Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/07/2016 Qui - Kiss of the Damned, opera prima della figlia del più noto John Cassavetes. E racconta di un amore morboso e quasi ossessivo di Djuna (Joséphine de La Baume), affascinante vampira, che dopo essersi ritirata a vivere nel Connecticut, conosce lo sceneggiatore Paul (Milo Ventimiglia). Nonostante Djuna voglia tenerlo lontano dal suo destino di dannazione eterna, i due si innamorano e vengono travolti dalla passione. A mettere in pericolo il loro amore e l'esistenza dell'intera comunità è l'arrivo imprevisto di Mimi (la bellissima e conturbante, più di Djuna, Roxane Mesquida), la diabolica e vendicativa sorella appunto di Djuna, che adesca uomini innocenti per soddisfare la sua sete di sangue. Spetterà a Paolo e Djuna quindi spegnerne gli appetiti e spedirla all'inferno. Kiss of the Damned, in perfetto stile Midnight Factory associa dramma e horror e quindi risulta a volte statico anche se accattivante, ma la pellicola bisogna dirlo subito, non convince, però in questo film c'è qualcosa che raramente vediamo in film di questo genere (non è mica la prima volta comunque), ovvero l'erotismo, sì perché durante una prima parte abbastanza noiosa e una seconda abbastanza inconcludente, vediamo parecchie scene di forte impatto, soprattutto erotico (almeno 3-4 scene bollenti, quindi non adatto ai minori), probabilmente però l'unica cosa salvabile di tutto il film (del 2012), e ciò non mi sembra una cosa buona, anzi, la trama e la storia di sangue e di vampire in questo modo, va a farsi 'benedire'. Perché anche se dal punto di vista tecnico questa regista non se la cava nemmeno tanto male, fin dal primo minuto mette in scena un semi-horror (perché eccetto un po' di sangue la tensione, la paura non c'è) dal ritmo lento e soporifero, veramente troppo in un film di questo genere.
Comunque a parte l'eros, dal punto di vista della storia invece la cosa migliore è sicuramente la rappresentazione di questa "casta" dei vampiri, tutti sempre ben vestiti, ricchi, che vivono reclusi dalla società, al buio se no muoiono, e che si intrattengono in questi party dove discutono della loro situazione tra champagne e antipasti vari (anche se mi ha dato molto fastidio l'uccisione della vergine da parte della leader, cioè già sono poche...poi addirittura minorenne, non si fa a prescindere). Il problema principale però giunge soprattutto dai protagonisti, Milo Ventimiglia, recita veramente male, mono-espressivo e in alcuni casi anche proprio inespressivo, il problema paradossalmente non è la sua recitazione ma il suo personaggio, completamente vuoto di tutto, caratterizzato malissimo proprio perché non è caratterizzato. Entra dopo 5 minuti nella storia così, senza presentarcelo e ci rimane per un'ora e mezza senza mai dare segni di vita ne prima, ne dopo la sua "conversione". Inoltre ogni battuta è scritta veramente male, e presenta un'idiozia di fondo che è difficile stare ad ascoltare. E la storia si trascina avanti così, tra noia e perplessità, almeno fino a quando entra in scena la 'malvagia' sorella che almeno per un po' rivitalizza la pellicola. Una pellicola dove molte scene sono da ricordare per la stupidità e la poca cura dei particolari, più che altro. E per questo e per altro quindi che il film risulta noioso, nonostante appunto una buona regia e una buona tecnica e qualche scena vampiresca apprezzabile, ma che dimostra in conclusione una certa superficialità in ogni sua componente. Si salva in parte solo il finale (apprezzabile) anche se la cameriera asiatica non ha senso, un ruolo preciso non ha, cioè praticamente non c'entra niente. Perciò meglio evitare. Voto: 6
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