Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/02/2017 Qui - Premettendo che sono uno, se ancora non ve ne siete accorti, che si entusiasma facilmente, primo perché sono un grande fan del genere action, secondo perché sono un grande fan di Luc Besson, uno dei miei registi preferiti ma che ultimamente stava diventando un po' una macchietta di sé stesso, anche se in questi anni non ho mai perso la speranza, Lucy, film del 2014 diretto, scritto e co-prodotto dal regista francese, mi è piaciuto tanto, soprattutto per la fase action, poiché il film fallisce nel tentativo di trasmettere un qualsiasi significato superiore, dove la perfettibilità umana sembra essere legata meramente alla percentuale di attività neuronale. Quella che, a seguito di circostanze indipendenti dalla sua volontà, la giovane studentessa Lucy (Scarlett Johansson), vedrà crescere all'infinito. "Colonizzando" il suo cervello infatti, acquisirà poteri illimitati che le permetteranno di trasformarsi in una micidiale macchina da guerra contro ogni logica umana. Con questo film Luc Besson omaggia se stesso, dato che questo thriller fantascientifico che rispolvera i fasti di Nikita e Leon rivisitandoli in chiave fantascientifico-esistenziale, funziona, non alla perfezione, anzi, ma decisamente meglio di Transcendence (con Johnny Depp che impersonava un cervellone nella rete con manie di onnipotenza) che ha ricevuto giudizi contrastanti. La regia è quella sua solita, cioè molto rapida, con un montaggio abbastanza frenetico e un ritmo sempre al top che tuttavia a volte rallenta per immergerci nella psiche della protagonista e questo ci sta alla perfezione, perché è giustificata e pure efficace, grazie anche alla scelta azzeccata della fantasmagorica protagonista, Scarlett Johansson, sempre bravissima e bellissima, che riesce a caratterizzare molto bene il personaggio che risulta all'inizio antipatica, stupida, priva di un vero e proprio scopo nella vita, la classica studentessa sopra le nuvole, che non sa nulla del mondo, ma dopo 'l'incidente' che la porterà ad utilizzare il 100% del proprio cervello poco a poco, diventa fredda, spietata ma comunque non perde mai del tutto la propria umanità, e la Johansson è bravissima a rendere il cambiamento in modo esaustivo.
Con questo film ho insomma riacquistato un po' dell'entusiasmo che stavo ormai perdendo nei confronti di questo regista, che in questa pellicola dimostra di avere ancora molto da dire e soprattutto dimostra di avere ancora smalto in ambito cinematografico. È un bel furbone il nostro Luc, mette tanta carne al fuoco, sparatorie, inseguimenti, poteri mentali che fanno invidia alla donna invisibile, e Morgan Freeman, il vecchio Morgan è come il prezzemolo, ci sta sempre bene. Così bene che non sembra ci sia qualche originalità nella pellicola, eppure il primo tempo, come il resto, tiene, c'è azione, ritmo, ci sono i coreani cattivi e il poliziotto 'piacione' e ci si diverte, e anche se molti attori risultano solo funzionali ma che alla trama non lasciano veramente nulla, è un discreto film. La parte da leone in questo film quindi la fanno la regia, gli effetti speciali veramente fantastici (anche se a volte hanno esagerato) e il ritmo come già ripetuto, il film infatti scorre benissimo. Tuttavia oltre a questo la trama è veramente interessante e a mio parere originale, e la pellicola porta lo spettatore a fare delle riflessioni non da poco, si mette infatti in discussione l'esistenza stessa di un Dio, si mettono in discussione la percezione umana del tempo e dello spazio, ma la cosa più interessante è che è proprio una donna a superare i limiti umani. Donne non 'usate' come semplici macchine da sesso come si è abituati (anche nel cinema), ma come concetto dell'uomo stesso, concetto incarnato da una donna bionda che da sempre è lo stereotipo (mai capito perché) della persona stupida e svampita. Non stiamo parlando certo di un capolavoro, tuttavia se contestualizzato in un ambito soprattutto action in cui le donne non vengono a sua volta contestualizzate, Lucy è una vera perla non solo per l'azione e le esplosioni, anche per il tutto il resto. Resto che in ogni caso non sempre risulta all'altezza ma sufficiente. Voto: 6,5