mercoledì 6 marzo 2019

The Machine (2013)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/02/2017 Qui - Prima di Ex-Machina e Westworld c'era The Machine, film del 2013 diretto da Caradog W. James, che per certi versi li ricorda molto, anche nello stile chic del secondo o claustrofobico del primo, oltre ovviamente al binomio uomo-macchina che torna puntuale, anche se un po' fuori tempo, ma non certo così in ritardo da risultare superato, come è prassi e costume che accada nei pressi della più gloriosa serie B, alla quale in qualche modo appartiene questa produzione inglese a basso budget, ma di buona fattura e costruzione. Il film infatti, ambientato nel futuro, che narra la storia di due scienziati impegnati nella creazione di una intelligenza artificiale e combattuti tra le crudeli esigenze della committenza militare e la propria coscienza, riesce a farsi rispettare, anche se qualitativamente povero. Povero come l'introduzione che ci informa solo che due superpotenze si sfidavano (e, stando al film, si sfideranno ancora fino a sfiorare la collisione più nefasta e apocalittica) tenendo in ostaggio il resto del mondo. Per questo un brillante scienziato mette a punto una 'macchina' che possa costituire un connubio, una sintesi integrata tra la mente umana e la meccanica più sofisticata. Le ragioni del brillante e giovane studioso si annidano in vicende strettamente private e drammatiche, che in qualche modo trovano una giustificazione anche morale, ma che tuttavia finiscono in secondo piano rispetto agli interessi ben più stolti e calcolati che guidano i finanziatori biechi e sordidi di quel rivoluzionario ed avveniristico progetto. Una avvenente e giovane ricercatrice finisce così per divenire, causa un drammatico incidente, da primaria collaboratrice dell'uomo, a vera e propria cavia di un progetto che travalica i confini dell'etica e della ragionevolezza, fino ad una ribellione (prevedibile ma mai così giustificata) che nasce dal fondo di una coscienza che finisce per avere la meglio sui più amorali fini economico-bellici che guidano invece i 'cattivi'.
The Machine, nonostante alcuni scontati parametri e alcune forzature è un film ben congegnato soprattutto in una sua prima parte tesa e adrenalinica, anche se purtroppo il film finisce verso la fine imbrigliato nelle facili soluzioni retoriche e sentimentali che ne affievoliscono le brillanti seppur non originali premesse. E se il macho-gentiluomo Toby Stephens (quello di Black Sails) è un valido caratterista promosso meritatamente al rango di protagonista dopo una interessante e variegata gavetta formativa, qui teso più che può a rendere credibile il suo ruolo di scienziato brillante e padre amorevole, la bionda ed avvenente Caity Lotz (The Pact 1 & 2 e Ragazze nel pallone) dall'occhio di ghiaccio ci ricorda nella sua fissità assassina di donna-macchina, la Sharon Stone similmente folle assassina, ma per ragioni di sesso, nel celebre Basic Instinct. Insomma da vedere, anche se alla fine rimane la sensazione di un occasione mancata per un soffio, di aver a che fare con qualcosa di nuovo ed all'inizio ci si crede davvero, e invece funziona solo a metà. Voto: 5,5