Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 02/02/2017 Qui - Padri e figlie (Fathers and Daughters), film del 2015 diretto da Gabriele Muccino, è una bella ed emozionante commedia drammatica che grazie alla sua originale costruzione cinematografica capace di far coesistere due spazi temporali (a distanza di 25 anni) incastrando a mosaico momenti dell'infanzia e della vita adulta di una figlia nel difficile rapporto col padre che con tenacia cerca di crescerla dopo la tragica morte della madre. riesce nell'intento di coinvolgere. Il regista infatti, senza retorica affronta un tema profondo e complesso muovendo i personaggi con grande maestria avvalendosi di interpreti di grandissimo spessore, Russell Crowe (che è anche produttore esecutivo), Amanda Seyfried, Aaron Paul, Diane Kruger, Octavia Spencer e Jane Fonda. Certo non mancano i tipici espedienti 'Mucciniani', le frenetiche corse dei protagonisti, le urla isteriche per strada, i pianti silenziosi, il dramma più puro, ma la qualità dei contenuti riesce a farceli digerire facilmente. Il fruitore è accompagnato attraverso le difficoltà affettive della protagonista (una sorprendete Amanda Seyfried), comprendendo la sua paura del passato e del futuro, il suo senso di solitudine, l'incapacità di amare. Interessante e ben costruito è lo sviluppo della storia su un doppio piano temporale che vede da un lato il rapporto di un padre con la sua bambina e dall'altro il rapporto di una donna con se stessa e con la sua insana tendenza all'autolesionismo. Sentimenti ben descritti e ben caratterizzati grazie al lavoro del regista e soprattutto alla grande interpretazione della protagonista.
Non aiuta in questo senso la scrittura, scontata e banale, però brava a non cadere nelle trappole del sentimentalismo forzato e del melo improntato a commuovere a tutti costi lo spettatore. Anche se il film lascia un po' l'amaro in bocca per certe scelte, non estetiche, perché è quasi perfetto (appagante per la vista, regia, fotografia, scenografia, costumi sono degni di lode), non specificamente musicali, perché coinvolgente è la colonna sonora, che vede la firma di Paolo Buonvino (sue le musiche di L'ultimo bacio e Baciami ancora), anche se la canzone di Jovanotti che si sente per alcuni secondi è decisamente una scelta poco realistica, non nelle interpretazioni, Crowe bravissimo come la Seyfried e la piccola, tenera Kylie Rogers, ma nella sceneggiatura, a tratti vuota, spesso banale e quasi slegata dalle emozioni che si vedono sullo schermo. Un vero peccato, perché per colpa di dialoghi quasi casuali si perde tanta intensità, nonostante il film coinvolga ugualmente senza ricorrere a stereotipi o a forzature emozionali, la morte del padre è vissuta con pacato e rassegnato dolore e il finale che vede il realizzarsi del sogno di Kate, anche se scontato e prevedibile, chiude una pellicola delicata dove commuoversi è lecito e perché no anche giusto. In definitiva se ci sono dubbi sul fratello, di Gabriele nessuno, e dopo Sette Anime e La ricerca della felicità fa nuovamente centro, perché con la macchina da presa è abile (anche se terribili, in senso di credibilità, sono le scene degli attacchi convulsivi) e presenta questo film bellissimo che merita sicuramente la visione, anche solo una. Voto: 6,5