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sabato 31 maggio 2025

I film del mese (Maggio 2025)

Post pubblicato su Pietro Saba World il 31/05/2025 Qui - Manca un mese e poco più all'annuale "Notte Horror" blogosferica, e potrei perciò definire lo speciale cinematografico che accompagna il resto dei film mensili (titolato non per caso "Notti Horror"), un piccolo antipasto. Ho infatti visto quattro film, tra quelli che più mi attiravano (e per un motivo o per un altro), passati nelle diverse e scorse edizioni della rassegna. Quattro pellicole che si trovano, a parte Cabal, fino a poco tempo fa visibile gratuitamente su Youtube, nel catalogo Prime Video. Ma anche tutti gli altri film della sezione Cinema di questo mese disponibili lì alla visione, a parte Thanksgiving, uscito dalla piattaforma streaming di Amazon il 15 del mese.

Bad Boys: Ride or Die (Azione/Commedia 2024) - Pur mostrando qualche segno di usura, la coppia dei "Bad Boys" riesce ancora a intrattenere, infondendo energia a un quarto capitolo che, seppur privo di originalità, mantiene il suo stile esagerato. L'azione frenetica e le esplosioni spettacolari non mancano, anche senza Michael Bay alla regia. Ci sono invece e ancora gli stessi del terzo film, che compitino svolgono. Nonostante i soliti difetti, mi sono divertito: rispetto al capitolo precedente, le sequenze action e la comicità migliorano leggermente. Peccato per la scena nel night club, dove si supera il limite del buon gusto. Nel complesso, un film godibile. Voto: 6-

My Best Friend's Exorcism (Horror/Commedia 2022) - L'amicizia, spesso sottovalutata, si rivela la chiave per affrontare il male. Il film di Damon Thomas richiama i classici teen horror degli anni '80, riprendendone musiche, look e tematiche giovanili legate a peso e sesso. Se il rito finale non incute timore, l'associazione tra droga e possessione ha un impatto notevole, mantenendo il racconto fluido e senza intoppi. Nel complesso, intrattiene senza annoiare, ma non lascia un'impronta indelebile. Voto: 5,5

Un mondo a parte (Commedia/Dramma 2024) - Riccardo Milani e Antonio Albanese tornano a collaborare dopo Grazie Ragazzi con una commedia che esplora il confronto con una realtà diversa e la rinascita. Albanese, come sempre, eccelle in questi ruoli, e se alcuni momenti ricordano dinamiche già viste in altri suoi film, il tutto risulta ben equilibrato tra leggerezza e riflessione. Virginia Raffaele si dimostra un'ottima spalla, capace di destreggiarsi tra comicità e dramma, mentre il cast locale aggiunge autenticità e colore. Alcuni passaggi risultano un po' forzati, come il tentato suicidio e la relazione romantica, ma nel complesso il film convince e lascia il segno. Voto: 6,5

Tutti tranne te (Romantico/Commedia 2023) - Un tentativo poco riuscito di riportare in auge la commedia romantica da parte di un regista che in passato ha saputo farla bene, come dimostra Easy GirlTutti tranne te inciampa in cliché superati, cercando di mascherare una sceneggiatura datata con splendide ambientazioni australiane e due protagonisti affascinanti ma privi di carisma. A salvare il film dal disastro sono la verve dei comprimari e l'abilità del regista, che garantisce un buon ritmo. Voto: 5,5

The Covenant (Guerra/Dramma 2023) - Guy Ritchie abbraccia un approccio diverso all'azione (diversamente da Il ministero della guerra sporca), raccontando una storia di amicizia e coraggio ambientata nell'Afghanistan odierno. Il film si distingue per un inizio coinvolgente e, nel complesso, risulta riuscito, pur con alcune esagerazioni narrative, soprattutto nella parte centrale. Punti di forza sono il rapporto tra i protagonisti, interpretati con grande efficacia, l'ambientazione ben costruita e le sequenze d'azione curate nei dettagli. Il tutto accompagnato da una colonna sonora incisiva che amplifica l'intensità delle scene. Un buon film, seppur privo di vera originalità. Voto: 6+

