venerdì 8 febbraio 2019

300: L'alba di un impero (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/09/2016 Qui - 300: L'alba di un impero (300: Rise of an Empire), film del 2014 diretto da Noam Murro, è il deludente (nonostante mi sia piaciuto) anche se spettacolare sequel/prequel, dato che questa è una storia parallela, a quella del bellissimo 300 di Zack Snyder del 2007. Il film infatti, ispirato in parte al romanzo grafico Xerxes di Frank Miller, non ha la stessa caratura del precedente capitolo, nonostante qui offra addirittura qualcosa in più rispetto al precedente, ovvero un aura più matura, dotata d'un femminino ammaliante e seducente, impersonato dalla mefistofelica Eva Green. Anche se comunque, a più riprese, l'aura rimane quella virile e sagace in immagini forti e sconsigliate ai sensibili, dove teste e arti smembrati sono la macabra "cornice" d'un quadro (o fumetto) di una nuova era cinematografica, quella dei film al digitale. Una pellicola "computeristica" dove le figure interagiscono tra loro, in dialoghi dal magnetismo forse retorico ed evanescente, ma efficaci nella complementarità ed in sintonia con l'ambiente che compie così un balzo avanti rispetto all'episodio del 2007 donando alla storia un realismo palpabile, abbandonando in parte i virgulti mastodontici di Butler e C. e disegnando sopratutto una tensione "erotica-emozionale" tra Artemisia e Temistocle, i nuovi protagonisti interpretati da Sullivan Stapleton (interpretazione comunque niente male la sua) e Eva Green. Il film in ogni caso rispecchia (come nel primo) per filo e per segno il fumetto, le scene di combattimento mantengono lo stile di Snyder (con i ralenty), meno l'epicità che comunque grazie anche a un ottima colonna sonora divertono ed emozionano. In 300: L'alba di un impero infatti, si confondono genialmente e si mischiano con una creatività ed innovatività, già sperimentate con successo nel 2007, ma qui amplificate e a tratti troppo compulsivamente replicate, rendendo tutto meno avvincente e rilevante. Come il basso "spessore" dei personaggi, nessun cambiamento importante, (di)partito Gerard Butler (evocato tramite brandelli del film precedente ai fini della "continuity"), a sostituirlo c'è un altro.
Ai lati, il solito ensemble di 'tartarugati', pronti alla lotta ma soprattutto all'esibizione da passerella, con il ridicolo che s'eleva sovrano ogniqualvolta che appare il dio re Serse, conciato con un look fetish dorato. Le uniche figure a salvarsi sono le femmine (il termine è più che appropriato data la "dimensione" dell'opera), Lena Headey (nel frattempo assurta a icona grazie alla spietata Cersei Lannister di Game of Thrones), riprende il suo ruolo della regina Gorgo ma è in scena (troppo) poco, anche se si prende il finale. Dell'altra, si dirà più avanti. Aspetto ancor meno degno di rilievo è la storia (incentrata sulla Battaglia di Capo Artemisio, svoltasi negli stessi tre giorni della battaglia delle Termopili), richiamati alcuni passaggi e personaggi storici (il personaggio di Serse per esempio, interpretato nuovamente da Rodrigo Santoro, ha un ruolo più ampio rispetto al primo film, il secondo capitolo delinea il suo passato e la sua "trasformazione" da uomo a divinità in terra e i motivi che lo hanno spinto a dichiarare guerra alla Grecia), procede spedita per toni retorici, proclami reazionari, discorsi e monologhi da pura esal(t)azione guerrafondaia. Concetti come la libertà, la famiglia, la patria, sparati nel tritatutto declamatorio di uno script leggermente pretestuoso. Ma anche se la storia, comunque tagliata su misura per un pubblico di appassionati del genere, non si configura certamente per lo spettatore come l'elemento attrattivo dominante, essa diventa lo strumento più idoneo e prolifico per esaltare straordinariamente la fantasia e l'immaginazione in un film che veste bene i panni di più generi cinematografici, storico, avventura, azione, e nonostante la struttura schematica e manichea, 300 l'alba di un nuovo impero, che si presenta sotto la classica cortina seducente, dal fascino ipnotico nel presentare i suoi personaggi (dall'eroico Temistocle, al "divino/(diabolico)" King Serse alla splendida Artemisia) è un film molto godibile e scorrevole nonostante tutto, perché in sostanza chi ha apprezzato il film di Snyder apprezzerà di sicuro questo prequel\sequel. Ma, davvero, non è per nulla importante, perché quello che rende 300: L'alba di un impero meritevole di visione, nonostante i piccoli difetti riscontrati, è la semplice la visione di Eva Green, che da sola vale tutto il film. Davvero indescrivibile, cattivissima e bellissima, anima nera e tormentata (i trascorsi narrano della solita sete di vendetta), la sua Artemisia colleziona teste (perché le mozza), sguardi libidinosi (ma più terrorizzati) e vittorie sul campo. E anche se probabilmente, il personaggio andava sviluppato e sfruttato meglio, non importa. Il regista, Noam Murro, che evidentemente non è scemo, appena può infatti le pianta in faccia la macchina da presa con primissimi piani da infarto, (in)seguendone le movenze per (cercare di) afferrarne l'esplosiva carica erotica (non è un caso se nell'unica scena veramente godibile lei è presente, una delle scene hot più 'belle' viste in questi tipi di film). Di questo bisogna perciò dirgli Grazie. Comunque in definitiva 300: L'alba di un imperoper una serata di relax e divertissement al popcorn ci può tranquillamente stare. Voto: 6,5