mercoledì 6 marzo 2019

The Young Messiah (2016)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 08/02/2017 Qui - The Young Messiah, film del 2016 diretto da Cyrus Nowrasteh, è invece, una pellicola del tutto diversa nella sceneggiatura (non del tema spirituale di base) dal precedente ma nel risultato, leggermente artificioso, superficiale e meno convincente. Film, dramma a sfondo religioso, che, insieme alla sorella del regista Betsy Giffen Nowrasteh (che ha scritto la sceneggiatura insieme a lui), adattando un romanzo della scrittrice Anne Rice (diventata celebre per la serie di romanzi horror "Le cronache dei vampiri", 11 volumi da cui sono stati tratti i film Intervista col vampiro diretto nel 1994 da Neil Jordan con protagonisti Brad Pitt e Tom Cruise e il sequel La regina dei dannati diretto nel 2002 da Michael Rymer e interpretato da Stuart Townsend e Aaliyah) offre una nuova prospettiva sull'infanzia di Gesù. Il romanzo in questione usato per lo script è comunque "Christ the Lord: Out of Egypt" che è stato pubblicato nel 2005. Il libro è però il primo volume della trilogia "The Life of Christ" a cui sono seguiti "Christ the Lord: Road to Cana" edito nel 2008 e "Christ the Lord: The Kingdom of Heaven" la cui data di pubblicazione non è stata ancora annunciata. Ma prima di addentrarci ecco il motivo che mi ha spinto a vedere in ogni caso questo film, ovvero la sola presenza di Sean Bean che interpreta Severus (un soldato romano incaricato per una missione 'complicata'), che fortunatamente non muore, perché è l'unico che conoscevo, gli altri, David Bradley (anziano Rabbino), Jonathan Bailey (Re Erode), Isabelle Adriani (Seleni), Christian McKay (Cleopa) e Adam Greaves-Neal nel ruolo di Gesù, erano e sono del tutto sconosciuti. Allora, The Young Messiah (come se il titolo non è chiaro), segue la storia coinvolgente (quella vera certo, del film non tantissimo) e unica di un Gesù di sette anni e della sua famiglia che arriva ad una più completa comprensione della sua natura e del suo scopo divino. La storia è raccontata dalla prospettiva dell'infanzia e di come lui e la sua famiglia partono dall'Egitto per tornare a casa a Nazareth dopo la morte di Re Erode (artefice del famoso massacro d'innocenti). Ignorano, però, che il figlio di Erode è determinato a seguire la volontà del padre di vedere Gesù morto. Ma nonostante ciò la trama, segue soprattutto il giovane Gesù mentre cresce e prende consapevolezza della sua identità religiosa.
Sin dai primi secoli del cristianesimo si è cercato di raccontare l'infanzia, l'adolescenza e la giovinezza di Gesù a cui i Vangeli canonici accennano, lasciando però privo di narrazione un amplissimo numero di anni. Uno dei cosiddetti Vangeli apocrifi ("Il Vangelo dell'infanzia di Tommaso") ce lo presenta ad esempio come "un enfant terrible, capriccioso, arrogante persino con i suoi genitori" come afferma il teologo Gianfranco Ravasi (qui infatti a volte, anche se sembrerebbe una bestemmia ma non lo è, lui è davvero insopportabile). Il cinema ha fatto qualche tentativo in merito il più apprezzabile dei quali è stato I giardini dell'Eden di Alessandro D'Alatri, più attento però alla parte adulta della 'vita nascosta'. Nowrasteh invece intende immaginare la vita di un bambino migrante che in Egitto è malvisto per la sua mitezza anche se riporta in vita un coetaneo (in questo forzatura bella e buona dato che il bambino si chiama Lazzaro) che lo aveva aggredito. Gesù 'sente' di avere una natura differente dagli altri, comprende che i gesti che compie per alleviare il dolore altrui mettono lui e la sua famiglia sotto la lente di ingrandimento del Potere che non ha smesso di cercarlo. Inizia così a porsi e a porre domande (sempre più frequentemente e insistentemente, peggio di una civetta) per cui è difficile avere una risposta. Giuseppe gli dirà: "Devi attendere. Perché le tue sono domande da bambino ma le risposte sono da uomo adulto". Mentre seguiamo il suo ritorno a Nazareth veniamo anche informati che il figlio di Erode il Grande, insospettito da alcune notizie giunte alla sua attenzione da Alessandria d'Egitto, teme che alla strage degli innocenti sia sfuggito proprio colui che era l'obiettivo del crimine. Su questo versante la sceneggiatura ha davvero qualche inverosimiglianza di troppo (come in tanti altri casi). Ci si chiede infatti perché i Romani avrebbero dovuto essere gli autori materiali della strage su mandato di Erode il Grande e perché ora siano praticamente agli ordini del figlio. Insomma non un racconto del tutto credibile, con alcune piccole forzature, alcuni alti e bassi nella recitazione (non nel caso di Sean Bean), e anche se resta comunque interessante questa libera lettura di un'infanzia in cui, prendendo forse spunto dal Vangelo di Luca che ci narra di un Gesù dodicenne che cresce "in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini" (Lc 2, 52, dove Gesù 'scopre' la propria essenza divina progressivamente avendo bisogno anche dell'aiuto di Maria e di Giuseppe per poter comprendere, passo dopo passo, la sua missione), io ne sconsiglio la visione, soprattutto a chi non regge questi tipi di film. Ma se vorrete vederlo, assicuratevi di sapere già quello che vi aspetta, non un film brutto, non un film del tutto delirante (solo in parte), ma deludente e poco deciso, anche se meritevole di una visione. Voto: 5,5