mercoledì 31 luglio 2024

Una birra al fronte (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/07/2024 Qui - Ispirato a un'incredibile storia vera, Peter Farrelly si cimenta nuovamente in un mix di commedia e dramma con risultati rispettabili, sebbene meno convincenti rispetto a Green Book, a causa di una certa superficialità. Zac Efron si impegna ma non riesce pienamente a coinvolgere nelle vicende di un personaggio così incosciente, e la sua rivelazione che la guerra è brutta appare ovvia. Tuttavia, la crescente consapevolezza del protagonista è efficacemente rappresentata ed è un'ottima metafora della perdita dell'innocenza americana di fronte alle tragedie del Sud-Est asiatico. Il film è nel complesso gradevole, con una narrazione prevedibile e sviluppi scontati, e nonostante la mancanza di originalità, è complessivamente ben realizzato. Voto: 6 [Apple Tv Plus]

mercoledì 31 gennaio 2024

L'esorcista del papa (2023)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/01/2024 Qui - Non certo un capolavoro ma neanche troppo male. Come tanti suoi simili del filone esorcistico cerca di inseguire il capolavoro capostipite senza lontanamente avvicinarsi (basti un confronto tra Linda Blair e il piccolo indemoniato, al limite del ridicolo). Nonostante scempiaggini a profusione (straordinaria quella di Amorth che arriva in Spagna in Vespa dall'Italia), ha dalla sua Russell Crowe che poco c'entra con il reale Padre Amorth ma col suo carisma salva il salvabile. Trash, con brutti effetti speciali ma con un buon ritmo e qualche buona idea (l'Inquisizione creata dal Diavolo). Il film di Julius Avery riesce inoltre, seppur solo in parte, a ricreare una certa atmosfera malsana, ma di più non c'è ed oltre non va. Voto: 5+ [Prime Video]

venerdì 16 dicembre 2022

Thor: Love and Thunder (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/12/2022 Qui - Dopo il successo (forse anche inaspettato) di Ragnarok, Taika Waititi ci riprova. Il risultato di questo Love & Thunder è però altalenante e se non ci fossero presenze di grande caratura come Christian Bale e Russell Crowe, forse il film convincerebbe ancora meno. La sensazione è che, a tratti, si sia resa la pellicola più "camp" del necessario (cosa che era avvenuta in modo del tutto naturale con Ragnarok). La, forse troppa, CGI appiattisce un po' le recitazioni ma quello che rimane del film è piacevole (una colonna sonora leggendaria con pezzi dei Guns N'Roses) e divertente (con situazioni e gag sul filo del demenziale). Godibile (non annoia grazie a un ritmo frenetico) ma niente di che. Voto: 6

lunedì 28 febbraio 2022

Il giorno sbagliato (2020)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/02/2022 Qui - In bilico tra "Un giorno di ordinaria follia" e "Duel", un discreto thriller ansiogeno in grado di regalare buon intrattenimento senza eccessivo impegno. Momenti tesissimi prima, inseguimenti d'azione poi e un finale che può essere prevedibile. Soggetto appunto non originalissimo, regia (positivamente scattante nelle scene d'inseguimento, veramente spettacolari, nonché in quelle più violente) e confezione tipiche da thriller americano, ma ha il suo perché e una cattiveria psicologica non consueta. Discreta la prova di un imbolsito Russell Crowe, appena sufficiente il resto del cast. Nel complesso, pur nelle sue anomalie ed esagerazioni, il film mi è piaciuto e mi ha tenuto incollato allo schermo. Nulla di eccezionale, nessun capolavoro, eppure la pellicola scorre, non molla mai e si lascia guardare. Vederlo per ricordarsi di non suonare mai il clacson agli incroci. Voto: 6

martedì 31 marzo 2020

Boy Erased - Vite cancellate (2018)

Titolo Originale: Boy Erased
Anno e Nazione: USA 2018
Genere: Drammatico, Biografico
Produttore: Joel Edgerton, Kerry Kohansky-Roberts, Steve Golin
Regia: Joel Edgerton
Sceneggiatura: Joel Edgerton
Cast: Lucas Hedges, Nicole Kidman, Russell Crowe, Joel Edgerton, Joe Alwyn, Xavier Dolan
Troye Sivan, Britton Sear, Théodore Pellerin, Cherry Jones, Flea, David Joseph Craig
Durata: 110 minuti

