Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 02/11/2016 Qui - La bellissima Anna (Loan Chabanol) ha atteso quindici lunghi anni e ora è finalmente pronta per vendicarsi dell'uomo che le ha distrutto la vita. Non può fidarsi di nessuno, solo delle sue letali e belle complici e del leggendario Frank Martin. Tutti sanno che lui è il miglior autista sulla piazza e che non fa domande. Sfrecciando tra le strade del principato di Monaco con un carico particolare, Martin si ritrova così invischiato in prima persona in un complotto contro un manipolo di trafficanti russi senza scrupoli. Reboot della saga ideata da Luc Besson e Robert Mark Kamen, che aveva già dato luogo a tre titoli cinematografici e ad una serie per il piccolo schermo, The Transporter Legacy (adrenalinico film action del 2015 diretto da Camille Delamarre) muta l'attore principale (al posto di Jason Statham c'è Ed Skrein) ma non la sua filosofia professionale, mai cambiare i patti, mai fare nomi, mai fare domande. Inutile dire che si tratta di regole fatte per essere trasgredite. Ma una non doveva proprio essere infranta, ovvero eliminare Jason Statham dalla sceneggiatura. Senza di lui infatti The Transporter, che era una saga sensata e interessante, non certo per la trama ma proprio per lui, perde tutta la sua forza trascinante. L'idea e la struttura funzionava perché c'era lui, senza ciò è noia e banalità. Louis Leterrier infatti una chiara idea l'aveva e Jason Statham era in grado di reggerli (d'altronde in Joker: Wild Card è stato l'unico a salvarsi). Ora Camille Delamarre non l'ha e (il pessimo) Ed Skrein (per quel che è possibile capire da questo film) non è assolutamente in grado.
The Transporter era talmente fondato sul corpo di Statham e la maniera in cui interpreta l'azione e la violenza da lanciarlo nel panorama del cinema action. Cambiare tutto ciò che rendeva tale quei film ha quindi il risultato che si può immaginare, The Transporter Legacy, non ha praticamente niente a che vedere, se non blandamente la trama, con gli altri film. Ed è anche un pessimo film d'azione. Basta guardare a come sono riprese e come sono montate le scene d'azione, la tipica messa in scena cui si è costretti da attori incapaci di offrire una prestazione atletica. I film di The Transporter con Statham erano fondati su lunghissime scene d'azione, sparatorie, inseguimenti o anche semplici risse, ma mai noiose, molto elaborate e riprese attraverso piani lunghi e montaggio moderato, gli stacchi non avvenivano mai al momento del colpo, servivano solo per passare da un movimento terminato ad uno che sta per iniziare. The Transporter Legacy invece fa l'esatto contrario, usa il montaggio per nascondere, per non mostrare in maniera chiara. Gli stacchi avvengono quasi tutti nel momento del colpo, in modo che la sua inefficacia e la sua falsità non siano chiare, i personaggi sono ripresi da vicino in modo che il movimento sia accennato e mai celebrato, non si percepisce in nessun momento la potenza dinamica di quel che accade, non si ha mai quella visione d'insieme dello spazio che consente di capire cosa stia accadendo e dove. Tutto ciò ha l'effetto finale di sottrarre dinamismo e interesse a qualsiasi scena, così anche gli inseguimenti sono noiosi, anche il più banale 1 contro 5 con cui si apre il film è noioso, perché incomprensibile e privato dell'unica caratteristica che davvero conti in un film d'azione, la forza cinetica di un corpo in movimento all'interno di uno spazio. Comunque anche se all'inizio (e alla fine) lascia perplessi, una volta comprese le regole (qualitativamente basse) del gioco diverte sulla lunga distanza. Gli inseguimenti in macchina hanno la loro ragion d'essere, tanti dialoghi meno, eppure è il superfluo che fa l'abito del film. Un abito di un gangster movie becero, realizzato malissimo, fracassone, con effetti speciali risibili e inseguimenti stravisti, pilot scombinato e attori del tutto indegni di questo nome. Che spreco di tempo. Voto: 5