Recensione e retrospettiva pubblicate su Pietro Saba World il 23/01/2017 Qui - E' probabilmente uno degli attori più amati e allo stesso odiati di sempre, perché Nicolas Cage, di cui oggi si celebrano le gesta qui nella blogosfera, non è mai stato e mai sarà un vero e proprio attore di primissimo livello, eppure ha recitato in più di 70 film e ha vinto perfino un Oscar (nel 1995). E nonostante quel che se ne dica di lui i suoi film sono vere e proprie perle cinematografiche, anche se non propriamente tutte. Infatti tanti sono i suoi film finiti nella spazzatura, tanti quanti però quelli indimenticabili (sorretti da una struttura e narrazione ottime, avvincenti e belle il giusto), poiché senza alcun dubbio io posso affermare che non c'è un attore come lui di cui io abbia visto così tante pellicole (una trentina sicuramente), e tutte moderatamente apprezzate. Anche se strano da dirsi ma alcuni di essi hanno funzionato, anche adesso essi funzionano ancora, perché la sua recitazione seppur al limite della decenza è sempre stata al servizio della pellicola, e quasi mai il contrario, a parte ovviamente rare eccezioni in cui il suo talento è venuto stranamente fuori (da Via da Las Vegas a Face/off, da Aldilà della vita a Lord of War, da Il cattivo tenente a Joe fino a The Runner, ultimo suo visto che mi ha davvero sorpreso in positivo). Comunque mi spiego meglio, prendendo ad esempio Ghost Rider (ma ne potrei prenderne tanti altri come esempio), a me è sempre piaciuto tanto non perché c'era lui ma perché il personaggio (o il racconto come in Segnali dal futuro) risultava ed era, ancora è, fantastico, tanto che anche togliendolo il risultato non cambierebbe, anche se davvero vorrei vedere un altro al suo posto? forse no perché la sua faccia è imbattibile e imprescindibile per certi film. Come questo che sto per presentare e che sicuramente tutti almeno una volta avranno visto, ovvero Con Air (1997), uno dei suoi migliori film dal punto di vista cinematografico e uno dei primissimi visti e amati, tanto che, no ragazzi, non sono impazzito, ma quando ho rivisto scorrere i titoli di coda del film sulle fantastiche, meravigliose note di Sweet Home Alabama degli Lynyrd Skynyrd, ho avuto la precisa sensazione che quello che avevo appena finito di rivedere (per la quarta-quinta volta) fosse, ed era anche prima, nonostante non me ne ero mai accorto (anche se divenuto personalmente un cult), un capolavoro.
Sì lo so, ora potremmo discutere delle ore sull'uso di questo termine, ma per me capolavoro si può (anche) definire qualcosa che nel suo genere rappresenti qualcosa di eccezionale, di travolgente, di coinvolgente. Ebbene Con Air rientra nella categoria, a pieno titolo. Perché non esiste un film più fracassone, più esplosivo di questo, il termine "americanata" (di cui si potrebbe altrettanto stare a discutere ore) è nato proprio con questo film, perché qui siamo di fronte alla regina di tutte le americanate possibili e immaginabili. In questa pellicola infatti c'è davvero tutto il meglio di quel repertorio da action movie che qualsivoglia spettatore cerca in un film del genere, essere totalmente travolti da una raffica di azioni talmente incalzanti da non capire a un certo punto dove ci si trovi. Un film che sia pure una bolla di sapone di nessuna credibilità (a proposito 4 anni fa Babol ha fatto una medesima recensione a questo film che vi consiglio di rileggere), fa correttamente il suo dovere e intrattiene senza che ci se ne penta. Un film dove risulta lampante che tutto è azzeccato nei minimi particolari, a partire dai protagonisti. Difatti essendo un film anni '90 troviamo attori della sua generazione (a partire da Cage, a tutti gli effetti il protagonista principale) che forse insieme non rivedremo più, se non in film corali ad alto budget o serie B a titolo gratuito e senza peraltro riuscire a impressionare come invece Con Air, film del 1997 diretto da Simon West (al suo debutto come regista), che negli anni avvenire girerà discreti film (Lara Croft: Tomb Raider 2001, Chiamata da uno sconosciuto, 2006, uno dei suoi migliori, I mercenari 2, saga che più si avvicina a questo film per azione, cast e divertimento e l'ultimo visto abbastanza mediocre Joker: Wild Card del 2015), fa in modo egregio.