Nicole Kidman, Lucas Hedges e Russell Crowe in una sconvolgente storia vera tratta dalla biografia di Garrard Conley.
Il figlio adolescente di un predicatore dell'Arkansas confessa la propria omosessualità ai genitori, che lo costringono a partecipare a una terapia di conversione.

venerdì 14 giugno 2019

L'uomo con i pugni di ferro (2012)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 29/10/2018 Qui - L'uomo con i pugni di ferro (Azione, USA, 2012): Chiariamo subito una cosa: Quentin Tarantino non c'entra niente con questo film, ha solo "prestato" il suo nome come una sorta di sponsor/garanzia e non ha in alcun modo contribuito alla realizzazione della pellicola, e si vede, aggiungo. RZA debutta in cabina di regia con un pasticcio a base di kung fu, hip-hop e combattimenti più o meno spettacolari in stile videogames. Folle e confusionario, The man with the iron fists sembra, più che un film, un prodotto partorito dalla fantasia di un bambino troppo cresciuto. Un b-movie all'ennesima potenza, dove la trama (ambientata in una stramba Cina del XIX secolo) è solo un pretesto per mettere in atto tutto quello che girava confusamente nella testa di RZA. Combattimenti pirotecnici, armi e armature a dir poco sofisticate quanto improbabili, uomini che diventano di bronzo e donne che sanno fare sia l'amore che la guerra. Pieno zeppo di citazioni e di tentativi di imitare il maestro, L'uomo con i pugni di ferro ha tanti difetti su cui passare sopra per cercare di godersi il film, senza pretendere da esso nulla di più e di nulla di meno di ciò che ha da offrire. La sceneggiatura ha più buchi di un groviera e RZA si prende troppo sul serio, sia come attore che soprattutto come regista, privando il film di quella massiccia dose di autoironia di cui avrebbe assolutamente necessitato. Apprezzabili le scene d'azione, i costumi di scena, le scenografie e l'anima della pellicola, fondamentalmente splatter, in cui si vede la mano di Eli Roth. Positiva e simpatica la prova di un Russell Crowe extra large, devoto all'alcol, all'oppio e alle puttane. Il suo Jack Knife è senza dubbio il personaggio più riuscito, eroe sgradevole ma irresistibile che conquista subito il pubblico e che conferma, qualora ce ne fosse bisogno, la sua capacità di rendere credibile ogni personaggio che interpreta. Poco sfruttata ma sempre brava e bella Lucy Liu, anche se la sua Madame Blossom sembra uscita direttamente da Kill Bill. Maluccio invece RZA, forse un giorno diventerà un vero regista (anche se la scelta di legare il rap alle scene d'azione si è rivelata pessima), ma come attore lasciamo perdere (non ha abbastanza carisma per reggere il ruolo da protagonista, con gli altri membri del cast a rubargli costantemente la scena, Dave Bautista compreso). Nel complesso, L'uomo con i pugni di ferro è un film (che incredibilmente ha anche un seguito) sgangherato e fine a sé stesso, che si lascia vedere e che si dimentica all'istante. Voto: 5

