Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/07/2021 Qui - Affascinante, lento ma avvolgente viaggio non tanto in una terra strana e inesplorata (l'Area X, un luogo dove le leggi della fisica e della biologia sembrano non rispondere ai normali canoni umani) quanto nella mente umana. Annihilation, ibrido fra Cronenberg e Villeneuve (con spruzzate alla Tarkovskij), racconta il cancro come mai era stato fatto: applicandolo all'intero pianeta. Fantascienza con pochissima azione (ma con un paio di sequenze molto tese) e anche poche risposte ai tanti quesiti che apre, ma ben fatta, con dialoghi interessanti e una calibrata quanto progressiva discesa negli "inferi". Brava la sempre bella Natalie Portman, che ha anche l'unico personaggio davvero caratterizzato, mentre le sue compagne di viaggio sono abbozzate in modo piuttosto banale. Visivamente molto riuscito, si abusa un po' con i flashback, non sempre necessari. Alcune scene sono decisamente forti e il finale è volutamente ambiguo. Meno solido rispetto a Ex machina, se vogliamo anche più imperfetto, però al tempo stesso rimane un lavoro intrigante. Un lavoro di Alex Garland, che si conferma regista da tenere d'occhio, che scorre via senza infamia né lode dall'inizio alla fine. Color out of the Space, film che cito poiché un po' il romanzo scritto da Jeff VanderMeer a quello di H. P. Lovecraft gli si assomiglia, era/sarà poi migliore, ma Annientamento ha il suo perché e una sua validità. Voto: 6,5
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