Con Air, a sua volta prodotto da uno che a Hollywood ha fatto scuola, un certo Jerry Bruckheimer, produttore di decine e decine di film, tra cui Bad Boys e i Pirati dei Caraibi. Con Air dove il monoespressivo Nicolas Cage (ugualmente migliore e peggiore del film) mette in scena un eroe duro ma retto, 'esaltato' da un look con canottiera alla 'Bruce Willis/John McLane' e dagli improbabili capelli lunghi in stile 'Renegade', che un paese ingrato (ah quanto è ingrata l'America con i suoi figli migliori) spedisce in galera per una serie di 'sfortunatissime' coincidenze. Trascorre otto anni tra le mura del carcere pensando alla moglie bella come un angelo (e non poteva essere diversamente) che naturalmente lo aspetta fedele come Penelope, con tanto di bambina (angelica pure lei) nata proprio all'inizio della prigionia di Poe. Poi mentre finalmente sta per esser rilasciato eccolo su un aereo di malviventi che puntualmente viene dirottato e tutto diverrà complicato, tanto che, toccherà proprio e solamente a lui salvare l'intricata situazione per portare a casa le chiappe. Ma non è finita, perché ecco difatti che a risollevare le sorti della pellicola e a contempo districare, anzi, aggiungersi alla matassa arriva in soccorso un cast prestigioso, troviamo infatti nell'aereo una (gustosa ed effervescente) banda di evasi capitanati da uno splendido John Malkovich, che più cattivo e fetente non ce lo possiamo immaginare (già nel nome Cyrus The Virus), accerchiato da una schiera di scagnozzi degni di figurare in un ipotetico album delle figurine di Sing Sing. Tra gli altri fanno capolino Danny Trejo che pare far le prove generali per Machete e Ving Rhames (che invece all'epoca era già famoso per aver fatto Pulp Fiction). Ma su tutti campeggia uno straordinario Steve Buscemi, nella parte di un maniaco talmente efferato che dovrebbe farci orrore (come dovrebbe il suo trasferimento fare) ed invece alla fine risulta pure il più simpatico della truppa. Buscemi è infatti bravissimo a dar vita a un personaggio implacabilmente ed irrealmente calmo ed impassibile, sono gustosi i passaggi in cui, parlando proprio con Cage (palestrato ma sempre accigliato), psicanalizza (lui, serial killer) i comportamenti degli altri criminali presenti a bordo dell'aereo o la 'demenza' dello stress della vita moderna. Per meglio comprendere e ricordare ecco il video qui.
Alla stessa maniera è gustoso lo 'scontro culturale' tra John Cusack, poliziotto colto e che cerca di parlare forbito (per esempio quando usa l'aggettivo 'garrulo' per descrivere un detenuto), però abbastanza sveglio e dotato di buon senso per riuscire a sbrogliarsi dalle situazioni più intricate, e Colm Meaney, chiassoso ed 'incazzoso' agente FBI che non sopporta l'aria da studente universitario di Cusack ed ha il culto per la propria Chevrolet Corvette d'epoca. L'altro ingrediente che solleva notevolmente le sorti della pellicola è l'ironia, presente in dosi massicce, talvolta macabra (vedi la rimozione del corpo del violentatore), talvolta dissacrante (vedi la scena con la macchina di Colm Meaney gettata giù da un aereo come in un cartoon) in altri casi spiazzante e disarmante (vedi l'episodio della bambolina e l'ultima scena al casinò). Non manca neanche una forte dose di (auto)ironia, sia nei confronti del film stesso, sia nei confronti di un genere di cinema (quello d'azione) spesso di grande impatto spettacolare ma anche altrettanto spesso tronfio, se non smaccatamente retorico. E questo film anche se in modo più divertito fa ugualmente, lo fa in modo così sottile da non creare fraintendimenti o da non risultare irritante. Perché Con Air si vede tutto d'un fiato, anche grazie alla presenza proprio di scene d'azioni massicce e spettacolari, tra tutte lo scontro a fuoco, a metà film, tra i carcerati e l'esercito nel cimitero degli aeroplani e (ovviamente) il finale che vede l'atterraggio dell'aereo C-123 lungo le strade di Las Vegas e il rovinoso schianto contro un casinò ed il successivo inseguimento finale a bordo di un'autopompa dei vigili del fuoco. Ripeto, l'azione è volutamente spettacolare ed eccessiva, il già citato inseguimento per le vie piene di neon, traffico e gente di Las Vegas è, a tratti, quasi 'psichedelico' e convulso, così come appare volutamente grottesca (ma geniale) la sequenza in cui Nicolas Cage recapita un messaggio a John Cusack lanciando giù dall'aereo un cadavere sulla città di Fresno.
