domenica 27 gennaio 2019

Buoni a nulla (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 29/09/2016 Qui - Buoni a nulla è l'ultima delle simpatiche e commedia agrodolci sulla voglia di riscossa di Gianni Di Gregorio, che dopo Pranzo di Ferragosto e Gianni e le donne sembra chiudere un cerchio, quello di un uomo costantemente alle prese con il vario genere umano, per lo più femminile, in un tipo di rapporto dove la comunicazione è "stralunata" e dove ognuno parla il proprio linguaggio e soprattutto vive nel proprio mondo. Il film del 2014 infatti, diretto, scritto e interpretato da lui stesso, racconta di un uomo mite, ma circondato dalla negatività e bersagliato dalle prepotenze altrui, l'ex moglie, i colleghi d'ufficio e una bisbetica vicina di casa non fanno altro infatti che turbare la sua esistenza. Stufo di subire le angherie del mondo decide quindi di imparare a farsi rispettare, alleandosi con un collega (un bravissimo Marco Marzocca, che riesce a dare al suo personaggio nello stesso tempo delicatezza, goffaggine e malinconia in maniera convincente e coinvolgente) che, come lui, è decisamente troppo tollerante con il prossimo (buono e docile, innamorato della collega Cinzia, più giovane di lui, che lo illude). Per ottenere la giusta rivincita dovranno però stravolgere la loro indole. Ci riusciranno più o meno, poiché il lieto fine è ovviamente conseguente (e non poteva essere altrimenti), d'altronde al contrario dei precedenti 'capitoli' questo film risulta più ottimista (anche nel finale) delle precedenti e soprattutto vede alla fine una sorta di riscatto sia per il protagonista che anche per gli altri personaggi di contorno. Buoni a nulla, lo dice indirettamente il titolo, e il diario di uno o più individui miti, insomma, persone senza qualità, se non una limpidezza d'animo e una rara bonarietà caratteriale che li rendono docili in ogni circostanza. Anche quando il nostro uomo viene a sapere, da un giorno all'altro, due notizie altrimenti tragiche, ma siccome Gianni è un buono, non fa nessuna sceneggiata una volta apprese le notizie, e decide di avere il buon gusto di sentirsi male a casa, dove viene accudito, più che dalla ex moglie e dai due figli, dal nuovo compagno dentista della ex consorte (il grande Marco Messeri), col quale da sempre ha un feeling ed una intesa perfetti. Nella nuova realtà lavorativa Gianni scoprirà com'è dura vivere nella giungla nemica, impegnato tutto il giorno a tener testa a colleghi ruffiani ed approfittatori (Gianfelice Imparato, fantastico come sempre), a cape autoritarie e schiaviste (la splendida Anna Bonaiuto) e deciderà di dar retta al compagno dell'ex moglie, scoprendo che a comportarsi da iene, tirando fuori la cattiveria, le soddisfazioni finalmente cominciano ad arrivare, anche se non sempre sarà la scelta giusta.
Buoni a nulla comunque si avvale di una sceneggiatura semplice, lineare, senza guizzi creativi, ma che fa della sua semplicità la sua forza. Di Gregorio racconta con delicatezza un mondo dove il cattivo e il furbo spesso vince sull'uomo buono e corretto. Il film ha però un ritmo blando, sonnacchioso che dà la sensazione di una storia stiracchiata con poca profondità e incisività (anche se conquista a poco a poco l'attenzione suscitando anche qualche simpatica risata). I personaggi e i loro caratteri sono appena accennati lasciando solo in parte soddisfatto lo spettatore. Il film in ogni caso risulta senza alcun dubbio ancora una volta molto ben diretto, con una trama originale e spassosa, fresco, equilibrato nei toni ed intriso di un'ironia quasi sorniona che ormai, si può affermare, ne costituisce la caratteristica principale delle sue opere. Peccato però che il tutto si risolva in una debolissima prova complessiva, nella quale si affrontano tutte le tematiche in maniera superficiale e per nulla incisiva. I fili che compongono la trama infatti sono decisamente deboli, spesso addirittura solo abbozzati, e anche le vendette, da cui si potevano trarre le maggiori gag comiche, risultano flebili e mal sfruttate. Purtroppo ciò che resta del film quindi è la scarsa credibilità del protagonista e delle sue azioni, anche se del film si può apprezzare l'intento di fare un tipo di commedia diversa, considerate le odierne derive corali e nazional popolari tutte uguali a se stesse che hanno portato alla rovina il genere italiano per antonomasia. Comunque la scelta oculata che Di Gregorio fa degli attori è sempre azzeccata e contribuisce sicuramente al successo (minimo) del film. Qui gli attori da menzionare, tutti professionisti rispetto alle opere precedenti in cui erano stati scelte persone comuni, oltre a quelli già citati, menzione speciale però la merita Valentina Lodovini, (qui nei panni di una procace, ma meno maliziosa e più malinconica nuova Fenech), nel ruolo di una avvenente collega profittatrice, in verità più sincera di quanto non possa realmente apparire. Interpretazioni eccellenti che completano una commedia che non si vergogna di viaggiare in tutta semplicità e senza vezzi di autorialità artificiosa, che finirebbero per annientare l'autenticità dei personaggi esemplari che popolano una storia che rispecchia da vicino come siamo, come ci comportiamo, e quanto grotteschi e di cattivo gusto siano molti dei comportamenti che caratterizzano i nostri rapporti col mondo circostante. Il finale forse un po' precipitoso e forzatamente a lieto fine comunque lascia allo spettatore un sorriso e la consapevolezza che ogni tanto è giusto e liberatorio dire no e arrabbiarsi, anche se troverai sempre qualcuno più cattivo e arrabbiato di te, come è la ruota della vita. Discretamente consigliabile come scacciapensieri intelligente. Voto: 6

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