mercoledì 8 maggio 2019

Benedetta follia (2018)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 15/11/2018 Qui - Togliamoci il dente subito: siamo lontani anni luce dalla produzione aurea di Carlo Verdone. Siamo ad un altro livello, indubbiamente più basso, differente nelle dinamiche comiche e nella realizzazione dei personaggi. In tal senso è certo che se si guarda il film con questa consapevolezza si riesce ad apprezzare una commedia sentimentale leggera che scorre fluida e senza particolari spunti comici, e comunque gradevole (più o meno) nella sua semplicità, ma obbiettivamente è la solita commedia mediocre dell'ormai ex grande caratterista Romano degli anni '80, che da anni a questa parte ha definitivamente perso la bussola e la propria verve comica e registica, anche perché Benedetta follia, film del 2018 diretto da Carlo Verdone, con protagonisti lo stesso Verdone e Ilenia Pastorelli, non propone niente di originale, già formule simili, di contrasto e simpatia, tra opposti si erano viste in altri film del regista romano, come "Maledetto il giorno che t'ho incontrato", o "Io Io, Lara e loro"  e "Posti in piedi in Paradiso", con risultati altalenanti, ma stavolta Verdone, come purtroppo gli capita sovente negli ultimi tempi, non riesce a lasciare il segno, i personaggi sono tratteggiati in modo troppo grottesco e caricaturale, malgrado l'ottima performance della Pastorelli, che dimostra anche un buon "feeling" con Verdone. Il problema è però riscontrabile soprattutto nella storia, troppo sfilacciata, frammentaria e stiracchiata, in più la sceneggiatura zoppica, peraltro, la scena musicale "allucinata", anche se tecnicamente valida e con coreografie accurate, resta avulsa rispetto alla trama. Una trama che, raccontando di Guglielmo che, proprio il giorno del loro anniversario (sono sposati da venticinque anni) viene a sapere dalla moglie del tradimento di quest'ultima con la commessa di Guglielmo, e che quindi avendo perso moglie e commessa, egli offre il posto di lavoro (nel suo negozio ecclesiastico) a Luna, ragazza romana con problemi di denaro, e che dopo un inizio problematico, quest'ultimi riescono ad entrare in simbiosi, sia a lavoro che nella vita privata, al punto che lei lo aiuta a cercare una nuova compagna (anche se con risultati spesso tragicomici), dopo un inizio abbastanza inusuale ed interessante, inizia a sbracare.
Già nei vari "incontri al buio" si susseguono incontri con donne sopra le righe e al limite della patologia in cui l'umorismo è (ahinoi) davvero di grana grossa, con scivolate di cattivo gusto (una rischia di passare alla storia, in negativo) che dopo 40 anni di carriera il comico romano potrebbe evitare. Quanto ai velati ma evidenti accenni anticlericali sono tanto prevedibili (la suora laica bigotta, l'amore di vescovi e cardinali per il lusso, pure qualche allusione ad altri "vizietti") quanto banali, come di chi strizza l'occhio a chi già la pensa così (senza capire quanto possa irritare altri spettatori). Quindi c'è una scena musicale e "allucinata" (causa pasticca in discoteca) davvero imbarazzante, che vorrebbe citare Il grande Lebowski, ma che ricorda invece Dumbo (in negativo però). Scena "folle" che introduce il cambiamento del protagonista, fin lì piegato dal rimpianto, con un'evoluzione mal narrata e poco credibile. Evoluzione simboleggiata da una vecchia moto finalmente tirata fuori dal garage e che si dovrebbe approfondire con l'amore per una nuova donna "normale": ma a questo punto intervengono una serie di sterzate, controsterzate e colpi di scena (con puntata "pericolosa" in un locale di Ostia finita con un pestaggio) che appesantiscono sempre di più il film. Un film in cui la riflessione, che non capiamo quanto vorrebbe essere colta, su un amore che finisce e una vita da riprendere in mano, non si spinge oltre ad un patetico incontro tra il Verdone d'oggi e un Verdone giovane e pseudo ganzo che allo specchio lo convince che bisogna vivere, non esistere. E quando finalmente si decide a darsi alla pazza gioia, la "benedetta follia" del titolo si esplica in una corsa in moto e una gita a Ostia Lido a fare il bagno in un mare marrone da far ribrezzo. Carlo Verdone è un regista/attore simpatico e di qualità, che ha saputo raccontare i nostri costumi sociali, con stile, ironia e garbo, dunque spiace stroncare i suoi film, tuttavia per onore di obbiettività (come anticipato all'inizio), non si può non prendere atto, che sta attraversando un periodo di scarsa ispirazione artistica. Infatti anche Benedetta follia finisce nell'elenco dei suoi titoli minori, che sprecano una serie di intuizioni e spunti e anche un paio di momenti godibili. Soprattutto spreca l'ottima performance di Ilenia Pastorelli (scegliere le attrici e dirigerle bene è sempre stato un suo punto di forza). Non è mai stato l'equilibrio il valore primario dei suoi film, ma in quelli migliori i difetti si dimenticavano volentieri grazie a una maggior leggerezza, a un'idea forte o a un finale che rimaneva impresso. Qui, purtroppo, tutto ciò non avviene. Voto: 5