sabato 26 gennaio 2019

Samba (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/06/2016 Qui - Samba è una drammatica commedia francese del 2014 diretta da Olivier Nakache e Eric Toledano, due registi alla loro seconda collaborazione con l'attore protagonista Omar Sy, dopo Quasi amici: Intouchables del 2011, con cui avevano raggiunto un successo planetario e si erano fatti conoscere dal grande pubblico. Un successo meritato perché erano riusciti a raccontare con toni di forte spessore e 'lievi' un tema 'quasi intoccabile' e comunque non 'semplice' da esporre e da interpretare. Lo stesso accade, seppur con minor incisività, almeno nella prima parte, a Samba, film che tratta un argomento, ultimamente di grande attualità, immigrazione e clandestinità. Difatti la pellicola racconta la storia di Samba Cissé (Omar Sy), un immigrato francese che viene dal Senegal e che lavora (da dieci anni) come lavapiatti in un albergo. Dopo alcuni problemi burocratici, gli viene ordinato di lasciare la Francia. Con l'aiuto di Alice (Charlotte Gainsbourg), una giovane donna borghese in congedo lavorativo che lavora per un'associazione che si occupa di questioni giuridiche legate all'immigrazione, Samba si batterà per ottenere il diritto di soggiorno in Francia. La pellicola racconta anche di questa donna, affetta da sindrome da stress, che sembra trovare in Samba un rifugio e una ragione per uscire dall'impasse. Allo stesso modo Samba è convinto che Alice sia la chiave per regolarizzare la sua posizione sociale.

Tra espedienti, mestieri, sotterfugi, baci rubati, fughe ai controlli e costante reinvenzione della sua identità, Samba troverà il suo posto nel mondo e nel cuore di Alice. Le loro strade infatti si incroceranno e, tra umorismo e commozione, porteranno alla felicità. Il film è senza dubbio interessante, ma un po' fragile, per certi versi, ma comunque gradevole e che infine riesce a portarti degnamente al finale. Fragile perché ha, a mio parere, oscillazioni verso la sponda del buonismo, nel mostrare la situazione non facile dell'immigrato clandestino, o il bisogno di amore di una manager caduta, sempre però senza offendere o graffiare, mantenendosi nella commedia quasi furba. Poteva forse rischiare di più, o sarà che siamo abituati alla commedia all'italiana, più amara e cattiva, ma anche masochistica nell'evitare il successo internazionale. Samba questo errore non lo fa, e comunque, pur non stupendo troppo, alla fine, mostrando uno spettro ampio di situazioni e realtà del nostro mondo, strappa più di un sorriso. I comprimari sono bravi, in qualche caso bravissimi: Tahar Rahim per esempio. I protagonisti invece non particolarmente. Omar Sy è simpatico, spiritoso, tenero perfino buffo ma fa sempre se stesso. La Gainsbourg è la Gainsbourg: sguardo vitreo, due espressioni due, con il broncio o senza il broncio. Notevole infine la colonna sonora, davvero 'internazionale': i pezzi originali, sempre bellissimi, son di Ludovico Einaudi. In definitiva, non eccezionale ma molto meglio di tanti altri. Voto: 6

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