lunedì 14 gennaio 2019

Giovani si diventa (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 03/08/2016 Qui - Giovani si diventa (While We're Young) è una simpatica e spensierata commedia generazionale che appunto mette a confronto due generazioni, una giovane e sconclusionata coppia ventenne e una malinconica coppia di quarantenni. Il film del 2014 diretto da Noah Baumbach offre infatti un'analisi spietata, meticolosa e assai divertente dell'incontro di due generazioni irrimediabilmente differenti. Il film però nonostante presenti una storia un po' banale, è un film fatto bene, leggero e divertente. Ci sono molti temi in gioco, anche se in questo caso, centrale è la narrazione dell'anti-eroe (un bravissimo Ben Stiller) che diventa quasi goffamente onesto in un mondo di "squali". Si ravvedano quindi temi sulla paranoia (è un complotto contro di me!) e soggetti come il successo e il potere e, alla fine, si può dire che il film tratta della perdita di valori quale l'etica professionale e il senso di verità, quasi virtù desuete appartenenti a vecchie generazioni. Comunque la storia parla di una coppia di quarantenni Josh e Cornelia (lui regista di documentari in crisi creativa, incagliato in un progetto interminabile e produttrice lei, Naomi Watts, più in parte del solito, figlia di un famoso regista) che formano una coppia (felicemente sposata) che sembra avere tutto ma a cui pare mancare moltissimo, specie l'accettazione del tempo che passa (non hanno bambini ma la loro unione si mantiene serena). I due però fanno un incontro 'casuale' con una giovane coppia disarmante, Jamie e Darby (anche lui regista di documentari) e cominciano a uscire con loro, e nonostante il gap generazionale si riveli più difficile da governare di quanto avevano ipotizzato, fanno amicizia, e la loro vita perciò cambia e si adegua al loro stile di vita esuberante. L'incontro con Jamie e Darby infatti, porta una ventata di ossigeno in Josh, facendogli vivere quella giovinezza che avrebbe sempre voluto. Ben presto, difatti, Josh e Cornelia iniziano a frequentare i due nuovi amici, scoprendo che non esiste un limite d'età per essere giovani, e si lasciano sedurre dalla vivacità di questa giovane coppia, cominciando a seguirne le varie pratiche (il santone che fa vomitare il male) e attività disparate (hip-hop scatenato), le scene più grottesche e divertenti del film. In più Josh, sentendosi rigenerato, aiuta generosamente il giovane (Adam Driver dal volto intenso) in una regia. Risulterà però in finale che tutta la vicenda è stata il frutto di una truffa e che i giovani "spontanei e disinteressati" avevano ben calcolato tutto raggirando il corretto e onesto Josh e sua moglie, Naomi Watts.
Giovani si diventa è una commedia agrodolce sul tema degli anni che passano, sulla paura di invecchiare e sulle paure di un possibile e probabile fallimento umano e lavorativo. Una commedia vivace e simpatica, abbastanza riuscita nella caratterizzazione dei personaggi, meno sullo snodo della trama (dato che una specifica non c'è, al contrario dei temi) e la conclusione. I protagonisti sono i componenti di due coppie, una non più giovane e a disagio tra altre della stessa età, perché senza figli e pertanto ancorata ad interessi ed abitudini di scapoli. Questa coppia vince l'inevitabile noia entrando in contatto con una coppia giovane, entusiasta ed apparentemente piena di ammirazione e rispetto per i due più anziani. Il film inizialmente sembra volersi concentrare sui sentimenti di questa coppia che appare quasi travolta dal passare degli anni (nella prima parte infatti si ride e sorride), successivamente, però, l'interesse si fissa sul comportamento del giovane uomo, documentarista "in erba" che si avvale delle conoscenze fatte per motivi di carriera con un atteggiamento arrivista eppure giudicato normale in relazione all'evoluzione del giornalismo attuale (una seconda parte più seria e malinconica). Il film comunque si concentra soprattutto su questa coppia adulta, che afferma di stare bene così, seppur in stallo per i loro quarantatré anni, ma ovviamente non è come dicono. I due senza figli per dolorosi fallimenti delle gravidanze di Cornelia che ne ha elaborato un rifiuto auto-difensivo, sempre attaccato dall'insistenza dei loro amici coetanei che hanno cominciato a far figli e li ostentano come una grande gioia, non sempre tanto convincente. Josh, onesto e perfezionista come nessuno, è stato un promettente documentarista ma dopo essere rimasto 'bloccato' e nonostante un buon lavoro, riceve (ancora una volta) la disapprovazione del suo mentore, il padre di Cornelia, che al contrario approva il giovane venticinquenne Jaime (un perfetto Adam Driver), nonostante e anche dopo la scoperta che i due hanno mentito, riuscendo così a infiltrarsi là dove le conoscenze sono importanti e sfruttabili. Perciò il fatto che grazie anche al suo aiuto Jaime riesce ad emergere al contrario di lui lo manderà in bestia. Ma ciò aggiunto a tanto altro però gli farà capire come è meglio lasciar correre, meglio cambiare atteggiamento e cambiare vita e abitudini e non essere ancorato ad una vita priva di gioie e speranze.
Comunque anche se dal finale (abbastanza anonimo e prevedibile) emergono in parte i lati negativi della pellicola (criticando i giovani e la nuova generazione), le caratteristiche positive del film si ritrovano nei dettagli che Baumbach, osservatore attento, ci mostra come la collezioni di vinili, macchine da scrivere e i vari oggetti vintage che Jamie colleziona in modo maniacale. Inoltre nel film sono descritte varie situazioni divertenti come un'altra coppia di amici coetanei con neonata, la cui vita è stata completamente rivoluzionata da questo parto tardivo. Ben Stiller però appare un po' spento, seppur ben calato nel ruolo dell'ultra-quarantenne un po' annoiato ed ormai "moscio", non è rappresentato in grado di reagire con veemenza nel momento in cui scopre di essere stato coinvolto in un sottile inganno. Il film arriva a conclusione senza particolari guizzi, con un esito prevedibile, e lasciando il rammarico di non aver adeguatamente sviluppato l'interessante tema iniziale. Il punto di forza di questo discreto film è però senza dubbio la sceneggiatura, sia per i dialoghi punteggiati da battute folgoranti e intelligenti (anche se leggermente non credibili), sia come idea di storia (non tanto credibile comunque come i personaggi), anche se alla fine questa è solita dramma-commedia americana (che va molto di moda ultimamente), una frittata di comico e drammatico in salsa thriller. Ma il problema principale è che non fa ridere ne piangere, e soprattutto non appassiona e non coinvolge più di tanto. Non basta infatti unire i generi per fare un film completo. Menomale che c'è Naomi Watts bravissima come sempre, e anche Amanda Seyfreid (opaca e spenta purtroppo) ma non basta. In definitiva però, non un film bello o brutto, ma non eccezionale, nonostante appunto i temi interessanti sviluppati (troppo in superficie e malamente in alcuni casi), e anche se non sarà di grande intrattenimento, è piacevole e gradevole da vedere ma poi forse dimenticare. Voto: 6

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