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martedì 30 aprile 2024

Dogman (2023)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/04/2024 Qui - L'ultima pellicola di Luc Besson si rivela un'opera affascinante (migliore della precedente), con personaggi che rispecchiano il suo stile distintivo: solitari, incompresi, eccessivi, ma soprattutto profondamente riflessivi e consapevoli della loro situazione. Chiaramente ispirato da Joker, un film coinvolgente e di grande impatto, con un protagonista, Caleb Landry Jones, eccellente. Non siamo ai livelli di Leon, c'è qualche deriva cartoonesca nei personaggi antagonisti maschili, come cartoonesca è la parte finale, ma tutto sommato è un film che mi ha fatto divertire e che mi sono goduto con una regia ed un montaggio che evidenzia il profondo legame tra Douglas ed i suoi cani (veri protagonisti). In conclusione, è un film apprezzabile, non senza difetti (non mancano alcune forzature narrative), ma decisamente degno di essere visto. Voto: 7 [Sky]

lunedì 31 luglio 2023

Anna (2019)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/07/2023 Qui - Luc Besson ritorna su sentieri già percorsi con notevole successo commerciale (vedi Nikita e Leon) e questo suo Anna sembra riciclare un successo che al momento non è più alla portata del regista francese. Certo che in alcune sequenze d'azione il mestiere si vede ancora. Qualche scelta narrativa appare valida come quella di creare volutamente dei buchi per poi riempirli a mo' di colpo di scena, però abusando di tale espediente sortisce alla lunga l'effetto opposto, cioè la prevedibilità. Poco convincente la protagonista, bel corpo ma poca profondità al personaggio. Per non parlare delle incongruenze talmente palesi su cui è un po' difficile passarci sopra. Perché insomma alcune sequenze sono anche ben girate ma l'impressione è quella di un replay superfluo. Voto: 5,5

mercoledì 12 giugno 2019

Valerian e la città dei mille pianeti (2017)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 22/10/2018 Qui - Fantascienza avventurosa, colorata, divertente, questo è Valerian e la Città dei mille pianeti (Valérian et la Cité des mille planètes), film del 2017 scritto e diretto da Luc Besson. Quest'ultimo infatti, a ventuno anni da Il Quinto Elemento, torna alla regia di una space opera prendendo spunto da un caro ricordo d'infanzia, il fumetto Valérian et Laureline ideato dallo scrittore Pierre Christin e il disegnatore Jean-Claude Mézières nel 1967, lo fa con 197 milioni di euro di incentivi, budget più alto della storia del cinema francese, con l'obiettivo di creare un prodotto che possa davvero segnare una generazione, e in parte ci riesce. E in tal senso obiettivo ambizioso, quello di Besson, nell'andare a creare un moderno Star Wars. Dopotutto il film è ambientato nel futuro e nello spazio, e racconta di due agenti del governo di Alpha, Valerian e Laureline appunto, che vengono incaricati di stroncare ogni pericolo per quella che era una semplice base orbitante terrestre e che è diventata l'esempio gigantesco di convivenza tra migliaia di esseri differenti tra di loro (e davvero è molto efficace il racconto visivo iniziale di come sia accaduto tutto questo). Ma quando vengono incaricati di svolgere una missione alquanto strana e rischiosa, capiscono che su Alpha c'è molto di più di quello che loro stessi pensavano, e che quindi toccherà a loro scongiurare una fratricida guerra. Peccato che, come negli ultimi Star Wars, seppur dal punto di vista puramente visivo, Valerian e la Città dei Mille Pianeti è uno spettacolo per gli occhi (la sequenza della nascita di Alpha, con la colonna sonora di Space Oddity di David Bowie è fantastica), Alpha, ed in generale tutto il film, sono infatti spettacolari, grazie ad un accorto ed appassionato uso di ogni tecnologia disponibile, dal punto di vista narrativo (e non solo) lasci parecchio a desiderare. Quest'ultimo difatti, nonostante le vicende singolarmente non siano poi neanche tanto male, soffre dello sgangherato motore che lo muove, o almeno parte di esso.

