso al 2 gennaio, Beetlejuice Beetlejuice, dal 3 al 9 gennaio, Super/Man: The Cristopher Reeve Story, dal 10 al 16 gennaio, Buffalo Kids, dal 17 al 23 gennaio, e Trap, dal 24 al 30 gennaio. Tra l'altro i primi quattro torneranno disponibili a febbraio. Ho visto poi un film anche da RaiPlay, ovvero Lunana, candidato per il miglior film internazionale agli Oscar del 2022, ed a proposito, altri due film candidati agli Oscar rispettivamente nel 2021 e nel 2024 e sempre nella categoria miglior film internazionale ho anche visto. Tra i dodici film di Sky ecco infatti L'uomo che vendette la sua pelle e soprattutto La zona d'interesse. Quest'ultimo non solo è l'unico ad averlo vinto quel premio, è il film scelto di vedere per la Giornata della Memoria, immancabile appuntamento della mia agenda cinematografica. Infine nel primo "Angolo Vintage" di quest'anno troviamo due film del maestro Guillermo Del Toro, non sono riuscito a trovare il suo primo cosicché ho visto i due successivi al suo esordio che ancora mi mancavano. Tra l'altro Mimic tuttora disponibile alla visione su Paramount Plus (La spina del diavolo invece l'ho visto in streaming). Uno speciale che chiude una lista di film sorprendenti, di pellicole interessanti.

[Infinity Plus] Twisters (Azione/Thriller 2024) - Un film che, nonostante non raggiunga le vette dell'originale, riesce a intrattenere piacevolmente. Segue le regole del legacy remake cercando di recuperare la scintilla che ha reso il primo "Twister" un classico. Il film (del regista di Minari) offre una narrazione avventurosa ed esperienze visive spettacolari. La sceneggiatura, sebbene semplice, denuncia la speculazione e lo sfruttamento delle disgrazie altrui, promuovendo empatia e solidarietà civile. Gli attori fanno del loro meglio, però niente di che. In conclusione, "Twisters" può essere considerato un disaster movie godibile, con qualche difetto, ma nel complesso riuscito. Voto: 6

[Sky] Finalmente l'alba (Storia/Dramma 2023) - Negli anni '50, una giovane ragazza viene scelta durante un casting. Il film esplora l'ingenuità che si scontra con la crudeltà del Cinema. Anche se il soggetto non è nuovo, sarebbe stato preferibile ridurne la durata. La ricostruzione ambientale è impeccabile, ma manca di sostanza e lascia un'impressione di vacuità (Saverio Costanzo ha fatto di meglio). Le vicende della protagonista evaporano come il cinema neorealista, senza lasciare traccia. Il caso Montesi è solo accennato e il finale moderno è una scelta discutibile. I personaggi sono estremamente caricaturali e alcuni non convincono. Un budget stellare sprecato. Voto: 5

[Sky] Maigret (Giallo/Dramma 2022) - Gerard Depardieu veste bene i panni di un Maigret dimesso e malconcio, ancora capace di fare il suo mestiere con i dovuti tempi. Tuttavia, il film risulta solo sufficiente, con un'indagine che presenta continui alti e bassi d'interesse. Nonostante la naturalezza delle interpretazioni, il ritmo lento fa sembrare che il tempo si fermi, nonostante la durata non sia eccessiva. In definitiva, un film corretto che avrebbe dovuto osare di più, forse per riverenza o paura. Voto: 6

[Infinity Plus] Beetlejuice Beetlejuice (Horror/Commedia 2024) - La scommessa di riproporre un personaggio di successo anni dopo è vinta da Tim Burton. Anche se la storia non è memorabile, come nel primo film (che ho visto prima di questo), il talento del regista emerge in modo controverso, colpendo positivamente per la capacità di mescolare gli stili con fluidità. Colonna sonora, scenografie ed effetti speciali sono ben riusciti. I nuovi personaggi e gli attori sono ben inseriti. Il film è piacevole e ritmato, senza troppe pretese, ma intrattiene. Jenna Ortega incide poco; Monica Bellucci, in stile vedova nera, parla pochissimo ma funziona. Un film godibile nel complesso. Voto: 6

[Sky] Il punto di rugiada (Dramma 2023) - Marco Risi cambia leggermente registro con questo film malinconico che contrappone due generazioni: i giovani, inizialmente insofferenti, e gli anziani, definiti "ospiti". L'atmosfera della casa di riposo facilita una certa empatia. Tuttavia, c'è uno squilibrio tra attori anziani e giovani, con i primi che hanno più spazio. Nonostante ciò, ci sono momenti toccanti come il Capodanno e la battaglia con la neve. Dino, interpretato da De Francovich, con la sua ironia e cinismo, dà il tono dominante al film. Un film sospeso tra divertimento e senso di morte, tra tenerezza e drammi familiari, poco considerato, ma una piccola perla. Voto: 6+

