domenica 5 maggio 2019

La ricompensa del gatto (2002)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 23/10/2018 Qui - Non ci troviamo di fronte ad un capolavoro firmato Miyazaki (o simile di livello a Nausicaä della Valle del vento), la storia è molto semplice, è divertente ma dello stile e del genio di Miyazaki non c'è niente. Tuttavia, La ricompensa del gatto, film del 2002 e uscito in versione doppiata in italiano solo due anni fa, è un film fatto in ogni caso bene, una storia di amicizia delicata, gradevole e godibile. Infatti The Cat Returs (questo il nome internazionale dell'opera) seppur opera minore dello Studio Ghibli, non per questo è meno apprezzabile, anzi, giacché questo è una specie di spin-off de I Sospiri del mio Cuore, il film d'animazione capolavoro diretto dal compianto Yoshifumi Kondo (tra i vari protagonisti difatti ci sono il gatto Baron e Muta, già presenti ed oltremodo fondamentali in quell'opera), tutto assume un'aura affascinante, particolare e curiosa. E in tal senso la trama de La ricompensa del gatto non è sicuramente troppo articolata o di difficile assimilazione, tuttavia credo che il regista sia riuscito nell'intento di creare una storia che unisce perfettamente sogno e realtà, con quel pizzico di favola che non guasta mai. L'incipit è dei più classici, con Haru che va a scuola come tutte le sue coetanee, però, un incontro inaspettato, cambia tutte le carte in tavola. La presenza di un Regno dei Gatti, che esiste e vive parallelamente al mondo degli umani, e il solo fatto che soltanto Haru riesca a percepire e a vedere i gatti che parlano, rende il tutto ancora più delicato ed intimo, portando il film su un piano completamente diverso rispetto ad altri prodotti dello Studio. Una cosa da sottolineare è che benché sia apprezzabile anche senza aver visto I Sospiri del mio Cuore, il film acquista maggiore immersività e coesione con il contesto se lo si vede dopo il lavoro di Kondo. Ovviamente la pellicola è divertente e spassosa anche stand-alone, soprattutto grazie ad alcuni sketch veramente fuori di testa: le animazioni dei gatti, sebbene realizzati con un tratto semplice e sufficientemente pulito, sono ben fatte e estremamente personificate. Ogni gatto, riesce, in un modo o nell'altro, a farci credere di essere un vero essere umano, rendendo ancora più realistico questo mondo "gattesco" parallelo. Ciò si ripercuote anche sull'aspetto strettamente comico dell'opera, visto e considerato che molte volte bastano i movimenti languidi ed estremizzati dei gatti a strappare un sorriso.
Nella pellicola Ghibliana i riferimenti all'opera di Lewis CarrollAlice nel Paese delle Meraviglie, sono molti e tutti ben inseriti nel contesto della storia: Haru diventa piccola, grande, entra in una casa minuscola a bere del tè e si ritrova in un mondo totalmente diverso dal suo in situazioni mai affrontate prima. Queste nuove esperienze pongono su un piano allegorico quegli aspetti della vita che tanto agogniamo, ma che allo stesso tempo ci spaventano. La crescita, l'adolescenza, i primi amori, il passaggio all'età adulta e il trauma della presa di coscienza di sé stessi. Tutti questi temi si coagulano perfettamente in un prodotto che vuole essere una grande avventura, leggera ed intimista, che viaggia dritta nel cuore dello spettatore. Dal punto di vista strettamente tecnico, La ricompensa del gatto porta su di sé il peso degli anni, ma nonostante questo, anche grazie ad un tratto semplice e non troppo grezzo, è capace di regalare scorci bellissimi e alcune scene veramente emozionanti. Anche gli scorci panoramici e le ambientazioni sono all'altezza dello produzione Ghibliana: la cura nel dettaglio, soprattutto negli interni delle abitazioni, siano esse minuscole o imponenti, è maniacale, mentre per quanto riguarda gli esterni, sebbene l'utilizzo del colore sia come sempre ineccepibile, con la predominanza di colori chiari, essi risultano più "spogli" rispetto ad altri visti nelle opere maggiori. Questo non è detto che sia un difetto, anzi, tuttavia la mancanza di una natura rigogliosa, si fanno sentire. Musicalmente parlando, anche la colonna sonora si ricollega perfettamente al quel senso di intimità che aleggia nel corso di tutta l'opera: melodie leggere, spassose e con tratti tipicamente nipponici accompagnano il viaggio di Haru nel Regno dei Gatti e dentro sé stessa. La ricompensa del gatto è quindi un film d'animazione adatto a tutti, non solo perché pur essendo calato, in modo determinante, nella tradizione culturale giapponese (la figura del felino domestico richiama infatti la tradizionale statua del maneki neko) il film riesce a toccare corde emotive universali, affascinando con la sua complessa costruzione di un immaginario (legato, soprattutto, al Regno dei gatti dove i piccoli felini assumono comportamenti antropomorfi) e con la delicata analisi che fa di un'età di transizione contraddistinta dalle prime responsabilità e da nuove consapevolezze, ma anche perché il regista Hiroyuki Morita miscelando abilmente mistero e magia, riesce (grazie anche alla sceneggiatura) a coinvolgere e divertire. Per questo anche se la pellicola non si inserirà forse tra i maggiori capolavori dello Studio Ghibli, essa è ben riuscita e spesso deliziosa, tanto da entusiasmare lo spettatore. Voto: 6+