mercoledì 8 maggio 2019

I spit on your grave 3 (2015)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 05/12/2018 Qui - Sarà stata l'assenza di sottotitoli (non sono riuscito a trovarli in italiano e se qualcuno saprà aiutarmi gliene sarò molto grato), anche se non credo di essermi perso niente di importante, le immagini e le situazioni parlano da sole, sarà che il tutto viene stravolto, la storia (anche se riprende la storia del secondo sequel, che trovate qui) cambia sensibilmente (forse troppo, è tutt'altra cosa), ma per ora I Spit on Your Grave 3, dal titolo originale I Spit on Your Grave III: Vengeance Is Mine, film del 2015 diretto da R.D. Braunstein, è il peggiore della serie (almeno fin quando lo rivedrò e cambierò opinione, anche se non credo). Qui infatti la storia di vendetta non sta in piedi stavolta (anche perché il film racconta appunto tutta un'altra storia, anche meno interessante) e tutto è ridicolo e inverosimile, e l'unica cosa positiva è ritorno della Jennifer Hills interpretata dalla bellissima Sarah Butler. Perché certo, la trama diciamo che è più o meno la solita (anche se è sfortunatamente trattata in modo diverso, Jennifer Hills che dopo la sua furiosa vendetta ora cerca disperatamente di rifarsi una vita), perché certo, il film oltre a trattare importanti argomenti come la violenza e lo stupro questa volta tratta anche il legame che c'è/non c'è tra giustizia e vendetta, mettendo in questo modo in risalto come le autorità e l'eccessiva burocrazia impediscano spesso alle vittime d'avere giustizia, perché certo, alcune scene, a cavallo tra realtà ed immaginazione, sono molto riuscite, perché certo, interessante è anche come viene sviluppato il personaggio di Jennifer, da una parte strumento di morte che tortura e uccide sadicamente ogni uomo che viene da lei visto come una minaccia, dall'altra vittima di una società malata e perversa che l'ha portata per poter sopravvivere ad essere un mostro (un mostro tra i mostri), perché quando l'assassino di una sua nuova amica viene rimesso in libertà e l'incubo degli stupratori seriali riprende a perseguitarla, egli decide di dare lei stessa la caccia a quei torturatori che riescono a eludere la legge e il sistema, ma la trasformazione della protagonista da vittima a spietata vendicatrice della notte (e non solo, dato che più passa il tempo, più il suo desiderio di provocare per poi punire aumenta esponenzialmente) non convince, e non convince neanche tutto il film, un film che, anche se cerca di aggiungere pure qualche risvolto psicologico sulle questioni della vendetta e dell'assorbimento dei traumi patiti, è deludente. Anche perché la pellicola sfiora il grottesco e la direzione che decide di prendere è alquanto ridicola. Perché certo, interessante è il finale, seppur costui imprudentemente lasci margine per un altro episodio, del quale francamente se ne potrebbe anche fare a meno (e tuttavia sarebbe già in produzione), perché certo, è comunque un'opera alquanto forte e disturbante (se ripenso alla sbarra di ferro nel...mi sento male), ma quest'opera, dalla regia standard e dalla tecnica altrettanto standard, un'opera comunque meno violenta rispetto ai precedenti (anche se il torture porn c'è ancora, e menomale, anche se pochissime le scene), un'opera che di Rape & Revenge ha ben poco, è davvero mediocre. Voto: 5