venerdì 8 febbraio 2019

Tutte le strade portano a Roma (2015)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 19/09/2016 Qui - Tutte le strade portano a Roma (All Roads Lead to Rome), è una commedia romantica che parte da un presupposto importante, ovvero da uno dei proverbi italiani più famosi, citato anche da Totò, ma purtroppo questo film del 2015 diretto da Ella Lemhagen, abolisce totalmente ciò, in più usa questa celebre frase per imbandire una tavola vuota negli intenti e priva di originalità nella sostanza, e addirittura ci scrive una canzone bruttissima. Brutta come il film, banale, superficiale, stereotipato (e tanto, a usi e costumi italiani), scontato, prevedibile ed ovviamente piena di cliché. Difatti questo film di produzione Italo-Americana (sopratutto a stelle e strisce) comincia davvero in modo assurdo, con la protagonista Sarah Jessica Parker, nella parte di Maggie, una quarantenne single di New York, che spiega alla figlia Summer (Rosie Day), una diciassettenne dal carattere ribelle, in viaggio verso Roma per una vacanza di come l'Italia sia un paese tremendamente corrotto, dove il cibo è così buono che dalla spazzatura alcuni si cibano e dove una una giornalista (Paz Vega sempre bella come ne Il caso Novack) ha la possibilità di inventarsi una notizia a cui tutti credono per poi ribaltarla e condizionare perfino il giudizio della polizia (arma come sempre di scarso rilievo e ingenua) che non si prende cura di verificare come stanno fatti e testimonianze ma che credono a tutto ciò che dice la televisione.
Il peggio del peggio perché poi all'interno del film niente è credibile, dalla storia improbabile, alle vicende, fino agli attori. Comunque queste due arrivano a Roma e si trasferiscono in una cascina dello zio George in Toscana. Ma mentre la madre che intanto (così per caso) incontra Luca (Raoul Bova), un suo ex amante, con il quale prova a riallacciare i rapporti, la figlia, che non ha alcuna voglia di rimanere e vuole tornare dal suo amore che è in prigione negli USA e vuole che Summer la raggiunga per prendersi la colpa, insieme alla madre di lui, Carmen (Claudia Cardinale), stravagante nonna ex hippie e cantante, che vuole scappare a Roma per sposarsi con l'amore di un tempo Marcellino (nientemeno che Shel Shapiro), rubano una macchina per raggiungere assieme le loro destinazioni, dando così inizio ad una romantica (prevedibilissima e neanche minimamente coinvolgente) avventura, con ribaltamenti amorosi e non, addirittura un (finto e forzato) amore lesbo. Insomma niente di nuovo o minimamente originale, anzi, produttori e produttori esecutivi impiegano un parco macchine italiano all'avanguardia (una Panda anni '80 gialla, la spider Duetto dell'Alfa Romeo sempre nei cuori USA dal "Il Laureato" in poi e l'ennesima Ape) e una 'entusiasmante' colonna sonora con le ultime Hit italiane, ovvero "i successi di Rita Pavone" (compare anche un brano di Ferro). Davvero tutto imbarazzante come le recitazioni pessime della Parker, Bova e Cardinale (in difficoltà con i dialoghi assurdi e la differenza di linguaggio anche visivo). Un vero peccato e un vero spreco, perché tutto è francamente evitabile. Voto: 4,5