Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 18/10/2018 Qui - Molti di noi credo abbiano sussultato alla notizia di un remake de "La Mummia" quando ne fu annunciata la produzione anni fa. Per tanti la trilogia di Stephen Sommers, o perlomeno il capitolo del 1999, è stata infatti una solida impronta nell'infanzia che ha regalato e, forse, inventato un senso del mistero, della ricerca dell'occulto e della scoperta che si vorrebbe riscoprire in un film del medesimo genere. È questo che si cerca, a maggior ragione, in un remake/reboot (o qualsiasi altra cosa) che ha sulle spalle il duro compito di non infangare il nome che porta, ed è questo che non si è trovato nel lungometraggio di Alex Kurtzman che, al suo secondo film dopo "Una famiglia all'improvviso", sceglie la strada più scontata e probabilmente la più sbagliata. I film di Sommers inoltre avevano il pregio di saper divertire, erano un blockbuster di discreto livello in grado di intrattenere bene, qui siamo all'ennesima rappresentazione della mummia ma priva di ironia e con effetti speciali appena discreti. Con La mummia (The Mummy) infatti, film del 2017 diretto dal regista statunitense, ci troviamo davanti ad un film piuttosto insufficiente, in termini di sceneggiatura e di evoluzione narrativa. La storia è piuttosto piatta e, soprattutto nella parte centrale il ritmo cala in maniera vistosa, tanto che rischia di annoiare. L'idea di per se non è male, ma il suo stare in bilico tra film d'azione (a tratto quasi supereroistico) e una sorta di omaggio al cinema horror, lo trasforma in una pellicola insipida e soprattutto scontata, con l'unica eccezione per una brava e intrigante Sofia Boutella (che esalta la sua sete di potere senza sforzo, oltre ad essere incredibilmente seducente), e una serie di effetti speciali piuttosto riusciti. E in tal senso niente di cui sorprendersi, dopotutto La mummia è il classico film dove la storia è costretta a servire uno spettacolo puramente visivo invece che un lavoro di spessore. A tal proposito vorrei raccontarvi la trama (una trama semplice tuttavia piena di scene WTF?!, in cui la cosiddetta "sospensione dell'incredulità" viene abbondantemente superata), ma finirei solo col dirvi con troppi giri di parole che, in fin dei conti, si tratta della classica storia in cui una creatura malvagia viene risvegliata dal sonno eterno e comincia a seminare caos e distruzione. Piuttosto, preferisco passare subito al sodo.
Innanzitutto è utile specificare che si tratta comunque di un film godibile, difficilmente noioso nella sua interezza, ma incredibilmente fuori luogo e mal realizzato. Si presenta come un grande film di azione e di avventura con il solito Tom Cruise come protagonista e rispetta le attese (anche se la scelta di non puntare su Sofia Boutella ma su di lui, che trasmette la sensazione di essere il protagonista sbagliato in un ruolo sbagliato, non convince affatto, anche perché ti aspetteresti un cacciatore di tesori in stile Nathan Drake, ed invece ti ritrovi un Ethan Hunt di Mission Impossible), ma non si può considerare come un film della Mummia. Più che altro pare un mix, mal fatto e davvero poco coerente e sensato, di un film mediocre sugli zombie/mostri e appunto Mission Impossible. Scene di azioni, sparatorie, corse infinite, proiettili ovunque e poi mandrie di mummie (o zombi) in calca da massacrare. Inoltre vi sono troppi elementi confusionari e fuori luogo: i crociati, le mummie, i super cattivi, Dottor Jeckyll e Mr Hyde tutti nello stesso film. Capisco la motivazione di ciò e cioè di iniziare e presentare di "botto" con i mostri della Universal, giacché questo nelle intenzioni dovrebbe essere il primo tassello del cosiddetto Dark Universe (storica major dei vari mostri che hanno popolato gli schermi negli anni '30), ma questo non è il modo, visto che c'è troppa confusione e insensatezza di elementi. Un film della Mummia deve parlare di essa principalmente e invece qui ci si concentra più che altro nel delineare l'atmosfera, l'intento, l'universo appunto che si vorrebbe creare. Un universo, col tentativo di creare appunto, tassello dopo tassello, un specie di enorme crossover da mettere in diretta concorrenza con le saghe dei supereroi Marvel, che sembra però già morto sul nascere. Perché se è vero che chi ben comincia è a metà dell'opera, allora siamo rovinati: il film (d'apertura di questo ambizioso progetto) è un mezzo disastro. Intendiamoci, gli intenti sono ottimi, la storia di base c'è (anche se non è nulla di nuovo, in realtà è abbastanza prevedibile), ma è raccontata davvero male. La sceneggiatura è piena di forzature e il film è pieno di scene senza senso (che non funzionano per nulla). Scene che inoltre vengono pure riproposte, rendendo più frustante il continuo della visione. Ci sono poi molte parti che sono assolutamente inutili ed avrebbero dovuto essere tagliate.
