venerdì 8 febbraio 2019

Contagious: Epidemia mortale (2015)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 21/09/2016 Qui - Contagious: Epidemia mortale (Maggie), un atipico film horror del 2015 diretto da Henry Hobson, dove una terribile epidemia ha colpito gli Stati Uniti, trasformando le persone in zombie. Un misterioso e non specificato virus infatti consuma la carne di uomini, donne e bambini fino a ridurli in mostri da abbattere. Per evitare che l'epidemia si diffonda ulteriormente, gli infettati vengono perciò portati in zone di quarantena, aspettando l'attesa fine. Molti vivono gli ultimi istanti con le loro famiglie, così è per Maggie, una ragazza sedicenne, riportata a casa dal padre Wade dopo mille ricerche. Ma Wade in cuor suo spera ancora di poterla salvare, di poterla sottrarre a quella metamorfosi dolorosa. Contro di lui il tempo e la polizia, che veglia sulla cittadinanza ed è decisa a preservare la sicurezza degli scampati. Contagious è un'operazione singolare, affascinante e parecchio interessante, poiché al contrario dei migliaia di film sugli zombie si sofferma più sul lato umano del problema, sulla lotta di un padre che deve decidere se internare la figlia contagiata in quarantena da dove sa non uscirà più viva o porre termine lui stesso alla sua vita. Una parabola di vita e morte, di amore e odio, di pace e rabbia, che condurrà gli ultimi giorni di un'adolescente, destinata ad andarsene come nessuno vorrebbe, anche se in questo dramma familiare che si smarca intelligentemente dal genere, diventare uno zombie non significa annullarsi come essersi umani. Si continua ad essere se stessi, a vivere come si è sempre vissuto. Nella dimensione del proprio quotidiano, fare ciò che si è sempre fatto, e mentre la malattia degenera, si rimane coscienti fino all'ultimo istante, soffrendo terribilmente, prigionieri agonizzanti di un corpo repellente fuori controllo in preda ad un incontenibile mordace istinto ferino.
Contagious difatti si libera da ogni pretesa spettacolare e affonda così le unghie in un soggetto terrificante ed esistenziale nel quale si scorge una luce di speranza, riscrivendo così il genere dell'horror anche se nonostante l'originalità del film, nonostante un mondo suggestivo, affascinante ed ovviamente inquietante dipinto in modo discreto e nonostante le riflessioni che si vengono a creare (tra cui quello politico-sociale, razziale, discriminatorio che fa dei mostri dei malati ghettizzati, o riflette sullo status dei superstiti sani, che, in quanto minoranza, si trovano ghettizzati a loro volta in un mondo che ha cambiato regole di vita, morali e materiali) il film rinchiuso nell'ambito familiare, finisce per tarpare le ali ad una pellicola inizialmente assai appetitosa e promettente. Poiché il film tende troppo a sviare puntando l'attenzione sull'aspetto umano, familiare, introspettivo, piuttosto che chiarire o inquadrare la malattia. L'unico zombie che vediamo è all'inizio del film, per il resto il film si snoda non fosse per la malattia in un tranquillo menage familiare, dove prevalgono i buoni sentimenti, l'intimismo, i dialoghi sussurrati, la giusta dose di commozione soprattutto nelle scene finali ma non vediamo soprattutto nessuno scontro mortale e la ricerca solo abbozzata (neanche due minuti di 'mazzate') non aiuta a svegliarsi dal torpore e dalla noia. In ogni caso interessante la scelta di Schwarzenegger di interpretare questo film, poiché 'Maggie' rappresenta una svolta, una piacevole sorpresa, una maturazione, ed una delle sue interpretazioni più interessanti ed emotivamente convincenti della ormai lunga carriera di attore e divo, rivelando con questa performance il suo lato sensibile, dimostrando di non essere il consueto killer o mercenario, ma di saper anche commuoversi. Funzionale al ruolo invece, ma sin troppo costretta in situazioni imbarazzanti al limite della melensaggine che uccide la tensione e la carica drammatica necessaria e pertinente, troviamo la brava Abigail Breslin (Chanel #5 in Scream Queens), visino tenero, arrendevole ma sempre dolce di chi ha ben presente l'amaro destino che si scorge dietro l'angolo. Insomma una vicenda diversa dalle aspettative per un film che smonta il solito cliché dei tanti film su zombie e morti viventi, ma che non convince tantissimo, non spaventa per niente anche se in effetti fa riflettere e pensare. In ogni caso film interessante. Voto: 6