Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 07/09/2016 Qui - Per colpa e per fortuna di
Mediaset che la
Champions è loro, sono stato costretto a mettere
Premium. Fatto che mi da la possibilità di vedere tanti film e serie usufruendo di
Play, per cui nonostante il poco tempo a disposizione dato che stava scadendo (nel loro catalogo oggi è l'ultimo giorno) e che durava tantissimo (l'ho visto in 3 parti) ho deciso di scegliere come primo film un gioiellino della fantascienza,
Interstellar, uno dei film (del 2014) più visti e scaricati (soprattutto illegalmente) dello scorso anno. Questo perché questo incredibile e straordinario film, diretto da
Christopher Nolan, uno dei registi più apprezzati e conosciuti al mondo soprattutto per la trilogia del
Cavaliere Oscuro, senza dimenticare
The Prestige e
Inception di cui questo film ne riprende la sua natura complicata e difficile da spiegare e capire per la sua complessità, è probabilmente uno dei più innovativi film che si sia mai visto. La storia di questo film infatti (interamente scritto da Nolan insieme al fratello) è diversa e molto lontana dai soliti cliché, perché il film va oltre l'impossibile (davvero oltre), fatto che da un lato da un effetto positivo in termine estetici e visivi, meno da quello narrativo, dato che proprio per la sua ambizione (comunque alta ma accettabile) eccede troppo in paroloni scientifici non chiari o semplici da capire ma soprattutto orchestra una trama davvero particolare e difficilissima da capire alla fine. Ma nonostante ciò il film grazie anche alla colonna sonora del grandissimo
Hans Zimmer, che ha ricevuto una candidatura all'Oscar (più altri due dello stesso settore), grazie alla prova ancora convincente di uno spettacolare
Matthew McConaughey (e anche di tutti gli altri), e grazie alla fantastica scenografia (anch'essa ha ricevuto una candidatura) e soprattutto agli effetti speciali (vincitori invece di un Oscar) convince ed entusiasma, emoziona e diverte, almeno nella straordinaria seconda parte, perché nella prima molto non mi ha convinto.
Interstellar infatti parte da un presupposto abbastanza confuso e caotico, ovvero ci troviamo sulla Terra in un tempo imprecisato (come se metterlo preclude il risultato) dove senza una spiegazione (in 160 minuti si poteva anche trovare un momento) una piaga sta uccidendo i raccolti, da diversi decenni infatti, l'umanità è in crisi da cibo e quasi tutti sono diventati agricoltori per supplire a queste esigenze. La scienza poi è ormai dimenticata, la tecnologia non esiste quasi più e addirittura ai bambini viene insegnato che
l'uomo non è mai andato sulla Luna, era solo di propaganda. Tra la disperazione ormai dilagante facciamo la conoscenza dell'ex astronauta Cooper, mai andato nello spazio e costretto a diventare agricoltore, che cerca di andare avanti. Ma un giorno, grazie all'intuito della figlia scopre che la
NASA è ancora attiva in gran segreto, che il pianeta Terra non si salverà, che è comparso un wormhole (una specie di
Stargate intergalattico) vicino Saturno in grado di condurli in altre galassie e che qualcuno deve andare lì a cercare l'esito di tre diverse missioni partite anni fa. E sarà proprio lui nonostante le reticenze della figlia ad andare e tornare da questa missione (poiché forse una di quelle tre ha scoperto un pianeta buono per trasferire la razza umana e in quel caso è già pronto un piano di evacuazione) l'unica maniera che Cooper ha di dare un futuro ai propri figli, ma quello che lui non sa è che quel che troverà sarà qualcosa di incredibilmente assurdo e meraviglioso.
Partendo dal presupposto che
Interstellar io comunque non lo definirei un vero e proprio capolavoro assoluto (al 80% forse sì), ma sicuramente non mediocre, anzi, decisamente ottimo perché anche se c'è troppa scienza e troppe teorie difficilmente spiegabili (sono comunque quasi tutte teorie in fase di studio a cui hanno dedicato la vita dei geni massimi quali
Kip Thorne, Stephen Hawking, Rubbia e la compianta
Hack, e chissà quanti altri, quindi arrivare ad affermare per alcuni che sono tutte panzanate solo perché non si riescono a comprendere, mi sembra molto arrogante e superficiale) e una campagna pubblicitaria a dir poco invasiva, che aveva venduto un'idea di film diverso da quello che poi ci si è potuti godere, è un film davvero fantastico. Certo, forse non è stata una idea del tutto vincente quella di mettere in un unico paniere la relatività, la teoria delle singolarità, i viaggi nei tunnel spazio-temporali, la teoria dei multiversi, la teoria delle multi-dimensioni e addirittura il tesseratto... sono tutte di difficile digestione a tanti (anche per me), anche solamente per arrivare a carpirne gli aspetti più superficiali e le complicatissime conseguenze. Però da qui a definirlo in alcuni modi (anche se per molti fortunatamente non è così) mi ha fatto davvero sorridere. Perché nonostante qualche problema è un'apprezzabile opera che, tra pregi e difetti, riesce almeno in uno dei suoi obiettivi, meravigliare e regalare stupore allo spettatore. Poiché la storia, anche se almeno inizialmente, non appare imprevedibile e ricca di sorprese, commuove per pathos e capacità di parlare dritto al cuore (vedasi la geniale interconnessione spaziotemporale tra
