giovedì 31 gennaio 2019

Predestination (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 13/10/2016 Qui - I viaggi nel tempo hanno costituito, soprattutto dagli anni '80, un presupposto stimolante e intelligente per sviluppare una serie di pellicole che, da Ritorno al futuro in avanti, sono divenuti un vero e proprio genere nel genere. Predestination, opera dei due fratelli registi Spierig, segue questo filone e ha una trama la cui vicenda ufficiale forse la dirò tra poco. La sua 'vera' storia tuttavia è un ingarbugliato via vai temporale che non può proprio essere raccontato, se non si vuole svelare il nodo cruciale della vicenda, bruciando lo stesso film e devastandone la visione. Diciamo che, mettiamo il caso sognate di poter viaggiare nel tempo, sognate il più grande paradosso temporale possibile e troverete questo film. Posso solo dire perciò che tutta la complessa (e pure molto macchinosa vicenda) si basa sull'enigma principe che affligge l'uomo allorquando egli si interroghi sulle incognite inerenti la nascita della vita sulla Terra: ovvero 'è nato prima l'uovo o la gallina?'. Comunque per chiarezza, questo  thriller fantascientifico del 2014, adattamento cinematografico del racconto Tutti voi zombie (...All You Zombies...) del 1959 di Robert A. Heinlein, parla di un viaggiatore del tempo che si sposta freneticamente da un anno all'altro per dare la caccia a un attentatore dinamitardo che sconvolge gli Stati Uniti. Il suo viaggiare però lo porta a incrociare persone e storie che lentamente dispiegano il loro significato, in un quadro surreale denso di incognite temporali che minerà le sue residue certezze sul significato da attribuire al tempo ed alla sua stessa identità. Come detto in precedenza Predestination è un film con una trama all'apparenza complessa, ma che grazie ad un'ottima regia riesce a farsi capire alla perfezione e ad apparire allo stesso tempo prevedibile ed improbabile, rischiando anzi di cadere nel banale, salvo poi stupirci poi effettivamente con tutta una serie di avvenimenti che è davvero pressoché impossibile indovinare dall'inizio, scoprendo nel finale altarini che per un'osservatore attento erano visibili fin da subito, ma che alla fine rendono rocambolesco ed eccessivamente convulso il via vai temporale.
Dopo un inizio lento e didascalico (e monotono) infatti che sorprende per la meticolosa narrazione, il film decolla in un crescendo di incastri e viaggi nel tempo che disorientano, sembra praticamente che non si capisca nulla, ma verso la fine del film, fortunatamente, si cominciano a capire i vari collegamenti che ci sono tra i protagonisti (o dovrei dire IL protagonista) e si riescono quindi a collegare piano piano le varie vicende che ci sono state raccontate nel corso della narrazione, lasciando però alla fine il dubbio che una vicenda simile sia umanamente possibile. Difatti, la pecca più evidente di questa pellicola è proprio il finale, sembra infatti che tutta la complessità della trama non si risolva affatto. Certo, si comprende che, in realtà, il protagonista è unico però non esiste una spiegazione sulla sua vicenda. Insomma, sembra quasi un "Inception" a cui manca qualcosa per essere completo. In effetti sembra quasi un assemblaggio tra Inception e Minority Report. In ogni caso questo è un ottimo esempio di cinema fantascientifico, i fratelli Spierig interpretano magistralmente un'opera di Heinlein traducendo l'ambientazione letteraria in un contesto scenografico semplice ma efficace. E anche se in effetti è tutto molto cervellotico, anche se è proprio questo il ruolo della fantascienza, negare un unico postulato scientifico, elaborare una trama coerente che conduce all'impossibile, lentamente ma inesorabilmente, per farci infine trovare nel nulla, alla ricerca di un punto di riferimento che non esiste, tutto funziona abbastanza bene. Ma oltre ad un'ottima storia abbiamo un Ethan Hawke più che ispirato, accompagnato una buonissima regia e un'altrettanto buona fotografia. L'interpretazione di Sarah Snook però è la meglio riuscita, risulta benissimo (in verità non tantissimo) sia nei panni di donna che in quelli di uomo, soprattutto in questi ultimi, poiché a un primo sguardo, quando interpreta John, assomiglia incredibilmente e un po' forzosamente ad un giovane Leonardo di Caprio. Addirittura nei panni di donna a volte non è credibile, anche se lei è davvero molto brava e bella, comunque vista e piaciuta precedentemente nel valido catastrofico These final hours e nel discreto horror Jessabelle. Nel complesso quindi un'ottimo lavoro, anche se da un lato con alcuni piccoli accorgimenti sarebbe potuto diventare uno dei film più avvincenti degli ultimi 10 anni dall'altro lato la linearità della trama ha consentito di rendere comprensibile a tutti una storia, o meglio un concetto, tutt'altro che scontato. In ogni caso Predestination, che sembrerebbe essere un film d'azione, ebbene, non lo è, o almeno non del tutto, è tutt'altro che pessimo. Il film infatti, basato su un racconto di Heinlein che personalmente non ho letto, che di certo, però, non bisognerebbe leggerlo per capirlo meglio, si fa apprezzare per l'atmosfera retrò e da B-movie che lo rende simpatico ed apprezzabile, anche se le riserve di cui sopra, ed i luoghi comuni ormai abusati in tema di viaggi ed assurdi temporali, la furbizia di fondo che lavora molto (troppo) sulla supposta predisposizione del pubblico a farsi raggirare come e più che si può, lo rendono un progetto interessante, curioso più che riuscito a tutti gli effetti. In definitiva però, che mal di testa che viene. Voto: 6+