Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/07/2021 Qui - Sulla scia del Black Live Matter un intensissimo dramma discretamente costruito e con dei dialoghi da brivido. E se il Joker di Todd Phillips ha come riferimento preciso il cinema di Martin Scorsese, American Skin di Nate Parker, oltre ad avere la tutela di Spike Lee in veste di produttore, guarda ai lavori di Sidney Lumet come La parola ai giurati e Quel pomeriggio di un giorno da cani. Egli (già calzante con il suo The Birth of a Nation) prende questi due film e li ingloba in un unico progetto. Un processo non soltanto ad un poliziotto che ha ucciso suo figlio e che rimanda a tanti casi successi di recente negli Stati Uniti. E' un processo ad un sistema giudiziario inefficiente come minimo e forse corrotto in molti casi. Un film del genere con un argomento del genere, la facilità di cadere nella più bieca retorica è un pericolo costante. Tuttavia il regista (qui anche attore) riesce, in un ottica di film di genere, a non far degenerare tutto, anche se qualche concessione è presente. Sono circa novanta minuti molto veloci, che pongono in maniera semplice e diretta un problema che sta diventando ultradecennale. Proprio dalle radici lontane di tale problema emergono le difficoltà di risolverlo, con le parti, in fondo, ostaggio dei propri estremismi e soprattutto con una giustizia inadeguata ad affrontarlo. Per il resto i messaggi che manda il film sono piuttosto chiari cosi come il finale sorprendente. Promosso. Voto: 6+
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