domenica 9 giugno 2019

La mummia (2017)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 18/10/2018 Qui - Molti di noi credo abbiano sussultato alla notizia di un remake de "La Mummia" quando ne fu annunciata la produzione anni fa. Per tanti la trilogia di Stephen Sommers, o perlomeno il capitolo del 1999, è stata infatti una solida impronta nell'infanzia che ha regalato e, forse, inventato un senso del mistero, della ricerca dell'occulto e della scoperta che si vorrebbe riscoprire in un film del medesimo genere. È questo che si cerca, a maggior ragione, in un remake/reboot (o qualsiasi altra cosa) che ha sulle spalle il duro compito di non infangare il nome che porta, ed è questo che non si è trovato nel lungometraggio di Alex Kurtzman che, al suo secondo film dopo "Una famiglia all'improvviso", sceglie la strada più scontata e probabilmente la più sbagliata. I film di Sommers inoltre avevano il pregio di saper divertire, erano un blockbuster di discreto livello in grado di intrattenere bene, qui siamo all'ennesima rappresentazione della mummia ma priva di ironia e con effetti speciali appena discreti. Con La mummia (The Mummy) infatti, film del 2017 diretto dal regista statunitense, ci troviamo davanti ad un film piuttosto insufficiente, in termini di sceneggiatura e di evoluzione narrativa. La storia è piuttosto piatta e, soprattutto nella parte centrale il ritmo cala in maniera vistosa, tanto che rischia di annoiare. L'idea di per se non è male, ma il suo stare in bilico tra film d'azione (a tratto quasi supereroistico) e una sorta di omaggio al cinema horror, lo trasforma in una pellicola insipida e soprattutto scontata, con l'unica eccezione per una brava e intrigante Sofia Boutella (che esalta la sua sete di potere senza sforzo, oltre ad essere incredibilmente seducente), e una serie di effetti speciali piuttosto riusciti. E in tal senso niente di cui sorprendersi, dopotutto La mummia è il classico film dove la storia è costretta a servire uno spettacolo puramente visivo invece che un lavoro di spessore. A tal proposito vorrei raccontarvi la trama (una trama semplice tuttavia piena di scene WTF?!, in cui la cosiddetta "sospensione dell'incredulità" viene abbondantemente superata), ma finirei solo col dirvi con troppi giri di parole che, in fin dei conti, si tratta della classica storia in cui una creatura malvagia viene risvegliata dal sonno eterno e comincia a seminare caos e distruzione. Piuttosto, preferisco passare subito al sodo.

sabato 4 maggio 2019

The Nice Guys (2016)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/01/2018 Qui - L'action comedy ha sempre attirato l'attenzione da parte del pubblico e della critica, per poter divertirsi con un humor esilarante per sdrammatizzare la pellicola ma allo stesso tempo intriga molto per come i protagonisti riescono a risolvere alcuni misteriosi casi. The Nice Guys, film del 2016 diretto e co-scritto da Shane Black, si addentra in questo genere, facendolo ambientare negli anni '70. I protagonisti di questa pellicola infatti, che sono Russell Crowe e Ryan Gosling, da investigatori privati maldestri, devono risolvere il caso (che poi finirà per smascherare un complotto) di una giovane attrice porno in fuga dai sicari. Peccato che, seppur l'idea di una Los Angeles nebbiosa e quindi un po' plumbea come immagine di una città dove tutto è un po' sbilenco e sopra le righe non è male, e anche se gli anni settanta sono ricostruiti in modo molto preciso ed anche sofisticato (ottima scusa per ricordare un tempo che si è vissuto in età più giovanile), della trama, frenetica e ingarbugliata, si capisce poco, e comunque, anche supponendo di averci capito, tutto risulta piuttosto inconsistente. Questo buddy movie infatti, stile che Shane Black (lo sceneggiatore di Arma Letale 1 e 2) in ogni caso dovrebbe conoscere bene, non lascia segni né nella mente né nel cuore e risulta complessivamente insulso. Inoltre è intriso fino al midollo di moralismo buonista. Giacché non bastano alcune gag originali e divertenti, se la storia in sé è minuscola.

domenica 24 febbraio 2019

Padri e figlie (2015)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 02/02/2017 Qui - Padri e figlie (Fathers and Daughters), film del 2015 diretto da Gabriele Muccino, è una bella ed emozionante commedia drammatica che grazie alla sua originale costruzione cinematografica capace di far coesistere due spazi temporali (a distanza di 25 anni) incastrando a mosaico momenti dell'infanzia e della vita adulta di una figlia nel difficile rapporto col padre che con tenacia cerca di crescerla dopo la tragica morte della madre. riesce nell'intento di coinvolgere. Il regista infatti, senza retorica affronta un tema profondo e complesso muovendo i personaggi con grande maestria avvalendosi di interpreti di grandissimo spessore, Russell Crowe (che è anche produttore esecutivo), Amanda Seyfried, Aaron Paul, Diane Kruger, Octavia Spencer e Jane Fonda. Certo non mancano i tipici espedienti 'Mucciniani', le frenetiche corse dei protagonisti, le urla isteriche per strada, i pianti silenziosi, il dramma più puro, ma la qualità dei contenuti riesce a farceli digerire facilmente. Il fruitore è accompagnato attraverso le difficoltà affettive della protagonista (una sorprendete Amanda Seyfried), comprendendo  la sua paura del passato e del futuro, il suo senso di solitudine, l'incapacità di amare. Interessante e ben costruito è lo sviluppo della storia su un doppio piano temporale che vede da un lato il rapporto di un padre con la sua bambina e dall'altro il rapporto di una donna con se stessa e con la sua insana tendenza all'autolesionismo. Sentimenti ben descritti e ben caratterizzati grazie al lavoro del regista e soprattutto alla grande interpretazione della protagonista.