giovedì 9 maggio 2019

Una vita da gatto (2016)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 26/02/2018 Qui - Una vita da gatto (Commedia, Francia 2016): Ok, la premessa è "un film con un gatto protagonista" per cui è lecito non aspettarsi niente di che. Eppure questo film riesce (al contrario del sorprendente e bel A spasso con Bob) a stupire per quanto in basso riesca a scendere. Partiamo proprio dal gatto, quello vero è un bel gattone che, sfortunatamente però, viene quasi sempre rimpiazzato da una pessima versione computerizzata. Anche il resto degli effetti speciali è di qualità abbastanza scarsa (il livello è televisivo). Gli attori, più imbarazzati che altro, hanno dialoghi terribili (tanto quanto la trama, in effetti, altresì abbastanza intuibile e prevedibile alla fine). Incredibile pensare che questo sia il regista di Men in BlackNine Lives infatti, che racconta di un uomo vanitoso che per uno scherzo del destino (o altro) si "trasporta" a causa di un incidente nel corpo di un gatto e ci rimarrà fino a quando avrà compreso le sue priorità, diretto incredibilmente da Barry Sonnenfeld (e prodotto incredibilmente da Luc Besson), per niente originale, scialbo e striminzito, banale e superficiale (altresì patetico), dove non si sorride mai, e dove alle volte ci scappa qualche sbadiglio e in cui le scene simpatiche si contano sulle dita di una mano, che si permette il lusso di sprecare attori del calibro di Kevin SpaceyChristopher Walken e Jennifer Garner soprattutto, ma anche Robbie Amell, lascia piuttosto indifferenti e indispettiti per un lavoro così banale che forse non doveva essere prodotto. Voto: 5

giovedì 28 febbraio 2019

Lucy (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/02/2017 Qui - Premettendo che sono uno, se ancora non ve ne siete accorti, che si entusiasma facilmente, primo perché sono un grande fan del genere action, secondo perché sono un grande fan di Luc Besson, uno dei miei registi preferiti ma che ultimamente stava diventando un po' una macchietta di sé stesso, anche se in questi anni non ho mai perso la speranza, Lucy, film del 2014 diretto, scritto e co-prodotto dal regista francese, mi è piaciuto tanto, soprattutto per la fase action, poiché il film fallisce nel tentativo di trasmettere un qualsiasi significato superiore, dove la perfettibilità umana sembra essere legata meramente alla percentuale di attività neuronale. Quella che, a seguito di circostanze indipendenti dalla sua volontà, la giovane studentessa Lucy (Scarlett Johansson), vedrà crescere all'infinito. "Colonizzando" il suo cervello infatti, acquisirà poteri illimitati che le permetteranno di trasformarsi in una micidiale macchina da guerra contro ogni logica umana. Con questo film Luc Besson omaggia se stesso, dato che questo thriller fantascientifico che rispolvera i fasti di Nikita e Leon rivisitandoli in chiave fantascientifico-esistenziale, funziona, non alla perfezione, anzi, ma decisamente meglio di Transcendence (con Johnny Depp che impersonava un cervellone nella rete con manie di onnipotenza) che ha ricevuto giudizi contrastanti. La regia è quella sua solita, cioè molto rapida, con un montaggio abbastanza frenetico e un ritmo sempre al top che tuttavia a volte rallenta per immergerci nella psiche della protagonista e questo ci sta alla perfezione, perché è giustificata e pure efficace, grazie anche alla scelta azzeccata della fantasmagorica protagonista, Scarlett Johansson, sempre bravissima e bellissima, che riesce a caratterizzare molto bene il personaggio che risulta all'inizio antipatica, stupida, priva di un vero e proprio scopo nella vita, la classica studentessa sopra le nuvole, che non sa nulla del mondo, ma dopo 'l'incidente' che la porterà ad utilizzare il 100% del proprio cervello poco a poco, diventa fredda, spietata ma comunque non perde mai del tutto la propria umanità, e la Johansson è bravissima a rendere il cambiamento in modo esaustivo.

martedì 5 febbraio 2019

The Transporter Legacy (2015)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 02/11/2016 Qui - La bellissima Anna (Loan Chabanol) ha atteso quindici lunghi anni e ora è finalmente pronta per vendicarsi dell'uomo che le ha distrutto la vita. Non può fidarsi di nessuno, solo delle sue letali e belle complici e del leggendario Frank Martin. Tutti sanno che lui è il miglior autista sulla piazza e che non fa domande. Sfrecciando tra le strade del principato di Monaco con un carico particolare, Martin si ritrova così invischiato in prima persona in un complotto contro un manipolo di trafficanti russi senza scrupoli. Reboot della saga ideata da Luc Besson e Robert Mark Kamen, che aveva già dato luogo a tre titoli cinematografici e ad una serie per il piccolo schermo, The Transporter Legacy (adrenalinico film action del 2015 diretto da Camille Delamarre) muta l'attore principale (al posto di Jason Statham c'è Ed Skrein) ma non la sua filosofia professionale, mai cambiare i patti, mai fare nomi, mai fare domande. Inutile dire che si tratta di regole fatte per essere trasgredite. Ma una non doveva proprio essere infranta, ovvero eliminare Jason Statham dalla sceneggiatura. Senza di lui infatti The Transporter, che era una saga sensata e interessante, non certo per la trama ma proprio per lui, perde tutta la sua forza trascinante. L'idea e la struttura funzionava perché c'era lui, senza ciò è noia e banalità. Louis Leterrier infatti una chiara idea l'aveva e Jason Statham era in grado di reggerli (d'altronde in Joker: Wild Card è stato l'unico a salvarsi). Ora Camille Delamarre non l'ha e (il pessimo) Ed Skrein (per quel che è possibile capire da questo film) non è assolutamente in grado.