Insomma, Con Air è e rimarrà sempre un film, nel suo genere, divertito e anche divertente, l'ultima sequenza è invece dedicata nuovamente a Steve Buscemi che (vedi video della prima frazione di post), sfuggito al disastro aereo e all'arresto, trova il tempo, serafico ed imperturbabile come sempre, di tentare la fortuna al tavolo verde di un casinò. Il tutto sulle note di 'Sweet Home Alabama' cantata da Ronnie Van Zant, cantante morto (ulteriore macabro vezzo ironico del film) in un incidente aereo. A proposito sempre con la stessa canzone assistiamo ad una vera e propria perla, un momento di sceneggiatura geniale, una scena che merita di entrare (se non è già entrata), nella hall of fame della storia del cinema, e che vale da sola il prezzo del 'biglietto', l'aereo è appena decollato, la polizia non è riuscita a fermarlo, i detenuti festeggiano lo scampato pericolo ballando sulle note di questa straordinaria canzone che in ogni caso non è la colonna sonora di cui fa parte anche il singolo How Do I Live, una canzone scritta da Diane Warren ed eseguita da Trisha Yearwood per il film ma originariamente registrata da LeAnn Rimes. Colonna sonora che a volte risulta addirittura fuori posto in certe situazioni, anche se molte di queste (ascoltabili qui) sono davvero azzeccate e tanto eccezionali. Insomma Simon West, al suo primo film per il grande schermo, gira professionalmente un film che mantiene quello che promette, azione e dinamicità costanti, nessun calo di ritmo o momenti di stasi, praticamente un capolavoro. E il nostro amico Nicolas da qui diverrà leggenda.
Ma ecco l'allegra brigata di blogger che hanno voluto onorare San Nicolas Cage:
Il Bollalmanacco
Director's Cult
Non c'è paragone
In Central Perk
White Russian
Una mela al gusto pesce
Cooking Movies
Con Air, a sua volta prodotto da uno che a Hollywood ha fatto scuola, un certo Jerry Bruckheimer, produttore di decine e decine di film, tra cui Bad Boys e i Pirati dei Caraibi. Con Air dove il monoespressivo Nicolas Cage (ugualmente migliore e peggiore del film) mette in scena un eroe duro ma retto, 'esaltato' da un look con canottiera alla 'Bruce Willis/John McLane' e dagli improbabili capelli lunghi in stile 'Renegade', che un paese ingrato (ah quanto è ingrata l'America con i suoi figli migliori) spedisce in galera per una serie di 'sfortunatissime' coincidenze. Trascorre otto anni tra le mura del carcere pensando alla moglie bella come un angelo (e non poteva essere diversamente) che naturalmente lo aspetta fedele come Penelope, con tanto di bambina (angelica pure lei) nata proprio all'inizio della prigionia di Poe. Poi mentre finalmente sta per esser rilasciato eccolo su un aereo di malviventi che puntualmente viene dirottato e tutto diverrà complicato, tanto che, toccherà proprio e solamente a lui salvare l'intricata situazione per portare a casa le chiappe. Ma non è finita, perché ecco difatti che a risollevare le sorti della pellicola e a contempo districare, anzi, aggiungersi alla matassa arriva in soccorso un cast prestigioso, troviamo infatti nell'aereo una (gustosa ed effervescente) banda di evasi capitanati da uno splendido John Malkovich, che più cattivo e fetente non ce lo possiamo immaginare (già nel nome Cyrus The Virus), accerchiato da una schiera di scagnozzi degni di figurare in un ipotetico album delle figurine di Sing Sing. Tra gli altri fanno capolino Danny Trejo che pare far le prove generali per Machete e Ving Rhames (che invece all'epoca era già famoso per aver fatto Pulp Fiction). Ma su tutti campeggia uno straordinario Steve Buscemi, nella parte di un maniaco talmente efferato che dovrebbe farci orrore (come dovrebbe il suo trasferimento fare) ed invece alla fine risulta pure il più simpatico della truppa. Buscemi è infatti bravissimo a dar vita a un personaggio implacabilmente ed irrealmente calmo ed impassibile, sono gustosi i passaggi in cui, parlando proprio con Cage (palestrato ma sempre accigliato), psicanalizza (lui, serial killer) i comportamenti degli altri criminali presenti a bordo dell'aereo o la 'demenza' dello stress della vita moderna. Per meglio comprendere e ricordare ecco il video qui.