venerdì 16 dicembre 2022

Gunpowder Milkshake (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/12/2022 Qui - L'idea di base è piuttosto semplice: fare un action al femminile sulla falsariga di Kill Bill (con una protagonista invincibile), con elementi tipici del filone alla John Wick (con le bibliotecarie al posto degli hotel) o di un film a caso con Jason Statham. Questa produzione internazionale di marca in maggior parte francese (e distribuito da Netflix ma disponibile su Prime Video) raduna un buon cast e presenta una confezione di lusso ma il contenuto è scontato e non raggiunge i modelli di riferimento, non aiutato da una durata forse eccessiva (un'ora e cinquanta), e tuttavia non male davvero, anzi, è più da apprezzare per la linearità e la semplicità, e per l'uso quasi nullo di effetti speciali posticci. Tanti combattimenti corpo a corpo con le solite coreografie acrobatiche, tante sparatorie, un po' di sangue da fumettone pulp (musiche Top). Chi s'accontenta gode, ma guai ad aspettarsi di più. Voto: 6

sabato 30 aprile 2022

Jungle Cruise (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/04/2022 Qui - Prendete un'antica leggenda legata ai conquistadores, metteteci dentro situazioni tipiche di Indiana Jones e Pirati dei Caraibi, shakerate tutto freneticamente ed eccovi servito questo Jungle Cruise (che comunque s'ispira prevalentemente ad una celebre attrazione di Disneyland). La regia solida di Jaume Collet-Serra (abituato già a film d'azione come quelli già girati con Liam Neeson, Run All Night o L'uomo sul treno, ma non dimentichiamo Paradise Beach con Blake Lively) permette di avere un film dal ritmo serrato dall'inizio alla fine e ricco di momenti divertenti. La Disney sforna un prodotto accattivante che è anche politicamente corretto. Per fare questo sfrutta i grandi successi del passato e il carisma di Dwayne Johnson, perfetto per interpretare ruoli di questo genere (è affiancato da Emily Blunt nella ricerca del leggendario albero i cui petali possono curare qualsiasi ferita ed annullare ogni maledizione). Un po' troppa CGI qua e là, che crea un effetto a volte da videogame, ma nell'insieme l'operazione è riuscita. Riesce ad incarnare lo spirito del più classico dei film d'avventura, offrendo un intrattenimento e un interesse più che adeguato che è impossibile classificare come noioso o scialbo. Voto: 6

martedì 16 aprile 2019

Morgan (2016)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 15/12/2017 Qui - Una creatura artificiale dall'aspetto di una giovane e minuta adolescente può rappresentare sia un immane pericolo che un esperimento rivoluzionario nell'esordio dietro la macchina da presa (dopo alcune collaborazioni col padre) di Luke Scott, figlio del noto Ridley, qui produttore della pellicola. Il film Morgan (2016) infatti, come molti altri nel passato, ed altri ancora nel futuro, indaga sul rapporto uomo-macchina, alla luce delle nuove tecnologie, una macchina che è ormai molto difficile definire tale. Anche perché Morgan, frutto di un esperimento di bionanotecnologia, progettata e creata artificialmente in laboratorio con caratteristiche militari, con un'intelligenza superiore alla media e con la capacità di provare emozioni umane, è una bella ragazza adolescente che vorrebbe solo crescere e vivere come tutti. Tanto che il legame che si crea tra lei ed i suoi "creatori" va ben oltre il rapporto normale tra artefice ed artefatto, i membri dello staff "amano" difatti Morgan come una figlia, e si comportano con lei con profondo coinvolgimento emotivo ed empatico. Particolarmente coinvolti sembrano essere il neuroscienziato Simon Ziegler, portato in scena dal sempre efficace Toby Jones, la comportamentista Amy (Rose Leslie), e gli altri bioscienziati Kathy Grieff (Jennifer Jason Leigh) e la coppia Brenda e Darren Finch. Apparente distacco tutto scientifico, pare mostrare la responsabile del progetto dott.ssa Lui Cheng, che ad un certo punto Morgan chiamerà "Madre", portata in scena dalla sempre elegante Michelle Yeoh, mentre una totale indifferenza alla "creatura" viene dimostrata solo dal nutrizionista Skip Wronsky, degradato di fatto a cuoco del gruppo, ed indispettito anche per questo. Tutto pare filare liscio nel laboratorio interrato ed attorniato dalle splendide foreste dell'Irlanda, creatura e creatori appaiono una famigliola felice in vacanza, fin quando un incidente grave non rivela la vera natura di Morgan, che è quella per cui peraltro la multinazionale ha finanziato il progetto.

