Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 17/09/2016 Qui - Maze Runner: La fuga (Maze Runner: The Scorch Trials) è una pellicola di fantascienza ambientata in un futuro distopico, e prende il nome dal romanzo La fuga: Maze Runner (The Scorch Trials) scritto nel 2010 da James Dashner, e sequel del film Maze Runner: Il labirinto, di cui avevo già parlato quasi un anno fa in questo post. Il film, del 2015 diretto da Wes Ball, lo stesso del primo capitolo, riprende esattamente da dove si era interrotto, con i protagonisti che erano riusciti dopo mille peripezie ad uscire indenne dal quasi mistico labirinto ma quello che già avevamo intravisto e che loro capiscono all'inizio del film è che quello era solo un primo test, Thomas era infatti convinto che la fuga dal labirinto avrebbe ridato la libertà a lui e ai compagni, ma invece era solo una prova e ora che ne sono evasi devono confrontarsi con la realtà, non prima però di un'altra evasione. Sembra infatti che da una prigione all'aria aperta i ragazzi siano finiti in una al chiuso, fatta di regole, una nella quale non sono liberi e di cui capiscono e sanno poco. Ci vorrà una fuga per trovarsi realmente nel mondo esterno e scoprire il motivo di tanta segretezza, tanti problemi e di un simile controllo. Ma a rendere più difficile la missione e l'attraversamento di una Terra devastata dalle radiazioni solari e da una malattia mortale, ci saranno le macchinazioni di un gruppo denominato 'cattivo', anche se le loro intenzioni non sono chiare. Maze Runner è sicuramente una delle saghe teen più atipiche, se nelle altre (Divergent/Insurgent e Hunger Games) le componenti fondamentali sono giocate con l'elemento amoroso e con la messa in scena di una società apparentemente perfetta ma con lati oscuri, nella saga di James Dashner tutta la tensione si deve a una "primitività" dell'ambientazione (il labirinto, un deserto post apocalittico) e alla quasi assenza dell'amore, comunque presente ma in maniera meno invadente. Il primo film proprio per questo mi era piaciuto tantissimo, anche per una certa originalità e anche per una certa maturità nelle sequenze, nelle immagini e nei dialoghi che sinceramente non mi aspettavo e ciò mi aveva sorpreso moltissimo, aspettavo perciò con ansia questo secondo capitolo ma invece questo sequel abolisce quasi totalmente ciò che c'era di buono nel primo capitolo. Spariti i labirinti infatti, vero (unico) punto di forza estetica, spettacolare del primo capitolo, cade anche ogni pretesa di originalità e iniziativa, crollano i sostegni distintivi di un'opera che così s'ammoscia appiattendosi pericolosamente nell'ammucchiata fantasy teen. Un pericolo che purtroppo la sceneggiatura non è riuscito ad evitare.
Il pericolo maggiore nel film sono invece i temibili 'spaccati', gli infetti che popolano la "Zona Bruciata", che sebbene rimangano piuttosto anonimi (il film praticamente non spiega niente di loro, neanche gli stadi della malattia se non in modo troppo poco abbozzato), restano comunque nemici degni di nota, veloci, pericolosi e spaventosi, più di una volta salterete dalla sedia in loro presenza e sono un passaporto per le scene d'azione migliori che salvano il film in calcio d'angolo. Perché quando l'azione o meglio le fughe finiscono, tutto rallenta o si ferma, e partono dialoghi da fare cadere le braccia. Certo questo secondo capitolo soffre come tutti gli altri della 'puntata di mezzo', interlocutoria, estemporanea, strumentale, né introduzione/presentazione né conclusione, poiché anche questa volta, anche in questo caso, sarà una maledizione, il finale non convince appieno (finale apertissimo per il terzo capitolo). Anche se sappiamo esattamente come si svolgerà, le parole di sfida lanciate dall'animoso protagonista già disegnano un quadro degli eventi e dei cliché a venire (sarà caccia, corsa, liberazione, vendetta, verità). Ma poco importa, ora quello che rimane di Maze Runner: La fuga è un passo monotono, un racconto a larghi tratto piatto e tedioso, sbrodolante, soprattutto nella prima (dilatata) parte. In cui persino una sequenza potenzialmente coinvolgente (almeno in senso spettacolare) come la tempesta di fulmini, annega nel mare magnum della mediocrità e dell'iter "progettuale". La narrazione infatti procede spedita (un livello dopo l'altro) per accumulo di rivelazioni sempre più "sconvolgenti", di nuovi misteri sempre più misteriosi, di nuovi compagni di cammino e nuovi cattivissimi nemici, di scomode realtà e fantasmi del passato, di tradimenti incredibili e incomprensibili azioni, mentre si scoprono, un pezzo alla volta, le fondamenta della natura delle cose, la vera verità, il grande disegno. Un tripudio perciò (confusionario) di robe già viste, alla maniera di ogni buon distopico teen-adult movie che si rispetti, zombie ovunque, infetti, eletti, esperimenti (per la "cura"), inganni, deserti, città desolate e rovine di edifici, giochi di potere, ragazzi ribelli, dialoghi banali, enigmatici alleati che forse non sono tali ma poi forse sì sul più bello, ognuno può tracciare le coordinate dell'opera di riferimento, e sono tante, War World Z, Io sono leggenda, I figli degli uomini, Hunger games, Divergent/Insurgent. In una scena, poi, ci sono i due grattacieli in rovina, con uno appoggiato all'altro, e i nostri che salendo su uno scendono dall'altro, scena già vista e rivista altrove come quella del vetro che si incrina (se toccato con la mano che lo sfiora, regge invece una lotta con lo zombie..) in discesa, vista in Jurassic Park.
