sabato 2 marzo 2019

Il Piccolo Principe (2015)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/01/2017 Qui - Il Piccolo Principe (Le Petit Prince), film d'animazione del 2015, è un lungometraggio animato di eccezionale manifattura. Raffinata e ben congegnata è infatti questa trasposizione in chiave cinematografica del breve romanzo illustrato di Antoine de Saint-Exupéry, un romanzo capolavoro che anch'io ho letto da piccolo. Un film che riesce ad essere estremamente fedele al libro, e a coglierne l'essenziale (il termine 'Essential' è ripetuto e riproposto moltissime volte). Ma allo stesso tempo sviluppa e intreccia una trama molto moderna e attuale che dà ancora maggiore risalto ai concetti base del plot originale. L'eterna lotta tra la ragione e il sentimento, il passaggio dall'età infantile a quella adulta, l'amicizia, la crescita, sono tutte tematiche ottimamente raccontate. Il film, diretto da Mark Osborne (autore di "Kung Fu Panda"), non è il primo film tratto dal capolavoro di Antoine de Saint-Exupéry, ma si conferma però come uno dei più interessanti e riusciti anche per il particolare modo in cui sono state animate le vicende del racconto. Il racconto raffinato ed evocativo di un cinema d'altri tempi, quella di una cittadina che si muove geometricamente ai ritmi di un orologio, dove il destino di una piccola bambina si intreccia inevitabilmente con quello del suo anziano vicino di casa (un nuovo Saint-Exupéry) che, nonostante la consapevolezza della vita e della possibilità della morte, quanto mai reali, non ha mai dimenticato cosa sia la fantasia e il desiderio di lasciarle spazio. E la bambina sarà la protagonista di un viaggio memorabile ricco di emozioni.
Il piccolo principePremio César 2016 come Miglior film d'animazione, è soprattutto bello visivamente parlando, a livello visivo infatti c'è un mix di nuovo e antico, dalla computer grafica stile Pixar, alla tecnica stop motion, fatta con personaggi e scenografie di carta, veramente eccezionale. La scelta di rendere omaggio ai disegni originali di Saint-Exupéry difatti, semplici e quasi abbozzati, riproposti all'interno della pellicola per raccontare la vicenda del Piccolo principe è davvero azzeccata. Parte del merito di questo felice risultato è da attribuire anche al prezioso lavoro degli sceneggiatori (nella fattispecie, Irene Brignuli e Bob Persichetti) che hanno fornito davvero il materiale giusto al regista per riprodurre in immagini questo straordinario viaggio tra le pieghe e i sogni dell'infanzia, compito questo tutt'altro che facile e men che meno scontato, vista la particolare forma poetica della scrittura di de Saint-Exupéry. Ma la piacevolezza delle musiche e dei colori che ci accompagnano verso l'idea che gli "adulti che hanno dimenticato" siano coloro che non apprezzano nulla che non sia tangibile e che vivono dimenticandosi di ogni cosa che non sia calcolabile ed economicamente valutabile, aiuta ad abbandonarsi alla meraviglia, come quella del regista che riesce a dirigere un film destinato sia ad un pubblico infantile che uno adulto. Il film si presenta simile, a livello filosofico infatti, al libro, i concetti sono raffinati e, forse, difficili da comprendere in tenera età ma offrono, invece, una profonda riflessione nella coscienze dei "Grandi". Perché parafrasando il film e quindi il libro "il problema non è diventare grandi, ma dimenticare di essere stati una volta tutti bambini". Da segnalare anche l'apporto delle voci che (per la versione italiana) sono quelle carismatiche di Toni Servillo, Alessandro Gassman, Stefano Accorsi, Paola Cortellesi, Micaela Ramazzotti, Alessandro Siani, Giuseppe Battiston,, Angelo Pintus e Pif. Voci come ne Il libro della Giungla sono perfettamente inserite e piacevoli da ascoltare. In definitiva quindi, film bello e affascinante, semplice e profondo, e anche se quasi del tutto non diverte come altri, è un film da non perdere. Voto: 7+