domenica 24 marzo 2019

Straight Outta Compton (2015)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 04/09/2017 Qui - Un bellissimo e se vogliamo anche ferocissimo affresco dell'America "del ghetto" e dei suoi ragazzi che crescono tra sparatorie, droga, scontri con la polizia e numerose gravidanze è Straight Outta Compton, film del 2015 diretto da F. Gary Gray. Il film infatti, che prende il nome dell'omonimo album del 1988, con il quale gli N.W.A. hanno fatto il loro debutto, ripercorre la rapida ascesa e l'altrettanto rapida caduta di uno dei gruppi simbolo dell'hip-hop, tra i più importanti esponenti del cosiddetto "gangsta rap", che parla della quotidianità nel ghetto, dello stile di vita delle bande di strada, di sesso, droga e violenza, e della brutalità delle forze dell'ordine. A Compton difatti, città-ghetto della Contea di Los Angeles, si incontrano i destini di tre ragazzi: Eric, detto Eazy-E, uno spacciatore che vuole uscire dal giro, Andre, detto Dr. Dre, un dj dal talento prodigioso che ha fretta di emergere ed O'Shea, detto Ice Cube, un rimatore straordinario. Tre ragazzi che quindi, ispirati dalla sofferenza a cui assistono quotidianamente nel ghetto, tra droga, delinquenza e abusi della polizia, formano il gruppo rap più estremo (e più importante negli anni anni a venire) in circolazione. D'altronde la musica (usata per dare voce a una generazione ancora in silenzio che vorrebbe ribellarsi allo strapotere abusivo della malavita) è l'unica valvola di sfogo per loro, il loro successo travolgente sarà perciò assicurato. Ma tutta la strada e la via di cotanto successo sconvolgerà però gli equilibri del gruppo, tra un manager che se ne approfitta e crescenti conflitti di ego, i problemi non mancheranno.

mercoledì 6 marzo 2019

San Andreas (2015)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 10/04/2017 Qui - Ammetto di avere una certa predilezione per Dwayne Johnson alias The Rock, credo anche di non aver mai nascosto questo, in ogni caso le aspettative per San Andreas, film catastrofico del 2015 diretto dal quasi sconosciuto Brad Peyton, autore non proprio eccelso, anzi, a stento si salva solo Viaggio nell'isola misteriosa (con lo stesso protagonista principale), erano abbastanza elevate, anche se ovviamente non m'aspettavo un capolavoro. Attese che purtroppo sono state, almeno in parte, disattese, anche se inaspettatamente questo film in ottica di genere è un film catastrofico onesto e ben fatto, certo, come opera filmica vale poco, resta il "divertimento". D'altronde il film dà quanto promette, perché nonostante una sceneggiatura come ovvio prevedibile, e nonostante si capisce che rimane un B-movie, dove le scemenze vanno anche loro fuori scala come le scosse, sia scemenze dette, che scemenze fatte, che scemenze scientifiche di vario tipo, San Andreas (che ovviamente si riferisce alla faglia di Sant'Andrea, ed essendo un catastrofico, si capisce che per Los Angeles ma soprattutto per San Francisco saranno cavoli amari) è un catastrofico più che sufficiente e fatto anche abbastanza bene. Difatti senza soffermarsi troppo sul comunque pessimo script di Carlton Cuse (Lost), se no non si capisce nulla, in questo film infatti ci si "godono" le catastrofi e le sfighe varie e si passano un paio d'ore, finita lì. Certo, per la qualità, se fossi andato al cinema sarebbero stati soldi sprecati, era consigliabile perciò (come ho fatto io) aspettare il passaggio tv, ed è così che l'ho visto.

giovedì 24 gennaio 2019

Romeo & Juliet (2013)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 19/09/2016 Qui - Romeo & Juliet è l'ennesima trasposizione (come se fosse ancora necessaria) di una delle più note ed appassionanti tragedie Shakespeariane, la storia d'amore più bella di tutti i tempi (anche se io non sono mai stato d'accordo con questa affermazione visto il finale). Ovviamente il film che ripropone questo celeberrimo dramma, presenta alcuni piccoli adattamenti in quanto liberamente tratto dall'opera originale. La pellicola del 2013, infatti, diretta da un regista italiano Carlo Carlei, e sceneggiata dal premio Oscar Julian Fellowes (Gosford Park) riprende alla base il romanzo, forse troppo dato che sembra di assistere ad una pièce teatrale (quasi musical) e non ad un film, ma certe piccolissime innovazioni introdotte nella vicenda stonano un pochino. Questo perché la sceneggiatura invece di soffermarsi alla narrativa e al modo di appassionare e coinvolgere è più attenta alla superficie formale e dunque indotta verso una trasposizione troppo di maniera ed estetizzante.  E dunque va bene, fino ad un certo punto, puntare sulla bellezza ultraterrena di attori ed attrici, anche se Hailee Steinfeld appare più appassionata e coinvolta (più che in Ten Thousands Saints) che il solo unicamente appariscente suo partner-bambolotto Douglas Booth, che al contrario pare impegnato unicamente a sfilare in passerella, ma poi la contesa tra due famiglie che rende irraggiungibile il sogno di un amore assoluto che sostituisce i capricci e le naturali ritrosie giovanili, si svilisce in una mera vuota fiera della vanità e del capriccio. In ogni caso la regia è diretta e rappresentata in maniera egregia ma solo l'ambientazione cinquecentesca con delle pregevoli location è l'unico elemento ad elevare un film altrimenti piatto, in cui tutti gli elementi dell'opera di Shakespeare, poetici, ironici o drammatici, risultano semplificati e banalizzati.