Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 02/10/2018 Qui - Il sequel di Dead Snow non è solo migliore, ma è proprio una figata (erano anni difatti che non mi divertivo cosi, forse dai tempi, per rimanere in tema, di Shawn of the Dead), perché Dead Snow 2: Red vs. Dead, film del 2014 nuovamente diretto da Tommy Wirkola, che più che un sequel (e fa strano pensare che arrivi ben dopo 5 anni l'uscita del primo), sembra tuttavia il secondo tempo del precedente, e in tal senso non preoccupatevi se non avete visto il primo, c'è un flashback all'inizio, è un film parecchio divertente giacché la matrice comica è più marcata, ci sono infatti delle scenette davvero gustose e simpatiche, incluso il finale, che ben si sposano con il gore a profusione e lo splatter a palate (nel vero senso della parola). Questo perché il regista, con estrema sicurezza e maestria (e in tal senso si percepisce una consapevolezza cinematografica che prima mancava, merito sicuramente dell'esperienza americana di Hansel & Gretel: Cacciatori di streghe, ma non solo) riprende il tema dei nazi-zombies imbastendo una vicenda di più ampio respiro rispetto a quella narrata nell'episodio precedente. Se infatti nel primo Dead Snow quasi si voleva prendere in giro gli stereotipi dei film horror anni '80 e chi si divertiva più che altro per l'incipit, una sorta di La casa vs L'occhio nel triangolo (film a tema zombi nazisti che tuttavia non ho visto), con i nazi zombi a caccia di teenager in vacanza sulla neve, qui il gioco si fa più intrigante. In questo secondo difatti si mescola tutto: orrore, commedia slapstick, supereroi e nostalgia anni '80. Giacché questa volta il regista norvegese non ci gira tanto intorno e lo dice apertamente: il film è una vera e propria dichiarazione d'amore (mascherata da parodia) nei confronti del cinema americano, e non solo horror. L'ingresso della squadra anti-zombie composta da nerd americani, che citano continuamente Star Wars, le citazioni cinefile di cui si perde il conto, tutto è escogitato per costruire un divertentissimo splatterone trash di serie B che avrebbe potuto tranquillamente girare Rodriguez. Non a caso la tensione legata alle atmosfere horror lascia spazio all'avventura del protagonista superstite, ingiustamente accusato dell'assassinio dei propri amici, assetato di vendetta e deciso a contrastare gli ambiziosi piani del Colonnello Herzog, il quale, con la sua orda, lascia i monti innevati per seminare morte nei centri abitati. L'aiuto di poteri acquisiti in seguito al precedente scontro con la schiera degli zombie ed un buon numero di alleati, conferiscono alla figura del protagonista una notevole epicità.
Non mancano perciò l'ironia, le citazioni, siparietti di vario genere che non stonano con la continuità della vicenda (con una disgustosa scena che può anche ricordare La Mosca di David Cronenberg), non mancano altresì l'azione, una buona dose di cattiveria e gli spargimenti di sangue ed interiora che avevano caratterizzato l'episodio precedente. I personaggi che andiamo ad incontrare inoltre, non sono affatto caratterizzati male (incluse caricature di poliziotti "di paese"), sì di primo impatto possono sembrare degli imbecilli ma in realtà non è così, e anzi, daranno una mano non da poco al nostro Martin a sbrogliare una vicenda forse prevedibile nella sua conclusione ma dannatamente efficace. Efficaci come sono anche l'attore protagonista, la colonna sonora, determinante a conferire al film un'atmosfera di tensione costante ed azione continua, e gli effetti visivi nuovamente senza CGI (solo quando serve). Certo, Dead Snow 2 non è esente da difetti, e ci mancherebbe (e a tal proposito ho apprezzato più il film avendolo visto in lingua originale, con i soli sottotitoli in italiano), ma tutte le possibili carenze a livello tecnico vengono sopperite da una storia divertente e sanguinolenta che non fatica ad intrattenere, grazie anche ad un ritmo senza sosta ed alla caterva di uccisioni che si susseguono incessantemente. Non il capolavoro dell'anno (e non certo un horror per spaventarsi) ma visione gradevole e senza affanni, da un certo punto di vista migliore del primo, anche perché la chicca finale (con il sottofondo di Bonnie Tyler che canta Total Eclipse of the Heart) è di un weird più unico che raro. E per questo è comunque un film non per tutti i gusti, imperfetto, eccessivo, grottesco ed esagerato, ma tuttavia imperdibile per gli amanti del genere (e in tal senso evitate di vedere il trailer) grazie ad alcune trovate davvero fantastiche. Voto: 6+