Maze Runner: La Fuga è quindi, sicuramente un film pieno di difetti, un vero peccato se si pensa che cast e regista sono in splendida forma, tra le cose positive infatti di questo secondo capitolo non manca ancora una volta la regia pulita di Wes Ball, come nel primo capitolo quasi ogni scena è chiara e tutto quello che si vede sullo schermo scorre senza mai risultare pesante o confuso, non manca neanche la buona prova dei già noti protagonisti, Dylan O'Brien (Thomas, anche se ho trovato la sua recitazione finta, forzata e in più mi ha dato altamente fastidio il suo continuo gesticolare), Thomas Brodie-Sangster (Newt), Ki Hong Lee (Minho) e gli altri. Kaya Scodelario (Teresa) purtroppo è stata sfruttata poco e male. L'attrice è sicuramente espressiva e dal forte impatto scenico, ma stavolta la sua bravura si intravede solo di rado. La new entry che invece risulta più interessante è Jorge (ambiguo, bastardo, buono), interpretato da Giancarlo Esposito (il Gus di Breaking Bad e Tom Neville in Revolution), un personaggio risoluto e divertente, che vive solo grazie alla bravura dell'attore, non male neanche Aidan Gillen (Ditocorto in Game Of Thrones), la cui espressione sempre ambigua da il giusto tocco al suo personaggio. Senza dimenticare la giovane e bella Rosa Salazar (Brenda). Comunque a proposito di Game of Thrones, curiosa la compresenza di altri due attori rivenienti da lì, oltre all'anzidetto Gillen e a Thomas "Jojen Reed" Brodie-Sangster (già presente nel primo Maze Runner) fa la sua (bella) comparsa Nathalie "Missandei" Emmanuel, appare poco ma dovrebbe avere (si spera) un ruolo più rilevante nel prossimo episodio. Il tutto però in fondo, di una trama davvero esile (visto che dall'inizio alla fine del film si vedono solo questi ragazzi che corrono, gridano, saltano e corrono di nuovo, davvero banale e inconclusiva visto che in due ore e dieci approfondisce poco o nulla di quanto già detto dal primo capitolo, neanche la wckd e i loro fini), non mi ha disgustato, c'è molto ritmo, le fughe funzionano, come anche gli effetti visivi e speciali, talvolta immersivi e profondi, aspetto tecnico sonoro più che solido con musiche sempre adatte al contesto e una fotografia più calda rispetto al primo capitolo ma adatta all'ambientazione. Il finale comunque e nonostante il disappunto è buono, concitato, quando termina la cosiddetta fuga, che apporta un minimo di tensione e movimenta un po' azione e personaggi (dallo spessore esile di un foglio di carta straccia). Sono perciò del parere che sia comunque un secondo capitolo eccezionale, ricco d'azione e colpi di scena, diretto piuttosto bene con un ritmo ben calcolato, la noia viene respinta e lo spettatore rimane incollato alla poltrona (o divano, letto o sedia) fino alla fine. Alla fine infatti il giudizio è positivo, anche se mi sono trovato sia contento che deluso. Comunque il terzo finale capitolo dopo aver visto questo devo dire di aspettarlo con basse aspettative. In ogni caso una visione di questo secondo capitolo è d'obbligo per chi ha visto il primo, di piacere ai fan della fantascienza e dei futuri distopici, di voglia se si vuole immergere in questo mondo fantastico. Voto: 6