venerdì 14 giugno 2019

Mistero a Crooked House (2017)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/10/2018 Qui - Dopo l'adattamento cinematografico di Assassinio sull'Orient Express (anche se quest'ultimo è uscito poco dopo) eccone un altro, un adattamento (a quanto pare inedito) che funziona soprattutto (come d'altronde funzionò, nonostante tutto, anche il film di Kenneth Branagh) grazie all'intricata, sconvolgente e accattivante storia. In Mistero a Crooked House (Crooked House) infatti, film del 2017 co-scritto e diretto da Gilles Paquet-Brenner, lo spettacolo è interessante e avvincente, d'altra parte la trama (che riprende probabilmente con qualche trascurabile licenza quella del romanzo Crooked House di Agatha Christie, edito in Italia col titolo "E' un problema", e che si sviluppa secondo il canovaccio dei più classici gialli che prendono ispirazione dagli scritti dell'autrice britannica, senza però scomodare i due mostri sacri dell'investigazione a essa così cari) come spesso succede nei romanzi della Christie è avvincente, i colpi di scena credibili, il finale spiazzante. La suddetta difatti, che ci racconta di come alla morte del magnate della ristorazione Aristide Leonidas la bella nipote Sofia credendo in un omicidio chiede all'ex amante detective di inserirsi nella dimora di famiglia e indagare, giunge al finale tragico in modo abbastanza inatteso, soprattutto non conoscendone nulla. E questo grazie al buon inquadramento dei personaggi, giacché in questo film sono descritti bene e senza compassione persone ricche e vuote che colmano le proprie lacune con l'interesse, le invidie e le gelosie nei confronti dei propri parenti senza barlumi di pietà salvo nella nipotina di 12 anni che però anche lei appare gravemente turbata psicologicamente, ma anche all'accurata ambientazione anni '50, come accurati sono i costumi e la fotografia. Questa produzione inglese infatti, come si vede non solo dall'ambientazione (un'ambientazione del secondo dopoguerra e lo scenario di un solenne ed elegante maniero, nella campagna londinese, "location" suggestiva ed ideale, per l'omicidio di rito e per le indagini del detective di turno) ma dagli interpreti in gran parte inglesi (tra questi Stefanie Martini e Amanda Abbington, anche se americane sono sia Gillian Anderson che Christina Hendricks), ci restituisce le classiche atmosfere "rétro" del classico "giallo all'inglese". Un giallo in cui, non solo è un gran piacere vedere scene, come quella della cena, in cui tutti questi personaggi si scannano a vicenda (scene in cui emerge tutta la cattiveria e l'acidità tipicamente inglese, e tipica anche degli scritti della Christie), ma in cui appunto efficace è l'atmosfera.
Eppure a fine visione non si rimane totalmente soddisfatti, il film risulta non benissimo interpretato da tutti (il detective Charles Hayward interpretato da Max Irons, figlio di Jeremy, che è forse il punto dolente del film infatti, senza alcun fascino né simpatia si aggira nel film non creando alcuna empatia con lo spettatore né tantomeno mostrando lucidità nell'investigazione, per fortuna che a dirigere le danze c'è quell'incredibile attrice che è Glenn Close, che rende magistralmente un cuore in inverno, cinico e altero, alla fine della vita e deus ex machina del destino di una famiglia, mentre tutti gli altri attori recitano con sicurezza, ma sembrano un po' lasciati da soli da una regia molto più attenta a seguire la costruzione registica che non gli attori) e soprattutto un po' poco cinematografico. Sicuramente la colpa è in parte del romanzo di partenza, si sa che è difficile adattare i libri di Agatha Christie dove succede poco e si dialoga molto, ma forse la colpa è anche del regista, il francese Gilles Paquet-Brenner (noto soprattutto per La chiave di Sara), che regala certo la giusta atmosfera e delle belle sequenze, però tra una bella sequenza e l'altra ci sono solo interminabili scene di dialogo, con coppie di personaggi che parlano all'infinito, e gli spettatori poco amanti del genere si possono annoiare (un po' come è successo a me). E' insomma poco cinematografico Mistero a Crooked House, perché anche se l'ho visto alla tv, è innegabile non accorgersi di ciò. Tuttavia, siccome questo discreto giallo non presenta cali di attenzione e può certamente piacere a chi ama il giallo "british", il suddetto merita di essere visto e di venir sufficientemente apprezzato. Voto: 6