venerdì 8 febbraio 2019

Les Misérables (2012)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 21/11/2016 Qui - Andato in onda su Iris, un film di tutt'altro genere, tutt'altro spessore, un film basato su uno dei più famosi musical di tutti i tempi, perciò ha un cast stellare e il risultato finale è più che discreto. Parlo ovviamente di Les Misérables, film del 2012 diretto da Tom Hooper, che prima di The Danish Girl, e dopo Il discorso del Re, entrambe grandissime pellicola, si è cimentato nel proporre cinematograficamente il celebre romanzo di Victor Hugo ma basandosi sull'omonimo musical, riuscendo in ogni caso ad uscirne vincitore. Non solo per le 8 nomination all'Oscar e le 3 statuette conquistate ma perché nonostante i film musicali sono un genere che poco apprezzo, bisogna ammettere che è difficile non emozionarsi difronte a questo film. Un film che rivolgendosi a tutti ci parla di speranza, perdono e amore (in tutte le sue innumerevoli forme). Un film che quindi non delude i fan del genere o del romanzo, anche se proprio il fatto che si tratta di un film musicale non mi ha del tutto convinto, probabilmente non fanno per me, ma è senza dubbio il migliore di quelli (pochi a dir la verità) visti finora, sicuramente migliore di Into the woods su tutti i punti di vista. Les Misérables infatti è un film completamente diverso, un film potente come la storia che segue le vicende (ambientate in Francia, nel 1815) di Jean Valjean che dopo 19 anni di prigione per aver rubato del pane si trova in libertà ma impossibilitato a ritrovare la propria dignità perché perennemente rifiutato per il proprio passato. Il suo alter ego è Javert, guardia del carcere e sua ombra anche quando, dopo aver ricevuto un gesto caritatevole da padre Myriel che nasconde un suo furto, Valjean cambia e si dedica a fare il bene della comunità, diventando sindaco di Montreuil con il nome di Madeleine. Qui incontrerà Fantine, costretta a prostituirsi per mantenere la figlia Cosette, e poco prima della morte di lei le promette di prendersi cura della bambina, e per far questo fugge ancora dal proprio passato, inseguito dall'ossessione di Javert. Gli anni passano, i moti rivoluzionari degli studenti agitano Parigi e Cosette di innamora di Marius, giovane manifestante, amato anche da Eponine, figlia dei due locandieri che avevano cresciuto Cosette. Sarà Valjean a salvarlo dalla battaglia e a riunire i due giovani prima di morire riconciliato con se stesso. Sorte diversa avrà la sua nemesi Javert, che dopo essere stato catturato dai rivoltosi e liberato proprio da Valjean, non riuscirà ad accettare la fine del proprio odio, al contrario di Valjean che muore dicendo "sono un uomo che ha imparato a non odiare". Proprio la trama è uno dei punti forti della pellicola, perché riesce a renderti partecipe, una trama che con la pressoché quasi assenza di parti recitate non cantate, non annoia bensì appassiona, coinvolge, ti trascina all'interno dei suoi personaggi.