Alla stessa maniera è gustoso lo 'scontro culturale' tra John Cusack, poliziotto colto e che cerca di parlare forbito (per esempio quando usa l'aggettivo 'garrulo' per descrivere un detenuto), però abbastanza sveglio e dotato di buon senso per riuscire a sbrogliarsi dalle situazioni più intricate, e Colm Meaney, chiassoso ed 'incazzoso' agente FBI che non sopporta l'aria da studente universitario di Cusack ed ha il culto per la propria Chevrolet Corvette d'epoca. L'altro ingrediente che solleva notevolmente le sorti della pellicola è l'ironia, presente in dosi massicce, talvolta macabra (vedi la rimozione del corpo del violentatore), talvolta dissacrante (vedi la scena con la macchina di Colm Meaney gettata giù da un aereo come in un cartoon) in altri casi spiazzante e disarmante (vedi l'episodio della bambolina e l'ultima scena al casinò). Non manca neanche una forte dose di (auto)ironia, sia nei confronti del film stesso, sia nei confronti di un genere di cinema (quello d'azione) spesso di grande impatto spettacolare ma anche altrettanto spesso tronfio, se non smaccatamente retorico. E questo film anche se in modo più divertito fa ugualmente, lo fa in modo così sottile da non creare fraintendimenti o da non risultare irritante. Perché Con Air si vede tutto d'un fiato, anche grazie alla presenza proprio di scene d'azioni massicce e spettacolari, tra tutte lo scontro a fuoco, a metà film, tra i carcerati e l'esercito nel cimitero degli aeroplani e (ovviamente) il finale che vede l'atterraggio dell'aereo C-123 lungo le strade di Las Vegas e il rovinoso schianto contro un casinò ed il successivo inseguimento finale a bordo di un'autopompa dei vigili del fuoco. Ripeto, l'azione è volutamente spettacolare ed eccessiva, il già citato inseguimento per le vie piene di neon, traffico e gente di Las Vegas è, a tratti, quasi 'psichedelico' e convulso, così come appare volutamente grottesca (ma geniale) la sequenza in cui Nicolas Cage recapita un messaggio a John Cusack lanciando giù dall'aereo un cadavere sulla città di Fresno.
Insomma, Con Air è e rimarrà sempre un film, nel suo genere, divertito e anche divertente, l'ultima sequenza è invece dedicata nuovamente a Steve Buscemi che (vedi video della prima frazione di post), sfuggito al disastro aereo e all'arresto, trova il tempo, serafico ed imperturbabile come sempre, di tentare la fortuna al tavolo verde di un casinò. Il tutto sulle note di 'Sweet Home Alabama' cantata da Ronnie Van Zant, cantante morto (ulteriore macabro vezzo ironico del film) in un incidente aereo. A proposito sempre con la stessa canzone assistiamo ad una vera e propria perla, un momento di sceneggiatura geniale, una scena che merita di entrare (se non è già entrata), nella hall of fame della storia del cinema, e che vale da sola il prezzo del 'biglietto', l'aereo è appena decollato, la polizia non è riuscita a fermarlo, i detenuti festeggiano lo scampato pericolo ballando sulle note di questa straordinaria canzone che in ogni caso non è la colonna sonora di cui fa parte anche il singolo How Do I Live, una canzone scritta da Diane Warren ed eseguita da Trisha Yearwood per il film ma originariamente registrata da LeAnn Rimes. Colonna sonora che a volte risulta addirittura fuori posto in certe situazioni, anche se molte di queste (ascoltabili qui) sono davvero azzeccate e tanto eccezionali. Insomma Simon West, al suo primo film per il grande schermo, gira professionalmente un film che mantiene quello che promette, azione e dinamicità costanti, nessun calo di ritmo o momenti di stasi, praticamente un capolavoro. E il nostro amico Nicolas da qui diverrà leggenda.
Ma ecco l'allegra brigata di blogger che hanno voluto onorare San Nicolas Cage:
Il Bollalmanacco
Director's Cult
Non c'è paragone
In Central Perk
White Russian
Una mela al gusto pesce
Cooking Movies