mercoledì 8 maggio 2019

La voce della pietra (2017)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 29/11/2018 Qui - La voce della pietra (Drammatico, Usa, Italia, 2017): Tratto da un romanzo di Silvio Raffo e girato rigorosamente in Italia, Voice From the Stone è un film vecchio stile, che non punta sugli effetti speciali, qui totalmente assenti, o sui sensazionalismi "usa e getta" ormai abusati e saturi nel genere thriller. La scelta intelligente e azzeccata del film in questione è che si propone come un film vecchio stampo, che punta tutto sul creare un'atmosfera di mistero imponente capace di avvolgere la pellicola, dal primo all'ultimo secondo. Peccato che l'atmosfera gotica e i panorami mozzafiato siano al servizio di un film che promette molto ma che si rivelerà purtroppo più debole del previsto. Il film infatti, che tratta una storia non originalissima e che ricorda qualcosa di già visto altrove, che tratta di fantasmi e di presenze, seppur in modo molto delicato e discreto, portando lentamente ma progressivamente la sua protagonista, Verena (che accetta un lavoro pedagogico per aiutare un bambino orfano di madre a parlare nuovamente) in un percorso discendente che la renderà incapace di distinguere la realtà dall'immaginazione, viene sviluppato in maniera del tutto inadeguata. La sceneggiatura risulta praticamente accessoria e secondaria mentre in buona parte del film non accade assolutamente niente, nessun colpo di scena, nessuna escalation emotiva, non succede niente che possa catturare l'attenzione dello spettatore o mantenerne intatto l'interesse. Anche la caratterizzazione dei personaggi risulta veramente poco incisiva e di poco spessore.
Nonostante ci sia una brava e sensuale Emilia Clarke oltre ad un enigmatico e austero Morton Cokas come protagonisti principali, non si riesce mai ad immedesimarsi pienamente in loro e nemmeno il film riesce a improntare uno stile narrativo ben delineato. Alternando costantemente il dramma psicologico al thriller soprannaturale e aggiungendo delle note di erotismo (prolisse e superflue in un film del genere) il film cerca di esplorare il dramma della perdita di una persona cara ma vorrebbe anche sottolineare le difficoltà di adattamento insorte nel periodo post bellico. Ma il tutto resta soltanto nelle intenzioni, intuibili ma mal sviluppate sullo schermo. Purtroppo anche il ritmo lento col quale si svolge il film qui risulta piuttosto un fattore penalizzante data la mancata introspezione psicologica dei personaggi (tra questi  quelli di Remo GironeCaterina Murino e Lisa Gastoni) e data la staticità della trama che fatica a mantenere acceso l'interesse. Certo, ci sono comunque un paio di sequenze incisive insieme ad un finale a sorpresa, abbastanza inatteso ma a mio giudizio i lati positivi e riusciti di questo film (l'aspetto tecnico) non bastano a bilanciare i suoi notevoli difetti. E quindi in conclusione Voice from the Stone è un mediocre thriller a tratti psicologico e a tratti soprannaturale che ricicla un leitmotiv molto in voga nel cinema e nella letteratura di genere: quello dei fantasmi che non abbandonano i luoghi dove sono vissuti e tentano l'impossibile pur di tornare dai loro cari. Buone le premesse ma mediocre e nettamente sotto le aspettative il risultato finale. Voto: 5+