Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/01/2019 Qui - 40 sono i nuovi 20 (Commedia, Usa 2017): Figlia di due registi di commedie di successo come Charles Shyer (Il padre della sposa) e Nancy Meyers (Tutto può succedere, L'amore non va in vacanza), l'esordiente Hallie Meyers-Shyer cerca di rifarsi allo stile materno con una pellicola godibile e inerente ai rapporti uomo-donna. In questo caso si gioca, e il titolo italiano lo sa bene, sulla fascinazione che i ragazzi ventenni provano per le donne quarantenni, ma al di là di questo spunto, che comunque di per sé non basta a generare situazioni divertenti, non ci sono altre idee degne di nota in una sceneggiatura (mai concreta, mai credibile) che procede col pilota automatico, tra svolte narrative prevedibili (il ritorno dell'ex marito di lei) e gag forzate (e fastidiose estremizzazioni di buonismo ed ottimismo, oltre ad un semplicismo narrativo). La messinscena della neo-regista non è mai vibrante (la fotografia è eccessivamente artificiosa) e si adagia sui bassi standard delle tante pellicole hollywoodiane fatte con lo stampino dello stesso genere (anche la colonna sonora, curata dal candidato all'Oscar John Debney, si riduce ad un semplice ensemble di tracce senza spessore, che potrebbero spazientire più che intrattenere). Il lungometraggio pecca poi nella caratterizzazione dei protagonisti, estremamente monocordi e bidimensionali. La figura della protagonista appare anzitutto vuota, incapace di rispecchiare le sfaccettature emotive e personali di una persona neo-separata. Reese Witherspoon, che da sempre oscilla tra ottime interpretazioni (Quando l'amore brucia l'anima, Come l'acqua per gli elefanti, Mud) e scelte opinabili (Wild, Fuga in tacchi a spillo), risulta inoltre eccessivamente artefatta, soprattutto nei frangenti di felicità. Ottimi sono invece i co-protagonisti Pico Alexander, Nat Wolff e Michael Sheen, che devono tuttavia confrontarsi con personaggi ugualmente inconsistenti. E quindi, per colpa di una regista inadatta e di una sceneggiatura leziosa, 40 sono i nuovi 20 è perciò un lungometraggio impersonale e forzato, incapace di coinvolgere veramente. Un film debole nello spunto iniziale e mal costruito. Voto: 5