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sabato 31 luglio 2021

American Skin (2019)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/07/2021 Qui - Sulla scia del Black Live Matter un intensissimo dramma discretamente costruito e con dei dialoghi da brivido. E se il Joker di Todd Phillips ha come riferimento preciso il cinema di Martin ScorseseAmerican Skin di Nate Parker, oltre ad avere la tutela di Spike Lee in veste di produttore, guarda ai lavori di Sidney Lumet come La parola ai giurati e Quel pomeriggio di un giorno da cani. Egli (già calzante con il suo The Birth of a Nation) prende questi due film e li ingloba in un unico progetto. Un processo non soltanto ad un poliziotto che ha ucciso suo figlio e che rimanda a tanti casi successi di recente negli Stati Uniti. E' un processo ad un sistema giudiziario inefficiente come minimo e forse corrotto in molti casi. Un film del genere con un argomento del genere, la facilità di cadere nella più bieca retorica è un pericolo costante. Tuttavia il regista (qui anche attore) riesce, in un ottica di film di genere, a non far degenerare tutto, anche se qualche concessione è presente. Sono circa novanta minuti molto veloci, che pongono in maniera semplice e diretta un problema che sta diventando ultradecennale. Proprio dalle radici lontane di tale problema emergono le difficoltà di risolverlo, con le parti, in fondo, ostaggio dei propri estremismi e soprattutto con una giustizia inadeguata ad affrontarlo. Per il resto i messaggi che manda il film sono piuttosto chiari cosi come il finale sorprendente. Promosso. Voto: 6+

sabato 6 luglio 2019

Il giustiziere della notte - Death Wish (2018)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 12/03/2019 Qui - Nel 1974 il regista Michael Winner portò al cinema l'adattamento del romanzo omonimo di Brian Garfield Il giustiziere della notte con protagonista Charles Bronson. Dopo quarantacinque anni è Eli Roth ad adattare la storia ai tempi moderni, riproponendone il remake. Questa volta è Bruce Willis ad interpretare lo stesso ruolo che fu di Bronson ma donando al personaggio un tratto politico più spiccato rispetto al film originale. Paul Kersey (Bruce Willis) è un rinomato chirurgo di Chicago che, in seguito all'omicidio della moglie e al ferimento della figlia durante una rapina, decide di farsi giustizia da solo. La polizia non sembra in grado di trovare i responsabili della distruzione della sua famiglia e quindi, rimboccandosi le maniche, il Dott. Kersey comincerà ad assumere una doppia identità diventando, agli occhi dell'opinione pubblica, il Mietitore. Ad un primo sguardo Il giustiziere della notte - Death Wish (Death Wish), film del 2018 diretto da Eli Roth, potrebbe sembrare come quei tanti film d'azione che sono soliti interpretare attori come Bruce Willis o Liam Neeson (che era stato scelto precedentemente per il ruolo da protagonista), ma non è così (o almeno non del tutto). La trama ovviamente resta molto ancorata all'originale, essendo comunque un adattamento di un romanzo, ma si tinge di sfumature contemporanee e di escamotage che solamente registi come Eli Roth oserebbero inserire. Sfumature contemporanee però che sono l'aspetto meno convincente, perché esse talvolta fanno ridere ed irritare, ma soprattutto tolgono quell'aura cupa e cruda necessaria a film del genere. In tal senso il film è diverso dal precedente perché mentre nel primo Paul girava a viso scoperto adesso cammina incappucciato per evitare le telecamere e le riprese dei cellulari, ciò nonostante viene ripreso e diventa in incognito un divo dei Talk-Show e della TV soprannominato il "mietitore". Il film affronta quindi non solo il problema della giustizia e quindi se sia lecito agire al posto dello stato inerte, ma anche come anche i fatti più terribili diventino spettacolo. E' anche affrontato il problema della difesa legittima specie quando i malviventi si introducano in casa del cittadino. Il film rispetto al remake affronta quindi più questioni tutte di attualità, ma nessuna che riesce tuttavia a centrare appieno il bersaglio.

sabato 4 maggio 2019

The Nice Guys (2016)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/01/2018 Qui - L'action comedy ha sempre attirato l'attenzione da parte del pubblico e della critica, per poter divertirsi con un humor esilarante per sdrammatizzare la pellicola ma allo stesso tempo intriga molto per come i protagonisti riescono a risolvere alcuni misteriosi casi. The Nice Guys, film del 2016 diretto e co-scritto da Shane Black, si addentra in questo genere, facendolo ambientare negli anni '70. I protagonisti di questa pellicola infatti, che sono Russell Crowe e Ryan Gosling, da investigatori privati maldestri, devono risolvere il caso (che poi finirà per smascherare un complotto) di una giovane attrice porno in fuga dai sicari. Peccato che, seppur l'idea di una Los Angeles nebbiosa e quindi un po' plumbea come immagine di una città dove tutto è un po' sbilenco e sopra le righe non è male, e anche se gli anni settanta sono ricostruiti in modo molto preciso ed anche sofisticato (ottima scusa per ricordare un tempo che si è vissuto in età più giovanile), della trama, frenetica e ingarbugliata, si capisce poco, e comunque, anche supponendo di averci capito, tutto risulta piuttosto inconsistente. Questo buddy movie infatti, stile che Shane Black (lo sceneggiatore di Arma Letale 1 e 2) in ogni caso dovrebbe conoscere bene, non lascia segni né nella mente né nel cuore e risulta complessivamente insulso. Inoltre è intriso fino al midollo di moralismo buonista. Giacché non bastano alcune gag originali e divertenti, se la storia in sé è minuscola.

