venerdì 8 febbraio 2019

Backcountry (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 01/09/2016 Qui - Film che riallacciandosi agli Animal Attacks, stavolta ne strani ne giganti, parla di un agghiacciante dramma uomo-natura, contro un ferocissimo orso. Backcountry, pellicola canadese del 2014 diretta da Adam MacDonald (al suo esordio dietro la macchina da presa dopo alcuni corti), è infatti ispirato e tratto alla vera storia di due escursionisti che nel 2005 andarono in campeggio e si trovarono alle prese con un orso bruno. Comunque anche se il regista ha giustamente cambiato la storia per i propri fini narrativi (opportunamente romanzati), i fatti sono molto diversi dalla realtà. Laddove a perire era stata la laureata di famiglia (la povera dottoressa Jaqueline Perry) qui invece a sopravvivere è una svampita avvocatessa che capisce troppo tardi di aver perduto per sempre l'uomo della sua vita. Lo scopo di questa vacanza in campeggio (lungo le rive di uno sperduto e suggestivo lago) è infatti quello di Alex (Jeff Roop) di chiedere in sposa Jenn (Missy Peregrym), ma purtroppo le cose non andranno come avrebbe voluto lui, e forse anche lei, sperato. Poiché i due, dopo un misterioso incontro con l'enigmatico Brad, e un piccolo battibecco escono dal percorso orientato (convinti di conoscere la strada, sopratutto Alex un escursionista esperto che rifiutandosi, con troppa sufficienza, di avere una cartina, basilare per sapersi orientare) di un parco nazionale tra i boschi dell'Ontario, si perdono nel bosco. Mai i guai non finiranno, perché senz'acqua ne cibo, persi, senza speranza si ritroveranno a tu per tu con un'orso affamato, dando così vita ad una nuova paura. I due perciò portano al limite la loro relazione già traballante, ma mentre Alex viene umiliato dalle forze della natura intorno a lui, Jenn trova una nuova forza interiore che la spingerà a non mollare perché solo uno di loro tornerà a casa vivo. Backcountry è un eco-vendetta, ma anche una storia d'amore crudele, la minaccia viene dalla natura, che prima incanta l'uomo con la forza evocativa e poi lo imprigiona come una tagliola, poiché dinanzi alla natura a volte valiamo veramente poco, quasi niente.

Comunque anche se può sembrare una storia già vista, la base di Backcountry non è malaccio, ma avrebbe potuto essere declinata in mille modi, dato che collocarlo nel genere horror sarebbe troppo, perché la pellicola di horror ha veramente poco (solo una scena anche se agghiacciante e orripilante), e invece il regista ha deciso di mantenersi su un sentiero troppo neutro, che non dà sufficiente spazio né all'azione né alla situazione. Bastava prendere una decisione un po' più netta tra commedia, film romantico e film d'azione, invece in mezzo tra un thriller e una drammatica realtà-finzione, non tutto convince. Facendo in questo modo infatti finisce per mettere fuori pista lo spettatore virando decisamente verso le tematiche più abusate di uno sconcertante confronto con la brutalità e la ferocia di un istinto di sopravvivenza in cui il più grande cacciatore del regno animale diventa la preda più ghiotta ed ambita di un plantigrado che ha il vantaggio di giocare in casa. Privo di particolari suggestioni scenografiche (giusto una vista dall'alto della policromia autunnale di una distesa di conifere), si avvale di una messa in scena che mette in risalto il terrore-panico dei due bravi e fotogenici protagonisti e l'implacabile ostinazione di un orso bruno nell'attenersi alle scrupolose prescrizioni di una sostanziosa dieta proteica, ma senza convinzione. La musica non sempre è azzeccata, come in generale il sonoro (troppe pause senza suoni), ma bisogna ammettere che il regista riesce a costruire un po' (troppo poca a parer mio) di tensione. Ma il problema non è tanto questo o l'ambientazione, ma la situazione. Brad (Eric Balfour) per esempio è chiaramente un idiota, dal momento che quello che fa non lo fa per nessun obiettivo particolare, in più scompare nel nulla e non avrà mai più un ruolo attivo nella vicenda, a che serviva quindi? E Alex che doveva essere l'esperto di sopravvivenza è in verità un normalissimo amante del trekking che ne sa, più o meno, quanto la fidanzata, niente. Andrebbe benissimo mettere persone comuni alle prese con la natura...ma che siano almeno persone comuni, qui difatti alcune delle loro scelte sono ingenue e insensate. Un altro problema è l'orso (comunque gestito benissimo per gli effetti speciali) mal gestito invece dal punto di vista della scrittura. Manca infatti un tema che colleghi le vicende dei personaggi, non voglio dire che debba esserci sempre per forza dietro chissà quale filosofia (il confronto tra uomo-natura e le sue divagazioni), ma qui non accade proprio nulla, di coinvolgente, di emozionante ed intrigante. Neanche la morte di Alex (piccolo spoiler) significa qualcosa perché il film non si è mai proposto come la storia di una donna che viveva all'ombra del fidanzato e non sapeva cavarsela da sola. Quel che resta alla fine della fiera è la sensazione di aver assistito a un film con una bella scenografia e che di tanto in tanto ha saputo regalare scene di tensione, ma che in generale è vuoto, privo di spinta narrativa e con poche cose da dire. Voto: 6