venerdì 16 luglio 2021

I due papi (2019)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/07/2021 Qui - Il regista brasiliano Fernando Meirelles (del quale ricordo City of God del 2002) e il drammaturgo neozelandese Antony McCarten, autore di "L'ora più buia" e di "Bohemian Rhapsody", confezionano un film intelligente che i due superbi protagonisti rendono suggestivo (un film che ricostruisce un vero/finto rapporto tra Papi e la storia che tutti conosciamo, dimissioni e tutto quanto). Sono Jonathan Pryce (Bergoglio) e Anthony Hopkins (Benedetto XVI) il vero valore artistico di un film con un chiaro impianto teatrale, scritto benissimo e confezionato in una location vaticana ancora più interessante di quella sorrentiniana del Young Pope. Infatti, a riprova, dove il film viene meno (da un punto di vista formale) è nella parte del giovane Bergoglio nell'Argentina del dittatore Videla, non all'altezza di tutto il resto. La sceneggiatura di questo biopic è il vero punto di forza, il suo valore è riuscire a mettere in luce due personalità e due dottrine diverse ma con una leggerezza e uno humour davvero incredibili. Pryce è così bravo che fa dimenticare subito dopo la prima scena la sua interpretazione dell'Alto Passero di GoT, e lo fa senza neppure doversi stravolgere con un trucco pesante. Hopkins è perfetto perché solo lui poteva rendere in questo modo così profondo, nella complessa personalità di Ratzinger, il "rottweiler del Vaticano" e il musicista colto consapevole della sua inadeguatezza a fronteggiare l'enormità dei problemi. Entrambi impegnati in un dialogo lunghissimo (circa due ore) ma capace di rapire letteralmente lo spettatore e di coinvolgerlo dall'inizio alla fine. Pur portando ovviamente avanti un discorso inerente alla fede, il film trascende il contesto religioso e offre un ritratto decisamente umano dei due eminenti personaggi, enfatizzato dalla regia che opta per riprese da simil-reportage. Fiction e attualità, recitazione e documenti veri, tutto in bel connubio interessante. Un film d'impatto, sicuramente, non brillante ma teso alla commozione sincera, inaspettatamente appassionante. Voto: 7,5

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