sabato 2 marzo 2019

Il libro della giungla (2016)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 24/01/2017 Qui - Davvero bello ed emozionante, sopratutto per chi riesce ancora a trovare il bambino dentro di sé, è il remake in live action de Il libro della giungla (The Jungle Book), famosissimo romanzo per ragazzi partorito dalla mente dell'autore britannico Rudyard Kipling. Romanzo di formazione materiale e spirituale, che affiancandosi al film d'animazione originale del 1967 (ultimo successo prodotto da Walt Disney, morto durante la sua produzione), un cult del genere, che ha regalato per decenni sia a grandi sia a piccini la possibilità di entrare nel mondo animale e naturale, cerca di aggiungere del nuovo restituendo al cucciolo d'uomo il giusto spazio nella contemporaneità. La storia di Mowgli infatti è da anni una leggenda universale e il film (del 2016) non tenta di stravolgere il mito degli anni '60, anche se questo film pur ispirandosi al romanzo, si discosta molto nella trama, ma non tanto nel risultato, eccellente, soprattutto per il fatto che entrambe le versioni (quella cartoon e questa in live action) rimangono tutto sommato fedeli al libro, che avrebbe incontrato una grossa fortuna negli anni a venire, per la messa in risalto dell'ancestrale rapporto uomo-animale in chiave fantastica, è da qui che deriva lo spirito di intrattenimento che connota romanzo e film, i quali, rivolgendosi ad una platea indistinta, comunicano ancora adesso diversi livelli di lettura, sia di carattere morale che sociologico. Trama che sembra non aver subito grossi contraccolpi, dato che dal film d'animazione a questo remake non cambia granché, anche se questa storia senza tempo viene magistralmente ri-scritta da Justin Mark, co-prodotta insieme alla Walt Disney Pictures e diretta da Jon Favreau, regista fattosi conoscere per la sua spiccata versatilità. Regista che, ancora una volta, sorprende in positivo dato che da attore non sembrava avere le qualità giuste per intraprendere questa carriera e invece poco dopo aver recitato nel film Le riserve (2000), in un ruolo in cui interpretava un pazzo (ma spassoso e fantastico) giocatore di football 'bipolare', si è rilanciato come attore, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense, riscuotendo parecchi consensi.
Difatti per chi non lo sapesse ha diretto come regista Iron Man 1 e 2 (soprattutto il primo davvero bellissimo), il buffo e simpatico Elf, il delizioso Chef: la ricetta perfetta e anche il fantasioso (comunque geniale) Cowboys & Aliens, e negli altri settori invece ha fatto ugualmente un buon lavoro. Insomma se c'erano dei dubbi, anche miei, con quest'ultimo magnifico lavoro vengono spazzati, perché Il libro della Giungla comunque in una versione, quelle in live action che non tanto mi aggrada, è un film visivamente magnifico sia nel risultato, sia nell'ambiente, che regala scorci mozzafiato, anche grazie ai vari animali studiati benissimo nelle loro caratteristiche e ricreati in un digitale davvero foto-realistico, anche se il regista mascherandosi sotto una CGI immaginifica e opulenta, ma non per questo ridondante o eccessiva, lascia ben poco spazio allo spazio reale. Di reale c'è soprattutto il prodigioso Neel Sethi alias Mowgli, ometto fuori ma lupo dentro, inserito all'interno di un palcoscenico naturalistico fatto di alberi, liane, ghiotti orsi, branchi di scimmie, lupi ed altre fiere selvagge, ma anche di feroci tigri assetate di potere. La giungla diviene lo specchio della società, in cui, accanto alle regole precostituite, vige la legge del più forte.
