Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 22/02/2017 Qui - Per chi ama i gialli e i thriller, con un pizzico di noir, rievocando qualche scena di Basic Instinct, e per chi riesce a stare attento ad ogni dettaglio, Manhattan Nocturne (Manhattan Night), film del 2016 scritto, diretto e co-prodotto da Brian DeCubellis va consigliato. Anche se non è certo un filmone, ma comunque per come è la storia, basata su un romanzo omonimo di Colin Harrison, romanzo che deve essere indubbiamente interessante, poiché avvincente e intrigante è la trama del giallo, può piacere. Tuttavia, probabilmente a causa del montaggio e della colonna sonora, il film risulta piuttosto lento e noioso, anche se si lascia guardare fino alla fine. Ma andiamo per gradi, Manhattan Nocturne, racconta la storia di un giornalista, Porter Wren (Adrien Brody), che scrive per un giornale di New York, ma non è solo un semplice giornalista, infatti la sua fama è dovuta alla risoluzione di un caso relativo ad un scomparsa di una bambina, ricercata da molti altri investigatori, ma Porter ha prevalso su tutti. E' sposato con Lisa Wren (Jennifer Beals), un chirurgo abbastanza noto in città, la sua vita scorre tranquillamente fino a che una sera il magnate dell'editoria per cui lavora, di nome Hobbs (Steven Berkoof), organizza un grande party a casa sua, dove Porter incontra quella che diventerà per lui la "femme fatale" del film, Caroline Crowley (la meravigliosa Yvonne Strahovski), vedova da poco per il misterioso omicidio del marito, Simon Crowley, un regista, il cui corpo è stato trovato in un edificio sigillato che stava per essere demolito. Ma ci sono tante altre verità nascoste sulla vita della stessa Caroline, che coinvolge Porter a riaprire il caso, investigando sulla morte del marito, e scoprendo tanti altri indizi che porteranno a tanti guai e ad un finale non del tutto scontato.
Il film insomma detto così non è male, dato che comincia tutto molto bene, con buoni spunti intriganti e un'atmosfera noir anni '40 che avrebbe anche autorizzato il bianco e nero. Poi però si perde un po', non riuscendo a coinvolgere in pieno, almeno non tanto quanto potrebbe e dovrebbe, e la risoluzione del caso passa in secondo piano rispetto alla pesantezza dello svolgersi delle sequenza. Inoltre il finale è piuttosto deludente, non voglio spoilerare nulla, ma viste le premesse mi aspettavo certamente di più. Ciononostante quello che mi preme sottolineare è la bellezza estetica del film, una magnifica fotografia ci accompagnerà tanto negli interni quanto negli esterni, e aiutata da scelte registiche canoniche ma d'effetto farà risultare bella ogni inquadratura. Belli pure i costumi e le scenografie, che dimostrano come nulla sia lasciato al caso. Così come eccellente è il lavoro degli attori, Jennifer Beals (che si vede poco) e Adrien Brody (entrambi sono pure produttori del film) sono esageratamente bravi, la sensualità di Yvonne Strahovski è un filo conduttore che guida l'intera trama. Poiché è veramente conturbante la sua Caroline, manipolatrice femme fatale. Si potrebbe infatti, per semplificare, collocare l'intera operazione in una ennesima rivisitazione del noir classico ma si finirebbe con l'essere riduttivi. Perché al di là della trama che riserva alcuni colpi di scena e dell'ambientazione spesso, come da titolo, notturna, il film trova una sua ragion d'essere proprio nella scelta dei protagonisti. Perché Brody (che si deve essere innamorato, a ragione, del romanzo di Colin Harrison perché è anche la voce narrante) ha il corpo e lo sguardo giusti per dare malinconica concretezza a un uomo che ha fatto del lato negativo delle esistenze altrui la propria ragione professionale. I suoi articoli vengono letti e apprezzati proprio perché sanno cogliere l'aspetto più recondito della reazione degli esseri umani dinanzi alla paura, al dolore, alla morte. Nei suoi occhi traspare quanto tutto ciò sia divenuto parte costituente del suo modo di rapportarsi con la realtà nonostante una moglie e due figli che ama. Lì sta la sua fragilità che Caroline (avvezza alle sadiche stravaganze psicologiche del marito) sa come utilizzare grazie anche ad una seduttività giocata tutta sui mezzi toni verbali e su un corpo (e che corpo) delle cui doti è più che consapevole. Anche se resta tuttavia l'amarezza per un film che avrebbe potuto essere molto, ma molto di più. In ogni caso, è un thriller davvero interessante e avvincente da seguire, e poi è inutile dirvi che, se già Yvonne Strahovski l'amavo ai tempi di Chuck, dopo aver visto il film e la sua statuaria bellezza e fisicità (nuda, sexy e intrigante) adesso ne sono follemente innamorato. Comunque non è il solo elemento a favore, perché il film vale e tanto, anche se non perfetto e non certamente un capolavoro. Voto: 7