mercoledì 14 novembre 2018

Taken 3 (2015)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 26/01/2016 Qui - Altro film con protagonista l'inossidabile Liam Neeson, l'ultimo capito dell'adrenalinica e vendicativa saga action di Luc BessonTaken 3: l'ora della verità. La pellicola (del 2015) è il sequel di Taken - La vendetta ed è il terzo film della saga iniziata nel 2008 con Io vi troveròDopo aver girato mezzo mondo per salvare sua figlia da una banda di malviventi e dopo aver sterminato i padri albanesi di questi, Bryan Mills si trova ad affrontare una situazione totalmente diversa, perché dopo aver lottato per difendere i suoi affetti più cari, in Taken 3, dovrà darsi da fare per salvare soprattutto se stesso. Accusato ingiustamente per il brutale omicidio della moglie (l'ex-moglie Lenore viene trovata morta e sanguinante nel suo letto), Mills si dà alla fuga braccato da implacabili agenti della CIA, dell'FBI e della polizia di Los Angeles. Consumato dalla rabbia, il suo unico scopo è quello di rintracciare i veri assassini, dimostrare la sua innocenza, esigere la sua vendetta e proteggere l'unica cosa che conta per lui ora, sua figlia Kim. Sarà mai possibile per l'ex agente speciale Bryan Mills trovare un po' di pace? Raggiunto a domicilio dai super cattivi di turno, sempre armati e sempre pestati dai pugni analogici di Neeson, è ancora una volta coinvolto, provocato, richiamato alle armi e costretto a mettere al proprio posto il nemico tra esplosioni e colpi di pistola, inseguimenti e deragliamenti. Uomo di cinema, convertito all'industria, il regista e produttore francese Besson emerge dal suo arsenale un thriller coi muscoli, senza nessuna ambizione artistica ma con una grande visione commerciale. Taken 3, diretto ancora da Olivier Megaton, che abbandona lo stile prettamente thriller e trasforma la trama in un giallo dalle tinte noir, concentrandosi maggiormente sulle indagini che sull'azione. reitera una formula efficace (vendetta, violenza, happy end), aggiornata col sergente aneddotico di Forest Whitaker e incarnata da uno spendibile Liam Neeson, un agente fuori tempo massimo, precipitato in un'avventura fracassona, che minaccia una volta di troppo quello che lui ha di più caro, la sua 'bambina'.

lunedì 17 settembre 2018

3 Days To Kill (2014)



Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/08/2015 Qui - Per un agente della Cia colpito da una malattia incurabile può essere più facile sopravvivere a combattimenti corpo a corpo e rocamboleschi inseguimenti per le vie di Parigi, che relazionarsi a una figlia adolescente arrabbiata e con l'abitudine di telefonargli nei momenti più improbabili. E' la scoperta che fa Kevin Costner nel thriller action condito da momenti di commedia 3 Days to kill diretto da McG e scritto da Luc Besson (anche coproduttore). Luc Besson da sceneggiatore rimescola thriller e dinamiche familiari, il regista McG invece (nome d'arte di Joseph McGinty Nichol), ha detto sì a 3 days to kill solo e propriamente per il coinvolgimento di Besson, suo grande fan. Nel film (del 2014), Costner è Ethan Renner, agente della Cia che dopo aver scoperto di avere una malattia incurabile decide di andare a Parigi per provare a riconciliarsi con l'ex moglie Catherine (Connie Nielsen) e la figlia, ormai adolescente Zooey (Hailee Steinfeld), che non vede da anni. Trovare un dialogo con l'imprevedibile sedicenne che non perdona al padre la lunga assenza, si rivela più difficile del previsto e le cose si complicano quando arriva Vivi (Amber Heard, in un look tra femme fatale e Bond Girl), 'collega' della Cia, giovane e ambiziosa, che concilia tacchi a spillo e vestiti sexy alla risolutezza di una killer. La donna offre a Ethan una cura sperimentale per la sua malattia, ma in cambio gli chiede aiuto per catturare un pericoloso mercante d'armi, Wolf.