Infatti tutta la primissima parte de La Mummia (che ci anticipa l'inesperienza del regista) concatena finemente una serie di cretinate allucinanti, che nonostante si tenti di "spegnere il cervello" non possono passare inosservate se si ha un briciolo di buon senso. Il ritrovamento della tomba e il modo in cui riescono a tirarne fuori il sarcofago toccano picchi di illogicità tristemente alti, e i motivi per cui la principessa Ahmanet è finita sepolta viva, oltre che essere abbastanza discutibili, non suscitano alcun tipo di empatia, a differenza della storia di Imhotep (tanto quello di Boris Karloff del 1932 che quello del 1999) che pur nella sua malvagità agiva mosso dall'amore per una donna rimasto immutato per millenni. Il film getta quindi nello sciacquone almeno ottant'anni del concept originale de La Mummia, ma vi dirò, visto quanto se n'è abusato (si contano almeno una decina di titoli), l'idea di una reinterpretazione totale neanche dispiace, se non fosse che questa nuova storia manca del tutto di mordente: terminata la visione, tabula rasa. Il problema penso risieda principalmente nel fatto che il film è asservito più al creare delle basi per il Dark Universe, che ad essere pienamente godibile di per sé. Infatti gli indizi che fanno riferimento agli altri mostri, l'organizzazione guidata dal Dr. Jekyll per controllare ed eliminare queste minacce, e ciò che riguarda le possibili evoluzioni future di Nick Morton (il personaggio di Tom Cruise), sono tutti elementi che riescono a stuzzicare (nonostante tutto) della sana curiosità su come sarà costruito questo universo condiviso. In ogni caso, al di là delle premesse imbarazzanti, comunque, il film poi comincia ad ingranare, anche se il merito è da attribuire praticamente tutto al comparto tecnico. La Mummia vanta infatti delle atmosfere davvero ben realizzate e degli effetti visivi di prim'ordine, inoltre il regista Alex Kurtzman è riuscito a mettere su delle scene che raggiungono livelli di spettacolarità decisamente elevati, una tra tutte quella dell'aereo che precipita. Insomma, da un punto di vista prettamente estetico è innegabile che il film abbia un certo carattere e riesca ad essere abbastanza affascinante (anche se male le ambientazioni: Londra si vede davvero poco e tutto si riduce a piccoli spazi e inquadrature minute, se non per qualche piccola visione aerea e di insieme).
La sceneggiatura invece è a dir poco fiacca. A parte incongruenze e grossolanità tipiche di un blockbuster che punta all'intrattenimento più semplice, la scrittura del film sbaglia proprio negli intenti, buttando alle ortiche le enormi potenzialità horror del personaggio da cui prende il titolo, e riducendosi a scimmiottare (male) alcune caratteristiche dei film targati Marvel Studios. Troviamo, come detto, dell'umorismo spesso fuori luogo e in grado a malapena di strappare un sorriso, e tantissima azione, che alle volte riesce ad entusiasmare, altre lascia indifferenti. Non lascia però indifferenti l'errore di non seguire una scaletta nell'elaborazione della trama così da dare all'audience ciò che cerca e desidera: il brivido. Infatti la visione è appena iniziata e noi conosciamo (tramite un Russell Crowe cui verrà dato ben poco spazio nel corso della storia) già nel dettaglio il nostro nemico e non serve molto intuito per immaginare come si svolgeranno i prossimi eventi. E così, ormai privati del piacere essenziale del film proseguiamo la visione. Una scontata e mal costruita sparatoria ci presenta il solito Tom Cruise, questa volta a caccia di antiche ricchezze. Poco credibile la scoperta della prigione della principessa Ahmanet per mezzo della "casuale" caduta di un missile aereo sul suolo. Diversi minuti avanti troviamo un ancora forte e valido Russell Crowe che però, suo malgrado, ricopre il ruolo del disturbato Dr. Jekyll, personaggio che nulla c'entra con gli antichi egizi e con i loro oscuri segreti. È infatti un elemento che va solo ad appesantire quella che sarebbe dovuta essere una trama fluida e piacevole da scoprire. Difatti la morbosa necessità di costruire un franchise e quindi di non svelare al pubblico le proprie carte rende il film assolutamente piatto e tutto sommato di apporto nullo. A brevi scene di combattimento soffocate l'una dall'altra e per niente in armonia fra loro segue un finale che ci lascia indispettiti e poco convinti. A tutto ciò si va ad aggiungere un ritmo altalenante, inficiato dalla presenza di alcuni tempi morti, e personaggi inutili, su tutti Chris Vail (interpretato da Jake Johnson), il compagno di "merende" di Morton che muore poco dopo il ritrovamento del sarcofago e rispunta random per tutto il film come sottospecie di "comic relief" forzato.
