mercoledì 26 giugno 2019

Altamira (2016)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/01/2019 Qui - Altamira (Dramma, Spagna, Francia, 2016): Il merito maggiore di questo film (Finding Altamira) diretto da Hugh Hudson è quello di mettere in evidenza un fatto storico come la scoperta delle antiche pitture nella grotta di Altamira. Scoperta che suscitò sia interesse che grande contrarietà, Marcelino Sanz de Sautuola infatti, si trovò a dover persuadere scettici e increduli, tra cui uomini di scienza e uomini di chiesa, che avanzarono formalmente forti dubbi sia sulla datazione dei dipinti che sulla loro effettiva validità. Accettare l'autenticità di quelle pitture rupestri, non solo avrebbe significato un capovolgimento delle credenze sui Paleolotici, ma avrebbe turbato e cambiato in modo determinante anche la percezione dell'uomo secondo la chiesa, che considerò fin da subito quei graffiti un attacco alla verità della Bibbia. In tal senso è intrigante ed avvincente osservare come il protagonista si troverà al centro di due fuochi, accusato di calunnia e di eresia, ma se dal punto di vista prettamente storico la trama riesce a suscitare interesse nello spettatore, dal punto di vista narrativo ed espositivo Altamira non eccelle e né riesce a rendere omaggio ai protagonisti di una vicenda così singolare. Ciò che manca in una pellicola come questa è un intreccio febbrile, muscolare, pronto a reggere un'avvenimento storico di tale portata con tutte le sue conseguenze, sia inconfutabili che oppugnabili. Infatti nonostante l'input della scoperta, del contrasto tra scienza e religione, tra matrimonio e voglia di conoscenza, niente riesce ad emozionare lo spettatore, giacché tutto viene raccontato in maniera schematica, senza grande verve e con pochi acuti. Antonio Banderas porta avanti una performance strutturata, spesso austera, ma godibile, che nulla può però davanti al resto delle caratterizzazioni ed interpretazioni, per niente compatte o allineate (troppo tipicizzate) con la storia e assolutamente fuori parte (su tutti Rupert Everett, bene invece Golshifteh Farahani e Clement Sibony). Per quanto Altamira sia aiutata da una buona fotografia, la sua trama fin troppo semplicistica ci porta a dover asserire quanto le sue tematiche pungenti ed edificanti siano messe in scena senza alcun approfondimento, a partire dall'oscurantismo clericale e antiscientifico sino ad arrivare ai dogmatismi antropologici. Non c'è espressività o impegno nella costruzione narrativa, la sceneggiatura non scalfisce nemmeno la superficie delle ostilità che vive il personaggio, sempre diviso tra chiesa e scienza, credenze e dottrine. Un film che, in ultima analisi, non riesce a rendere giustizia né ai personaggi realmente esistiti, né agli interpreti e né alle delicate tematiche che tenta drammaticamente di raccontare. Perché è scontato il valore didattico della pellicola, ma, nonostante tutto, stenta ad appassionare totalmente chi guarda (alcuni passaggi "animati" poi sono davvero ridicoli). Non è un caso che il film non sia passato dalle sale cinematografiche italiane, ma direttamente in DVD. Voto: 5