venerdì 14 giugno 2019

Vita da vampiro (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/10/2018 Qui - Scritto, diretto e interpretato da Jemaine Clement e Taika WaititiVita da vampiro (What We Do in the Shadows) è una sorta di insolito e coinvolgente reportage sulla vita di un gruppo di vampiri. Questo sorprendente film del 2014 infatti, che fonde in maniera del tutto fresca e originale i toni della commedia, la tecnica del mockumentary e la mitologia cinematografica dei vampiri, che riesce così nella quasi impossibile impresa di dare nuova linfa e sfumature alla tematica vampiresca, grazie anche a un copione pieno zeppo di trovate a dir poco fenomenali (per esempio, l'incontro alla Guerrieri Della Notte tra la banda di vampiri e un branco di licantropi, la convention dei mostri o i maldestri tentativi di ipnosi ai danni degli umani di turno), che mette al centro della vicenda quattro vampiri alle prese con la convivenza, resa ostica dai loro variopinti caratteri, ognuno è infatti l'incarnazione di una diversa mitologia dell'immaginario comune, perciò abbiamo il dandy del XVIII secolo (interpretato dallo stesso Taika Waititi), il Dracula sanguinario con il gusto della tortura (Jemaine Clement), il vampiro iracondo e rissoso (Jonathan Brugh) e infine l'anziano Nosferatu (Ben Fransham), diventa un'esperienza di raro divertimento, surreale e in qualche modo umanamente realistico, un exploit che nell'horror capita di rado. Il tutto è difatti narrato come se fosse una videointervista, un'intervista che documenta non solo i noti problemi dei vampiri, ma anche la loro vita quotidiana, fatta di turni per il lavaggio dei piatti e divergenze fra coinquilini, vita che dei protagonisti viene scombussolata dalla conoscenza dell'umano Nick (Cori Gonzalez-Macuer) che, inconsapevole delle abitudini vampiresche, provoca diversi problemi al gruppo. Ed è incredibile quanto questa pellicola risulti ben bilanciata, quanto al contempo riesca a essere rispettosa della mitologia vampiresca (senza reinventarla o virarla in smielati film per teenager dove i non-morti luccicano al sole) pur dissacrandola senza ritegno. Quello che i due registi mettono in scena è dopotutto una sorta di scoglio culturale su cui si infrangono stili di vita arcaici e leggende che per secoli abbiamo assimilato senza mai porci alcuna domanda, o è forse la risposta a quelle domande che nessuno ha il coraggio di porre, ad esempio dal folklore popolare sappiamo che i vampiri non riflettono la propria immagine, perciò come ci si può preparare a una serata senza potersi specchiare? La risposta sta in una delle scene che da sole valgono la visione del film.
Un film che si rivela per questo un film di rara intelligenza cinematografica che, giocando consapevolmente con gli stereotipi e la mitologia del filone, li stravolge in un'ottica realistica e irriverente dagli esiti davvero esilaranti, dopotutto i chiari rimandi dei personaggi a icone del genere già citati, i due registi li usano per tessere un convincente umorismo grottesco da coinquilini, un umorismo che affondando le sue radici in serie televisive come Friends per arrivare a declinazioni quasi parodistiche del genere come L'alba dei morti dementi, primo indimenticabile capitolo della Trilogia del Cornetto di Edgar Wright, diverte parecchio (non è un caso che rendere a il film un prodotto pregevole dal punto di vista dell'intrattenimento sono soprattutto le gag che ci mostrano l'altra faccia della vita di questi esseri, decisamente meno epica e cupa di già a cui siamo abituati). E tuttavia anche se l'ingrediente umoristico è fondamentale nella ricetta di What We Do In The Shadows, i due neozelandesi sono bravissimi a non abusarne, dando così modo al contraltare più cruento di risaltare altrettanto, perché sì, tra una risata e l'altra il sangue scorrerà copioso (in tal senso e per rimanere in tema, gli effetti visivi sono pazzeschi e la CGI più che discreta). Vita da vampiro è dunque un film che ben bilancia humour/horror e che abbraccia con nostalgia i cult del passato intingendoli nella modernità. Certo, la trama è estremamente lineare e viene condotta dal meccanismo in verità a tratti forzato del mockumentary (non capiamo mai del tutto il ruolo dei documentaristi), ma siccome questa horror-comedy grottesca, senza oltretutto mai precipitare nella parodia più demenziale e fine a se stessa, riesce a fare convincente ironia in salsa buddy movie sul tema dei vampiri, tutto passa (i difetti) in secondo piano. Insieme al socio Jemaine Clement (già ampiamente apprezzato in Legion), Taika Waititi riesce insomma nella non facile impresa di dire qualcosa di nuovo su un filone ormai saturo come quello dei vampiri, utilizzando un umorismo a tratti irresistibile che rende paradossalmente il film, un film abbastanza originale che probabilmente diventerà un cult, ancora più umano (giustificando così la chiamata da parte della Marvel per la direzione di un blockbuster come Thor: Ragnarok). Vita da vampiro infatti, grazie ad un umorismo intelligente e mai ridondante sul lato più infantile e leggero di quegli inquietanti vampiri che il cinema ci ha insegnato ad amare, merita davvero. Voto: 6+