Come è ben noto infatti Il libro della giungla narra le vicende di Mowgli, il giovane cucciolo d'uomo cresciuto da una famiglia di lupi ma costretto a lasciare la giungla quando la minacciosa tigre Shere Khan decide di eliminarlo per evitare che diventi una minaccia al suo potere. Mowgli abbandona così la sua 'tana' e inizia un incredibile, e a tratti invidiabile, viaggio alla scoperta di se stesso e della giungla. A fargli da 'cicerone' è la pantera Bagheera (che narra la storia, che nella versione originale ha la voce imponente di Ben Kingsley, mentre nel doppiaggio italiano di Toni Servillo) insieme al divertente e spensierato orso Baloo. Proprio gli animali, protagonisti sin dalla prima scena in un ambiente selvaggio e curato nel dettaglio, sono comunque reali e credibili. Il libro della giungla è perciò un film sbalorditivo per gli effetti speciali e digitali che ricostruiscono l'ambientazione di una giungla remota e a dir poco affascinante. Il film di Jon Favreau è difatti impeccabile per l'eccezionale realismo fotografico, per la qualità visiva, per la sensibilità nel non allontanarsi troppo dalla trama originaria. Il regista infatti è stato bravo a riproporre gli elementi classici del cartone, modificando qua e là per non dare la sensazione della semplice traduzione in live action, ma senza stravolgimenti eccessivi o decisivi al fini del risultato.
Il film è divertente e c'è la giusta dose di pathos, non mancano neanche i momenti epici e drammatici, alcune scene poi sono davvero potenti. Carta vincente del film è sicuramente anche il cast vocale, a dir poco stellare non solo nella versione originale, dove da un lato troviamo oltre ai due già citati, Neel Sethi, Bill Murray, Idris Elba, Lupita Nyong'o, Scarlett Johansson, Giancarlo Esposito, Christopher Walken, Garry Shandling, Brighton Rose, dall'altro Giovanna Mezzogiorno, Violante Placido, Neri Marcorè e Giancarlo Magalli, poiché nonostante il doppiaggio si avvali di molti non professionisti del settore soprattutto italiano (su tutti gli ultimi due), in alcuni casi si sono rivelati invece eccellenti e anche se in altri funzionano un po' meno, niente per fortuna è davvero così orribile da rovinare il film, dato che quella italiana dà prova di reggere il confronto a quella straordinaria originale. La colonna sonora infine, affidata al compositore John Debney (Spongebob, The Passion, Sin City), accompagna bene il film anche se forse non è memorabile, ma ha dei momenti molto suggestivi, e le canzoni sono state inserite alla perfezione, temevo potessero risultare fuori posto e invece mi sono dovuto ricredere.
Insomma il risultato è un film tecnicamente splendido, ricchissimo di dettagli anche se povero di personaggi memorabili. Il libro della giungla dunque, che rispetto alle rivisitazioni che l'hanno preceduto può vantare un discreto equilibrio ritmico per tutta la durata del film dovuto a qualche scena spettacolare, è fedele e originale, le uniche chiavi di lettura possibili. Praticamente la formula vincente per un live action destinato a un vasto target di pubblico, che tanto mancava sul grande schermo, anche se non così entusiasmante come immaginavo. Ma nonostante ciò grazie anche alla sentita conferma della morale contenuta nel romanzo di Kipling, il film riesce piacevolmente a far rivivere più che discretamente un classico che da piccolo adoravo. In definitiva quindi, se da un lato gli effetti (non solo per la CGI eccezionale), dall'altro la colonna sonora, rendono il film un ottimo prodotto artistico e commerciale. Anche se in conclusione, nonostante il grande lavoro tecnico e di post produzione, è la storia stessa di Mowgli il fattore principale di questo successo, che inevitabilmente ho riscontrato. La storia di un bambino che non è una scimmia, è un cucciolo d'uomo e il suo nome è Mowgli. Una storia che se ancora non avete avuto l'onore e il piacere di vedere, vi consiglio di farlo, per vivere e rivedere una storia senza tempo, mitica, avvincente ed emozionante come il film stesso, ugualmente bello e ugualmente spettacolare nonché straordinario anche se non del tutto eccezionale e non totalmente perfetto. Voto: 7+