Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/07/2021 Qui - Un titolo originale più suggestivo di quello italiano (Bambini che inseguono le stelle) per il film più ambizioso (e però tra i meno riusciti) di Makoto Shinkai. Più intimista nelle sue opere precedenti (in 5 cm al secondo ci riuscì benissimo), affronta qui l'argomento del dopo vita. Perché Viaggio verso Agartha è in fondo la travagliata accettazione della morte. Se non si accetta tale concetto la vita è una continua impasse che impedisce di andare avanti, guardando sempre e comunque solo il passato. Un film che tratta una tematica come questa con estremo garbo e maturità, raccontando il viaggio di formazione dei personaggi fino alla scelta di rispettare il naturale circolo vitale o alterarlo secondo principi più o meno egoistici. Molto buona l'animazione che diventa sempre più minuziosa nei dettagli, soprattutto quando la storia si sposta ad Agartha (con livelli di eccellenza raggiunti nella rappresentazione della natura). Momenti di alto lirismo si alternano però a frammenti più scontati e banali, non bastasse che il tutto proceda molto lentamente, forse con un andamento quasi noioso (non curato al meglio infine il doppiaggio). Nonostante questo è facile affezionarsi subito ai vari personaggi ed ai loro scopi, ognuno di questi pieni di insegnamento e di determinazione per la loro riuscita, seppure non tutti riescono a portare a compimento la propria missione. Alla fine film d'animazione dalla trama piacevole (senza grossi colpi di scena per chi è avvezzo a questo genere di elaborati) e con disegni curati, certamente bello ed interessante, ma nemmeno paragonabile alle opere di Hayao Miyazaki da cui il regista sembrerebbe qui attingere. Voto: 6+
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