mercoledì 9 gennaio 2019

The Water Diviner (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/07/2016 Qui - The Water Diviner è un emozionante, crudo e teso film drammatico del 2014 diretto e interpretato da Russell Crowe, al suo esordio come regista. Ispirato a fatti realmente accaduti e basato su un romanzo di Andrew Anastasios, la storia è stata scritta per il cinema dallo stesso autore insieme ad Andrew Knight e parla delle traversie di un agricoltore australiano, Joshua Connor (Russel Crowe) che nel 1919, a quattro anni dalla fine della guerra di cui anche Gallipoli (dove ci fu una delle più sanguinose battaglie della prima guerra mondiale) era stato teatro, non avendo visto tornare i suoi tre figli, parte per la Turchia a cercarli morti o vivi che fossero, dopo la promessa fatta alla moglie suicida per la disperazione. In questo coinvolgente (a tratti) film il Russell Crowe regista si attiene con notevole accuratezza storica ai fatti del primo post-guerra in Turchia, anche se, a dirla tutta, manca quella scintilla magica che permetterebbe alla sua opera prima di essere catalogata come capolavoro, e anzi, se non vi fosse l'immensa interpretazione del Russell Crowe attore staremmo parlando di una pellicola del mucchio, un'opera qualunque arrestatasi a metà del guado. Il film infatti che parla di una storia non tanto conosciuta a più, anche da me, non sapevo infatti che l'Australia avesse combattuto nella grande guerra, addirittura con un proprio esercito, l'ANZAC (Australian and New Zealand Army Corps), si mantiene solo grazie alla presenza del roccioso attore, che rende 'omaggio' ai suoi natali. Ma scendiamo nei dettagli della trama di un racconto che porta il nostro protagonista dalla nativa Australia, mosso da una promessa, fatta alla moglie poco prima che morisse, ovvero quella di trovare i suoi figli, e riportarli a casa per dare loro una degna sepoltura. Joshua è un agricoltore, sa ascoltare la terra, sa trovare l'acqua nelle sue profondità (il titolo è esplicativo), eppure, trovare i suoi figli in quel luogo devastato dalla guerra sembra un'impresa troppo grande. I suoi unici amici in terra straniera sono il piccolo Orhan e sua madre Ayshe (la bella Olga Kurylenko, abbastanza sottotono), che gli offrono alloggio nel piccolo albergo di famiglia, finché l'incontro con un ufficiale dell'Esercito turco gli restituisce la speranza: il più grande dei suoi figli potrebbe essere ancora vivo. Comincia così per Joshua un viaggio nel cuore dell'Anatolia, alla ricerca del figlio perduto e della risposta alla domanda: perché non è tornato a casa?

sabato 5 gennaio 2019

Storia d'inverno (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/06/2016 Qui - Storia d'inverno (Winter's Tale) è un inusuale ed enigmatico film d'amore del 2014, scritto, diretto (fa infatti il suo debutto alla regia) e prodotto da Akiva Goldsman (sceneggiatore di A beautiful mind, Il codice da vinci, Hancock, Io sono leggenda, Mr & Mrs smith). La pellicola è la trasposizione cinematografica dell'omonimo romanzo di Mark Helprin, scritto nel 1983. Come per molti film di Goldsman, siamo di fronte ad un genere misto: "Storia d’Inverno" infatti è una via di mezzo tra il film sentimentale, fantasy e la tipica fiaba. La città di New York è subissata da venti artici, notti buie e luci bianche. La vita degli abitanti ruota intorno alla più grande casa mai costruita e non esiste niente che ne possa scalfire la vitalità. In questo contesto fantastico, una notte d'inverno Peter Lake (Colin Farrell), orfano e grande meccanico, tenta di rapinare un palazzo-fortezza nel quartiere di Upper West Side. Sebbene creda che la residenza sia vuota, trova ad attenderlo Beverly Penn (Jessica Brown Findlay), la giovane figlia dei proprietari che sta per morire. Ha inizio così una storia d'amore che viaggia indietro nel tempo grazie a un cavallo bianco volante. Un film che si presenta quindi "strano" (e lo è sicuramente) a tratti perfino difficile da comprendere, ma comunque molto romantico. Però il film, a metà tra il biblico ed il fiabesco, si dipana lungo due (uggiose) ore senza che mai possa realmente emozionare e scalfire quel suo cuore di ghiaccio (narrativo, estetico, programmatico). Qua si blatera di destini da compiere, di disegni generali, di miracoli (e miracolose ridicolaggini, a partire dal poppante gettato in mare aperto a bordo di una scialuppa-giocattolo), di grandi unici amori che trascendono il tempo lo spazio la malattia e la morte, di lotte tra bene e male con tanto di angeli custodi, demoni e finanche Lucifero in persona (Will Smith! e non c'è niente da ridere, purtroppo), di stelle e luci che rifrangono la volontà dell'Universo.