McConaughey e le versioni passato/presente della figlia interpretate dalle meravigliose
Mackenzie Foy e
Jessica Chastain). Le potenti immagini, il linguaggio visivo stilisticamente e tecnicamente impeccabile e il forte spettacolo visivo poi riescono a oscurare almeno in parte i suoi limiti (soprattutto narrativi, anche se in una trama così complessa e con temi che pochi atri avevano affrontato era quasi prevedibile) e trasportarci in una vera e propria esperienza cinematografica. Certo il risultato sarebbe potuto essere migliore, soprattutto dal punto di vista della spettacolarità e dell'introspezione, ma la sceneggiatura, che si poggia con rigore e fedeltà su una base scientifica (che tranne per alcune eccezioni), è valida e solida (almeno in parte), e dona un tocco realistico e quasi documentaristico all'intera vicenda (l'attraccaggio dei moduli spaziali, la vita all'interno della navicella, la meraviglia del cosmo e del wormhole, il problema del diverso scorrere del tempo legato ai viaggi interstellari e ai tanti paradossi). Eppure dopo una mediocre prima parte non tanto descrittiva di un futuro terrestre dalle cupe, inquietanti atmosfere, comunque più credibile e meno interessante della seconda, tutto sembra (nonostante sia la seconda la parte più bella ed efficace) svilupparsi su percorsi più riduttivi e confusi. Il film difatti come detto in precedenza si perde in eccessivi intellettualismi e viene schiacciato dal peso delle sue ambizioni. Non giovano affatto l'eccesso di spiegazioni scientifiche, l'eccesso di ambizioni filosofiche e le troppe storie all'interno di una trama che, seguendo due piste narrative (la sopravvivenza dell'umanità su altri mondi e il rapporto padre-figlia separati improvvisamente, ma legati da un grande amore) è efficace quando queste sono divise ma debole quando sono unite. Questa forzata convivenza finale tra scienza e sentimento, dilemmi morali e ossessioni intimistiche, rendono diseguale il film, quasi lento e poco vivace.
Così come tutto l'impianto immaginifico, in fondo privo di una vera visionarietà. Ciò malgrado il messaggio finale passa in modo intenso, l'Amore è più vitale di qualsiasi forza misteriosa e trascende lo Spazio e il Tempo. Merito anche di un accurato ritratto dei personaggi e di un cast straordinario (il Cooper di
Matthew McConaughey e sua figlia
Murph sono convincenti, e non a caso ci sono molti primi piani e toccanti scene), ma anche di una regia che articola i piani narrativi, rende discontinui i ritmi, non teme l'eccessiva durata, si affida a un maestoso lavoro scenografico/fotografico e all'ottimo utilizzo di montaggio, musica e CGI integrati nel plot e mai gratuiti. Il cast come detto è quasi perfetto, oltre a
McConaughey, c'è la bellissima
Anne Hathaway (che non delude mai) la
Chastain (che brucia le tappe e diventa sempre più famosa) a
Caine (che dire...è sempre
Caine), che però avrei fatto molto più combattuto e triste (d'altronde è colui che ha deciso di rassegnarsi all'estinzione di massa),
Matt Damon (che al contrario del precedente suo film visto, impazzisce) e persino la piccola
Murphy (anche questa teoria esiste) è fenomenale. Insomma
Nolan ancora una volta e malgrado tutto, sa come coinvolgerci e affascinarci, perché lui è un prestigiatore, e come riesce a giocare lui con le inquadrature e gli effetti ottici non c'è nessuno. Il destino autodistruttivo dell'uomo e la fiducia nelle sue capacità, il legame familiare e la voglia di sopravvivenza, il desiderio di conoscere o scoprire il nuovo ("esploratori") e quello di conservazione ("guardiani"), tensione e avventura, sacrificio e superamento dei propri limiti, e altro ancora è raccontato e rappresentato con sincera, lodevole passione da
Nolan, in questa sua ultima straordinaria fatica. Un film che ovviamente ha dei paragoni come confronto, e devo dire che dopo aver visto il bellissimo e più movimentato
Sopravvissuto: The Martian (dove c'era anche la
Chastain oltre ovviamente a
Damon), che aveva dalla sua una storia più semplice e lineare ma meravigliosa, e dopo aver visto questo, per me sullo stesso piano del precedente, forse qualcosina in più ma non tantissimo nonostante la bellezza, ancora non capisco come abbia fatto
Gravity a vincere anche solo un premio Oscar, certo l'anno di produzione e distribuzione è diverso ma mettendoli a confronto non mi capacito. In ogni caso
Interstellar è probabilmente il migliore dei tre, anche se nutro ancora parecchi dubbi, nonostante molto mi è piaciuto del film. Oltre a quello che ho detto infatti, ho apprezzato il film per tanti altri motivi, i bellissimi, innovativi e ingegnosi robot, con la loro particolare forma molto diversa ma accattivante, il finale spettacolare (ed anche emozionante) che sembra il preludio di un sequel che però difficilmente ci sarà e infine le spettacolari immagini (anche se già detto) dello Spazio, i due incredibili pianeti esplorati, l'incredibile 5a dimensione e la trovata geniale per salvare il mondo. Veramente tutto bello anche se dura davvero troppo, ma è assolutamente da non perdere. Voto: 8