L'ultimo aspetto negativo (oltre ai dialoghi pessimi ed ai personaggi appena abbozzati) riguarda il tentativo, mal riuscito, di voler cercare di copiare/riprendere gli elementi "forti" dei vecchi film e si unirli a nuovi: si vede palesemente come si cerchi di forzare l'inserimento di scene già viste con elementi nuovi (vedasi scena iniziale di spiegazione della nascita della Mummia) con tratti nuovi (ad esempio il fatto che il protagonista non sia un esperto o un appassionato di antichità, ma solo un ladro, tra l'altro inesperto e superficiale). E quindi La Mummia alla fine non è altro che un lungo prologo del Dark Universe, e preso da questo punto di vista riesce anche ad incuriosire nei confronti dei progetti futuri, ma se lo guardiamo per ciò che dovrebbe essere, si tratta decisamente di un primo passo su del ghiaccio sottile. Nonostante ciò, per la sua durata riesce bene o male nell'intento di intrattenere, grazie ad un confezionamento generale tutt'altro che scadente (inoltre ci sono anche momenti di buona tensione, che comunque ho apprezzato, ma sono pochissimi e molto controllati), e l'inserimento di easter egg e citazioni del film con Brendan Fraser (oltre che chiaramente delle pellicole sui mostri classici, con cui però il pubblico ha meno dimestichezza), che provocano inevitabilmente sorrisi compiaciuti. Proprio grazie a quest'ultime ci si ricorda di essere in un film della Mummia, sì, quella mummia davvero impressionante, grossa, cattiva e paurosa che qui manca del tutto e non perché si tratti di una mummia donna, ma perché manca di spessore e di personalità e risulta solo una mummia attraente, accattivante, sensuale e manipolatrice, ma affatto "malvagia". E quindi se La Mummia è considerato l'inizio del franchise Dark Universe, allora i mostri di questa nuova saga sono partiti davvero male (forse i produttori dovrebbero semplicemente premere nuovamente il pulsante di riavvio e rifare tutto da capo, giacché questa pellicola è un tentativo "molto scarso" di creare un potenziale franchising). Se infatti con il prossimo film non si dovesse portare più in alto l'asticella (rinnovare i personaggi può starmi anche bene, in linea teorica, ma deve poggiare su basi più solide e non d'argilla come in questo caso), temo che un bell'impatto visivo e un cast di spessore non potranno più bastare a gettare fumo negli occhi agli spettatori. Anche perché qui il regista Alex Kurtzman ha solamente riempito di CGI le scene d'azione trascurando completamente la componente "fondamentale" horror del film.
E tuttavia La Mummia non è un film pessimo, anzi riesce essere anche piuttosto originale nella reinterpretazione del mito cinematografico, e intrattiene piacevolmente fino alla fine. Inoltre, apre in maniera piuttosto intrigante il sipario su questo Dark Universe mettendo non poca curiosità sugli sviluppi futuri (anche se nessuna aspettativa, impossibile averne di fronti a progetti del genere, giacché qui il disastro è indescrivibile). Sono quindi combattuto nel giudizio complessivo dell'opera. Potremmo dire che si tratta di un film mediocre alla fine, infarcito di fughe, combattimenti, e cliché appartenenti al genere azione/avventura ben imbastiti, ma visti e rivisti in mille altri film, con un Tom Cruise (sottotono e poco interessato come la bella Annabelle Wallis di Mine, meglio la Sofia Boutella di Atomica Bionda, comunque inserita in un ruolo che richiede un minimo di vivacità) che da un lato funziona sempre per questo tipo produzioni, dall'altro ripropone sempre lo stesso personaggio. Allo stesso tempo lo considererei un buon episodio pilota per una serie dark fantasy di cui appunto La Mummia rappresenta solo il prologo, anche se il suddetto è forse uno dei peggiori blockbuster degli ultimi anni. Sì perché purtroppo, nonostante svariati particolari che ho apprezzato, il film non si regge molto sulle sue gambe. Certo, rimane una visione comunque gradevole se cercate qualcosa di estremamente disimpegnato (seppur "La mummia" vive di un canovaccio trito e ritrito, purtroppo con la tremenda aggravante di non riuscire a scegliere tra l'horror puro e l'horror-comedy: il risultato è una pellicola né carne né pesce, semplice guazzabuglio di scene d'azione incollate un po' alla carlona con la trama sgangherata), ma nulla di trascendentale e assolutamente sorvolabile da quanti non siano interessati a farsi risucchiare dall'ennesimo universo condiviso che Hollywood ci propone. D'altronde portare avanti un progetto come il Dark Universe è una spia rossa circa la carenza di idee che attanagliano Hollywood, oramai collassata su sé stessa con remake e reboot vari (di cui solo una minima parte riesce a non rendersi ridicolo). E' infatti questo un film abbastanza deludente, un film di cui forse non si sentiva il bisogno, prevedibilissimo, e privo di ironia, tensione e quel gigioneggiare simpatico dei film di Sommers non aiuta alla riuscita di un film che probabilmente e prevedibilmente sarebbe meglio evitare di vedere. Voto: 5