sabato 6 aprile 2019

Billy Lynn: Un giorno da eroe (2016)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 10/11/2017 Qui - Non sono abbastanza esperto per discutere il film dal punto di vista tecnologico, anche perché di film in 3D non ne ho visto nemmeno uno, mi limito quindi a una lettura "classica" come sempre, come in tutti quei film qui da me recensiti, valutando la pellicola nel rapporto tra sceneggiatura e regia, cercando di coglierne i motivi di fondo e del perché mi è abbastanza piaciuto. Billy Lynn: Un giorno da eroe (Lynn's Long Halftime Walk), film del 2016 diretto da Ang Lee infatti, adattamento cinematografico del romanzo di Ben Fountain "È il tuo giorno, Billy Lynn!", emozionante e tragicamente reale, che non è un film di "guerra" ma sulla guerra (dimenticate il classico film di guerra, dato che qui le scene di azione sono poche, frammentate e vissute in flashback), riesce nonostante un incipit abbastanza ordinario, a stupire e a coinvolgerci (almeno personalmente è stato così). Anche perché una rappresentazione non bellica del soldato e la forte presenza di uno spirito che smonti la logica repubblicana segnano le premesse di questo interessantissimo film, che nella ricerca e nel raggiungimento della propria ragione si trasforma in una ben più comune storia sul reduce di guerra a base di retorica, sul post-trauma, sull'onore del militare, sul suo essere incompreso, sulla sua alienazione e sulla sua voglia di vita, in parametri assolutamente scontati. Tutti temi che però, sviscerati dal grande regista taiwanese, autore di tante piccole perle come La Tigre e il DragoneLussuria: Seduzione e tradimento e Vita di Pi, riescono ad appassionare, grazie anche alla sua costruttiva (severa ma giusta) critica (vista attraverso gli occhi di un'umile ragazzo) alla spettacolarizzazione della guerra.

mercoledì 6 marzo 2019

Run All Night: Una notte per sopravvivere (2015)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 01/04/2017 Qui - Dopo il poco convincente ma discreto thriller Unknown e il più dozzinale ma accettabile Non-stop, la coppia vincente Liam Neeson attore e Jaume Collet-Serra regista, si ritrova in un serrato (e più che discreto) thriller notturno, Run All Night: Una notte per sopravvivere (Run All Night, 2015), ambientato lungo un'unica concitata notte, durante la quale un piccolo malvivente alcolizzato e vedovo, allontanato dal figlio ormai adulto e con moglie e prole al seguito, deve adoperarsi affinché quest'ultimo non venga ucciso dopo essere stato testimone di una strage perpetrata a sangue freddo a danno di una banda di trafficanti di droga albanesi da parte del giovane ambizioso figlio del boss dei boss, nonché amico di gioventù ed attuale datore di lavoro del nostro sventurato protagonista. Run All Night appare fin dall'inizio serrato e convincente nel suo intreccio sulla carta dozzinale e stravisto, ma congegnato e girato con perizia e senso del ritmo, con qualche guizzo estetico e qualche riflessione etica interessante. Questa pellicola difatti ha un impianto tecnico di buon livello, bella infatti la regia, la fotografia e le musiche, così come le coreografie dei combattimenti. Il tutto coadiuvato da un buon montaggio e interpretazioni discrete da parte di tutto il cast, cui spicca tra tutti Ed Harris che qui ricopre un ruolo da cattivo/non cattivo che mi è piaciuto molto, un personaggio che dimostra una grande umanità dietro all'involucro di orgoglio di cui è ricoperto, Liam Neeson invece interpreta un character differente dai suoi soliti degli ultimi anni, interpreta infatti un villain in cerca di redenzione che nel contesto funziona alla grande.

lunedì 4 marzo 2019

Regali da uno sconosciuto: The Gift (2015)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/03/2017 Qui - Lontano dal genere horror o (puro) thriller cui, la locandina, farebbe intendere, Regali da uno sconosciuto: The Gift (2015) è un dramma psicologico, notevolmente diretto, scritto e interpretato da Joel Edgerton (attore di discreto livello, interprete di parecchi film, Star Wars V e VI, il prequel de La cosa, Il grande Gatsby ed Exodus: Dei e re), al suo debutto alla regia di un lungometraggio. Davvero notevole e non solo perché è recitato bene e sceneggiato meglio, ma soprattutto perché fa della suspense la sua arma vincente. Le fasi iniziali lasciano intendere uno sviluppo diverso e più banale, con il classico stalker che prepara il terreno per l'assalto finale, ma procedendo i facili calcoli cominciano a non essere più tanto facili, le psicologie si delineano meglio, si intravede un piano più ampio e più coerente, la bozza iniziale che lasciava supporre la mano di uno psicopatico, rivela invece un disegno lucido. E avviene così un sorprendente ribaltamento del punto di vista sull'amico del protagonista dapprima visto come stalker e che in seguito risulta essere la vera vittima della situazione. Poiché The Gift è un thriller-dramma realistico, senza ombra di paranormale, ma con una solida base di paranoia, gelosia e mistero. Un triangolo di inquietudine che si crea quando una coppia decide di cambiare città per cercare di superare un momento difficile e per una nuova opportunità di lavoro dell'uomo. La nuova vita di Simon (Jason Bateman) però, insieme alla moglie Robyn (Rebecca Hall), viene sconvolta dalla presenza di Gordon (Joel Edgerton), un ex compagno di liceo di lui, che con continui regali e visite inaspettate perseguita la coppia. E ad un certo punto, entrambi stanchi delle attenzioni morbose che ricevono da Gordo, oltre che infastiditi dal suo atteggiarsi come uno stalker, decidono di parlagliene e affrontare il problema. Ma da quel momento in poi la situazione precipita gradualmente, vecchi segreti sepolti tornano alla luce e le maschere dei protagonisti iniziano a cadere.