domenica 5 maggio 2019

Nausicaä della Valle del vento (1984)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 23/10/2018 Qui - La principessa Nausicaä della valle del vento è sicuramente un personaggio di grande fascino, in grado di accorpare la maggior parte della poetica Miyazakiana all'interno della propria figura. La pellicola infatti, quasi come un manifesto programmatico di poetica, racchiude in sé tutti i temi e i leitmotiv che ricorreranno nelle future opere del maestro giapponese, il rapporto dell'uomo con la natura, la critica al progresso scriteriato della scienza, il pacifismo, il convinto rifiuto del militarismo, la passione per il volo, la speranza nelle nuove generazioni e il ruolo centrale dei personaggi femminili. Non è un caso difatti che Nausicaä della Valle del vento, il primo film interamente scritto, sceneggiato e diretto da Hayao Miyazaki, e prodotto dal suo collega Isao Takahata (nel 1984), racconti di un mondo distrutto dall'apocalisse in cui il tentativo di sopravvivenza da parte della razza umana è fortemente legato all'avanzata della cosiddetta giungla tossica. Un ecosistema velenoso, abitato da una flora e da una fauna molto temibili e mirabilmente concepite dalla fantasia di Miyazaki. A questo problema si aggiunge la deleteria aspirazione della civiltà Tolmeikiana, bramosa di sopraffare i popoli più deboli, dimostrazione che l'uomo rinato dalle ceneri della catastrofe ha ancora molto da imparare. E così Nausicaa mostra come non per forza di cose si debba ambire alla dominazione o alla distruzione di ciò che non si conosce, ma che l'apprendimento e l'interazione possono generare amore e indulgenza, essenziali per la costruzione di un mondo più vivibile. E quindi Miyazaki attraverso gli effetti devastanti dell'inquinamento sottolinea il conflittuale rapporto dell'uomo nei confronti della natura. In tal senso è incredibile l'attualità del tema (tanto che ciò è uno dei motivi per cui varrebbe la pena di ri-vederlo), anche perché l'ecologia è probabilmente più di moda ora di quanto non lo fosse nel 1984, anno di uscita del film, il film che ha ispirato la nascita dello Studio Ghibli.
E tuttavia seppur e certamente efficace nella sua critica, egli sviluppa però alcune tematiche in maniera abbastanza superficiale rispetto alla profondità mostrata nei lavori successivi, un poco sbilanciato nel narrare una storia che procede a singhiozzo, non sempre adatta per un pieno coinvolgimento. L'autore sembra indeciso se trattare determinati soggetti con riflessioni più complesse, oppure semplificare rivolgendosi quindi ad un pubblico più giovane. Inoltre, nella troppa lunga durata del film, Miyazaki si perde svariate volte, talvolta annoiando con lungaggini (la sceneggiatura in alcuni frangenti fa rabbrividire in effetti per la progressione narrativa farraginosa in molti frangenti), talvolta sottolineando eccessivamente con i dialoghi dei personaggi quello che viene già espresso benissimo (è chiaro che sia pellicola più visiva che di trama) con le immagini (sopratutto nella prima parte, ma anche in alcune parti della seconda). Ma a parte questi difetti vistosi ma perdonabili (tranne forse quello visivo delle parti "intime" di lei sopratutto, probabilmente solo riscontrabile nella versione mia vista, mentre nella versione rimasterizzata e con un nuovo doppiaggio del 2015 non saprei se ancora c'è), a fine visione è difficile non voler bene ad un film del genere. Ma quanto è bella e tesa la colonna sonora? Quanto sono emozionanti le ultime scene? Quanto è importante il messaggio lanciato, trattato con sincerità e originalità? Quanto è stupendamente Girl Power la dolce principessa Nausicaa? Tutta roba più che sufficiente a perdonare un film (dove il pregio maggiore della narrazione sta nel rifiuto del manicheismo, i cattivi hanno anch'essi un cuore e una razionalità, i buoni non sanno sempre cosa sia più giusto fare, proprio da qui deriva la forza e la persistenza di quello che ci possono insegnare, dalla difficoltà di compiere scelte tanto importanti) sbilanciato nel mettere troppa carne al fuoco, e forse ancora immaturo e tecnicamente imperfetto (seppur i disegni e le animazioni mostrano un'eleganza e una naturalezza impressionanti considerata l'età della pellicola, e le scenografie, fra le quali spicca la surreale foresta fungina, sono curate nei minimi dettagli). Non bastasse che dopo averlo visto ci si sente sensibilizzati verso l'ambiente, pacifici e sereni. Mica poco quindi per un film che nonostante le manchevolezze e i difetti, è un film (una pietra miliare che ha segnato in maniera indelebile la storia dell'animazione, indispensabile per ogni appassionato del genere) da vedere, un'opera in cui Miyazaki pone le basi per quella che diverrà una filmografia giustamente idolatrata dai più, anche da me, che piazzo tuttavia questo film sicuramente non tra i peggiori ma neanche tra i migliori. Voto: 7