giovedì 27 giugno 2019

La sposa bambina (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/01/2019 Qui - Tratto purtroppo da una storia vera, storia tratta dall'omonimo romanzo scritto da Nojoud Ali e dalla giornalista Delphine Minoui e che ripercorre anche il vissuto della stessa regista, Khadija Al-SalamiLa Sposa Bambina, film del 2014 diretto dalla regista yemenita, narra la vicenda di una bimba (appunto) yemenita di 10 anni andata in sposa ad un uomo più vecchio di lei di 20 anni, subendo abusi e violenze sessuali "legittimati" dal fatto che quest'ultimo era suo marito. La bambina in questione, non riuscendo più a sopportare le continue violenze, riesce a scappare dal villaggio presso cui era stata relegata e ad appellarsi al tribunale della città di Sana'a al fine di chiedere il divorzio dal marito. Il suo caso, primo nella storia in Yemen, viene preso in considerazione ed a cuore da un giudice il quale si adopera con ogni mezzo per togliere la giovanissima  protagonista dalla potestà del marito e renderla finalmente una persona libera e concederle la possibilità di vivere la propria esistenza di adolescente, sebbene ormai fortemente provata. Questa pellicola quindi, che affronta appunto un tema scottante, un quasi documentario con il difetto tuttavia di essere troppo didascalico e eccessivamente retorico, denuncia apertamente la pratica di dare in sposa le proprie figlie ancora bambine a uomini più vecchi in cambio di denaro, togliendo loro l'innocenza e la possibilità di vivere serenamente la propria vita come tutti gli altri bambini ed adolescenti nel resto del mondo. Dal film si evince che purtroppo è una consuetudine assai diffusa in certi paesi musulmani e soprattutto nei villaggi dove impera l'ignoranza e la certezza di agire bene nei confronti delle proprie figlie.
Oltretutto, oltre agli abusi sessuali, le ragazzine vengono anche sottoposte a duri lavori domestici essendo trattate e divenendo in pratica delle schiave di uomini rudi, ignoranti e violenti. Pertanto questo film risulta molto utile al fine di rendere noto al mondo, denunciandola, la tradizione barbara dei matrimoni combinati in giovanissima età e cercando di debellare per sempre questo antico e radicato uso. Ma se la storia colpisce, dopotutto l'opera induce sicuramente lo spettatore alla riflessione, anche se si spera che soprattutto sia di aiuto al fine di raggiungere la libertà di scelta e l'emancipazione femminile fortemente proibite in certe parti del mondo, la suddetta pellicola non tantissimo. Perché anche se la denuncia che il film porta avanti potrebbe di certo rappresentare un possibile punto di svolta, la questione viene affrontata in maniera un po' troppo didascalica ed, a tratti, inverosimile (sembra un film "cucito" apposta per essere apprezzato sulla sponda nord del Mediterraneo), in più si assiste all'affrancamento della bimba in una maniera troppo veloce e troppo "semplicistica". E tuttavia, seppur il tutto è chiaramente pensato e semplificato per esigenze cinematografiche, e poiché l'intento del regista è, appunto, solo quello ci denunciare un fatto quanto mai deplorevole e nulla di più, va comunque apprezzato il tentativo di aprire una finestra su un mondo che, complici le guerre perenni che ne affliggono il popolo e il territorio, fatica a trovare una vera e propria evoluzione sociale. Un tentativo estremamente interessante e quanto mai realistico che mi ha fatto veramente salire tanta rabbia per come in certi posti del mondo al giorno d'oggi le usanze e le tradizioni prevalgano ancora sulla ragione ed il buon senso. Voto: 6