sabato 26 gennaio 2019

Storia d'inverno (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/06/2016 Qui - Storia d'inverno (Winter's Tale) è un inusuale ed enigmatico film d'amore del 2014, scritto, diretto (fa infatti il suo debutto alla regia) e prodotto da Akiva Goldsman (sceneggiatore di A beautiful mind, Il codice da vinci, Hancock, Io sono leggenda, Mr & Mrs smith). La pellicola è la trasposizione cinematografica dell'omonimo romanzo di Mark Helprin, scritto nel 1983. Come per molti film di Goldsman, siamo di fronte ad un genere misto: "Storia d’Inverno" infatti è una via di mezzo tra il film sentimentale, fantasy e la tipica fiaba. La città di New York è subissata da venti artici, notti buie e luci bianche. La vita degli abitanti ruota intorno alla più grande casa mai costruita e non esiste niente che ne possa scalfire la vitalità. In questo contesto fantastico, una notte d'inverno Peter Lake (Colin Farrell), orfano e grande meccanico, tenta di rapinare un palazzo-fortezza nel quartiere di Upper West Side. Sebbene creda che la residenza sia vuota, trova ad attenderlo Beverly Penn (Jessica Brown Findlay), la giovane figlia dei proprietari che sta per morire. Ha inizio così una storia d'amore che viaggia indietro nel tempo grazie a un cavallo bianco volante. Un film che si presenta quindi "strano" (e lo è sicuramente) a tratti perfino difficile da comprendere, ma comunque molto romantico. Però il film, a metà tra il biblico ed il fiabesco, si dipana lungo due (uggiose) ore senza che mai possa realmente emozionare e scalfire quel suo cuore di ghiaccio (narrativo, estetico, programmatico). Qua si blatera di destini da compiere, di disegni generali, di miracoli (e miracolose ridicolaggini, a partire dal poppante gettato in mare aperto a bordo di una scialuppa-giocattolo), di grandi unici amori che trascendono il tempo lo spazio la malattia e la morte, di lotte tra bene e male con tanto di angeli custodi, demoni e finanche Lucifero in persona (Will Smith! e non c'è niente da ridere, purtroppo), di stelle e luci che rifrangono la volontà dell'Universo.
Un pastrocchio gonfio, strano e straniante, tronfiamente e inutilmente ammantato di un'aura fantasy necessaria soltanto come auto-giustificazione: c'è troppo (di tutto) e troppo poco (le voragini del racconto), quindi la visione non può che risultare indigesta. Una storia poco convincente cerca di cullare lo spettatore in un sogno d'amore eterno. Un sentimento capace di travalicare il tempo ed il reale, ma che non basta a rendere convincente un film trattato in maniera fin troppo buonistica. Una serie di cliché si susseguono senza sosta, creando un melò che vorrebbe fare parlare e riflettere su tanti temi, ma che alla fine spariscono in una nuvola di fumo. Troppa carne al fuoco crea solo tanta confusione e poca sostanza. Forse una storia più semplice e lineare sarebbe stata più efficace. Per stupire non basta paragonare Colin Farrel a Mosè e neanche rivangare la vecchia rivalità tra angeli e demoni. Ci vorrebbe qualcosa di più semplice e diretto, capace di colpire davvero al cuore. E questo purtroppo non accade. Oltretutto con tante incongruenze e senza un senso (vedi la "piccola Willa" conosciuta nella vita precedente: quanti anni dovrebbe avere ora? più di 100 e lavora!). Neanche il cast riesce a collaborare pienamente alla riuscita della pellicola, Colin Farrel ai minimi termini, mentre fa senz'altro miglior figura Russell Crowe che pare divertirsi un mondo ad interpretare il cattivo della situazione, difatti la sua interpretazione non delude ed il suo demone appare come l'unico personaggio azzeccato del film. Molto bella e sensuale Jessica Brown Findlay, non molto credibile però nei panni di una malata terminale di consunzione. Musiche pompose, "a tema" (con cui Brahms stona non poco), effetti speciali  per nulla speciali, messa in scena convenzionale e uno script scadente e sbrigativo, completano il quadro alquanto negativo, sebbene le atmosfere e la fotografia non siano affatto da buttare (i paesaggi innevati sono una garanzia). Nonostante ciò la pellicola riesce a non annoiare (leggermente) ed, alla fine, anche a divertire (un pochino). L'eccessiva dolcezza della storia farebbe alzare il tasso glicemico a chiunque, ma a chi è alla ricerca di un film romantico potrebbe anche piacere. Qui però non c'è qualcosa per cui gridare al miracolo ma, potrebbe essere in grado di farvi emozionare (almeno un po'). Voto: 5,5

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