giovedì 2 maggio 2019

Before I go to Sleep (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/09/2018 Qui - L'amnesia anterograda (quella relativa alla memoria recente) era già stata trattata quattordici anni fa da 50 volte il primo bacio, seppur in forma molto più leggera. Dalla commedia romantica al thriller il passo non è stato però immediato, visto che solo nel 2011 Ridley Scott ha deciso di comprare i diritti di Non ti addormentare di S. J. Watson da cui questo Before I go to Sleep (come da titolo originale), film del 2014 diretto da Rowan Joffé, è tratto. Un libro che offriva di per sé sicuramente (visto la storia) una premessa promettente, anche cinematograficamente. Non facile da gestire forse, e non trattata al meglio in alcuni dettagli chiave, ma sicuramente utile a costruire un thriller angosciante ed emozionante. Al timone del quale il regista londinese ha avuto sicuramente buon gioco a poter nascondere certe falle dietro degli interpreti di sicuro carisma e peso. La protagonista, Nicole Kidman, da tempo non impeccabile come una volta nelle scelte e nelle apparizioni cinematografiche, resta comunque una presenza capace di dare corpo a un personaggio, anche se non definito per necessità, come la Christine che da anni si sveglia ogni mattina senza ricordar nulla della sua vita, che ogni mattina per questo viene "istruita" (almeno fino a quando terrificanti verità verranno a galla) su chi è, cosa fa e quali sono i suoi affetti e dolori. Intrigante, soprattutto a livello emotivo, e costitutivamente bisognoso di figure altrettanto forti alle quali potersi appoggiare nel confronto e nel conflitto, anche queste ben scelte. Con Mark Strong nei panni del neurologo che la spinge a registrare un video diario, ma soprattutto Colin Firth nei panni del suo amorevole quanto misterioso partner/tutore.

Sfortunatamente al di là delle interazioni tra i personaggi e della loro indubbia capacità espressiva (non dimenticando un'architettura tecnicamente indiscutibile, nel suggestivo seppur discontinuo montaggio, nell'efficiente fotografia e nell'orgogliosa regia di Rowan Joffé, che qui era al suo secondo lavoro per le sale), sono la sostanza e i contenuti a lasciare comunque perplessi su più piani. Non tanto nella gestione della linea cronologica da parte del regista, seppur a tratti sembri complicarsi la vita da solo, quanto nell'eccesso di sospensione dell'incredulità richiesta da alcuni buchi di sceneggiatura particolarmente rilevanti. E tuttavia, nonostante ciò, nonostante leggerezze imperdonabili, nonostante una messa in scena che percorre strade già battute in passato, risultando per questo un po' troppo prevedibile, Before I Go to Sleep, riesce a farsi sufficientemente apprezzare. Certo, il film resta confuso e disperso nei vari approcci e punti di vista intellettuali, certo, il film non mantiene tutte le promesse/premesse, certo, in verità il tutto non oltrepassa una regia con pochi guizzi, più adatta al buon intrattenimento televisivo che a un prodotto cinematografico veramente valido (in tal senso il film sarà sicuramente piaciuto alla "nostra" Claudia, che spesso non rinuncia a vedere film del genere), ma questo non è assolutamente un lavoro da disprezzare in toto, perché anche se questa risulta più un'occasione sprecata da una fattura appena diligente e nulla di più, perché anche se non riesce a creare la densità e lo spessore dei palcoscenici cinematografici, a livello emotivo esso, che funziona sicuramente meglio, riesce nel suo intento (colpa forse di un finale anche troppo melenso) di coinvolgere ed appassionare. E si sa, quando un film ti prende, quando un film riesce comunque, anche solo nel finale, a farti emozionare (anche solo un pochettino), non puoi che istintivamente, nonostante il tutto sembri oggettivamente imperfetto, dargli un voto positivo, ma senza ovviamente esagerare, infatti questa specie di noir non va oltre la sufficienza. Voto: 6