Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/11/2018 Qui - Una sequenza iniziale d'effetto avvia Open Grave, film del 2013 diretto da Gonzalo López-Gallego, con protagonista Sharlto Copley. Un uomo si risveglia in una fossa piena di cadaveri. Tirato fuori da una donna misteriosa, arriva ad una casa nella foresta dove trova altri tre uomini e una ragazza. Ognuno di loro si trova nella stessa situazione: perdita completa della memoria e conseguente sfiducia nei confronti del prossimo. Ad aggravare il tutto, nella foresta si nascondono individui che di umano hanno veramente poco. Quale sarà la verità? quale mistero si celerà? Le premesse iniziali sono quelle di un "Dieci Piccoli Indiani", poi il film prosegue come un episodio di "Lost" per andare a terminare dove comincia "The Walking Dead". Descrivendo la pellicola in questo modo, si potrebbe facilmente pensare quindi che sia una cosiddetta "gran figata", non lo è (o almeno non interamente). Voglio dire, non è affatto un brutto film, anzi, altrimenti non ne avrei parlato in questo post, ma eliminando alcuni difetti sarebbe stato di gran lunga superiore ai tanti thriller/horror (non solo quelli che ho citato prima) a cui si "ispira" palesemente. Cosa non funziona? Di sicuro lo script, a volte privo di logica e con qualche buco qua e la. In secondo luogo, l'approfondimento dei personaggi non è molto definito (eccetto forse per il protagonista), piuttosto è sacrificato al macchinoso sviluppo della vicenda che si rivela solo negli ultimi 10 minuti. Cosa funziona? La bravura di Sharlto Copley non manca (nella media il resto del cast, decisamente efficace nelle scene più drammatiche la bella comprimaria Erin Richards) e la regia, eccetto in qualche momento, non è affatto male, anche perché il regista spagnolo non racconta la storia con colpi di scena, preferisce mantenere il ritmo serrato e la tensione alta, è rivolto più a inquietare lo spettatore che a spaventarlo.
E ci riesce bene, proprio perché quest'ultimo riesce a mantenere, supportato dal talentuoso protagonista, la narrazione compatta, nonostante la trama sia poi una miscellanea di vari generi, si va infatti dall'horror al mistery, dalle atmosfere thriller fin quasi alla fantascienza. A proposito del protagonista, egli interpretato appunto da Sharlto Copley, si dimostra sempre più bravo e versatile. L'attore sudafricano, all'epoca presente al cinema con Elysium, già prima protagonista in District 9 di Neil Blomkamp, nel "goffo" ruolo di Wikus Van De Merwe, e di Mad Murdock nel remake di A-Team, che in questo film interpreta invece il duro Jonah, in un ruolo sicuramente più fisico e d'azione (abbastanza vicino al sorprendente Hardcore Henry, dove davvero efficace lì era), si dimostra infatti all'altezza della parte e sulle sue spalle si regge quasi tutto il film, dando valore aggiunto a una sceneggiatura già intrigante. Una sceneggiatura in cui l'aspetto più originale resta però la soluzione del mistero e il conseguente finale (tra l'altro, ben fatta davvero l'ultima sequenza). Per non spoilerare troppo, mi limito a lodare l'idea di fondo considerandola una piacevole variante alla classica struttura logica degli "zombie movie". In definitiva ed in linea di massima insomma, posso affermare che vedere Open Grave non mi sia dispiaciuto affatto (c'è molto di peggio). Giacché mi aspettavo qualcosa di prevedibile, e invece alla fine sufficientemente soddisfatto di aver assistito ad una storia abbastanza originale, ad un film tutto sommato scorrevole e piacevole, non eccezionale, ma migliore di molti film simili. Il finale è poi così d'impatto e inquietante come solo una "open grave" potrebbe essere. E quindi assolutamente da consigliare agli appassionati. Voto: 6+