Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 02/07/2021 Qui - Sarà pure un film coraggioso per le scelte registiche della Susanna Nicchiarelli, in un certo qual modo sperimentate senza tanto successo già in Nico, 1988, ma questo film è un pugno direttamente nei testicoli, tanto è noioso, lento e narcisista. A mio modesto avviso ho trovato il montaggio mediocre, il taglio documentaristico in alcuni punti scontato e banale, le interpretazioni decisamente senza anima, ad eccezione della protagonista, una Romola Garai che si prende l'onere di caricarsi il film sulle spalle, ben consapevole di predicare nel deserto. Anche nei suoi momenti migliori Miss Marx non pare esprimere mai lo spirito della sua epoca, è in ritardo sui tempi, o addirittura controcorrente: puritano e molto ordinato. Non sorprende pertanto che anche le sue scelte migliori assomiglino a una tentata copia di Sofia Coppola nel ben superiore Marie Antoniette. Un 20% di questioni socio-politiche a fronte di un 80% di pettegolezzo familiare-sentimentale, le problematiche della pellicola stanno tutte qui. Perché paradossalmente sarebbe stato preferibile concentrarsi su tutto il resto (battaglie a supporto dei diritti dei lavoratori in primis), che finire con l'incardinarsi su una storia d'amore all'interno della quale Eleanor Marx risulta essere vittima, nonché succube del proprio compagno. Non mi è piaciuto (imbarazzante il balletto finale), non mi ha coinvolto e non lo rivedrò (mai) più. Voto: 4,5
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