Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/07/2021 Qui - Atipico rape and revenge, non tanto per l'assenza di cliché tipici del filone (certamente presenti), quanto per l'intelligenza e l'impegno sociale con cui viene trattato il vergognoso tema degli stupri all'interno dei college americani. Vera e propria piaga in cui spesso le numerose vittime passano per poco di buono (giusto per non dire di peggio) o, timorose dell'altrui giudizio, non sporgono denuncia, mentre i carnefici restano spesso impuniti e soprattutto liberi di continuare la loro corsa verso il successo. Non è quello che accade in M.F.A. dove la studentessa d'arte Noelle, a sua volta stuprata dal prepotente belloccio di turno, casualmente si trasforma in assassina, pronta ad ammazzare chiunque abbia usato violenza carnale passandola poi liscia. Ora, chi pensa di trovarsi il solito pippone femminista solo perché girato e sceneggiato da due donne (alla regia Natalia Leite, alla scrittura Lea McKendrick) si sbaglierà di grosso, in quanto la critica è duplice, rivolta anche al mondo femminile: al modo di approcciare il problema, ai goffi tentativi di risolverlo e all'incapacità di reagire davanti tali soprusi. Semmai il tocco "rosa" è deducibile dalla delicatezza con cui il tema viene trattato e dalla messa in scena elegante, quasi patinata, che stride piacevolmente con gli omicidi non troppo cruenti ma fantasiosi il giusto. Tuttavia nulla in confronto alle due scene d'abuso, che seppur in parte edulcorate alimentano un certo fastidio. Indovinata la scelta della (figlia d'arte) Francesca Eastwood nel ruolo principale. Dietro ad un fisico fragile, riesce a mostrare l'evoluzione del proprio personaggio ormai preso da un meccanismo da cui non ha più la capacità di venirne fuori (e poi caspita se non è bella). Insomma un buon film. Voto: 6,5
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