sabato 2 marzo 2019

11 donne a Parigi (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 14/01/2017 Qui - Il primo lungometraggio, 11 donne a Parigi (Sous les jupes des filles), come regista dell'attrice francese Audrey Dana (qui, comunque, anche in veste di attrice), presenta undici diversi ritratti di donne contemporanee, prendendo in esame la tipologia della donna single, di quella sposata, di quella che riveste il ruolo dell'amante, della donna in carriera, della donna apprensiva, etc, e per ciò la suddetta regista ingaggia undici attrici molto note in Francia facendole interagire tra loro nel corso di tutto il film. La trama delle pellicola infatti, commedia ovviamente francese del 2014, è in pratica costituita da vari episodi e da situazioni in cui le suddette tipologie di donne si trovano, presentando ed esaminando soprattutto le loro reazioni, le conseguenze che queste loro reazioni generano ed infine la loro finale (e quanto mai semplicistica) risoluzione. La regista infatti intendeva realizzare una piccola panoramica delle caratteristiche femminili più svariate, ma nella realizzazione perde un po' il controllo del piano dello script (ben undici attrici, alcune di notevole fama, dovevano o volevano risaltare, tra le altre Isabelle AdjaniVanessa Paradis e Alice Tognoni) e presumibilmente per dare spazio a tutte il racconto si risolve in una serie di scenette di pretese comiche a basso tasso di comicità a favore di un certo tasso di volgarità, dove alcune cosiddette cose scabrose si dice tanto ma si fa ben poco e, a parte qualche parola insistita o qualche pratica sessuale, ciò che scandalizza di più sono i rumori gastrici, i borborigmi intestinali e qualche peto della povera Agathe (Laetitia Casta).
Infatti dopo delle interessanti e pure intriganti situazioni, tutto rientra in una normalità deludente e un po' puritana e ci si chiede se è mancato il coraggio di andare fino in fondo o era solo una confusa provocazione, senza realizzare una commedia veramente trasgressiva, che poteva non guastare al giorno d'oggi. La bella fotografia, gli abiti, i colori, le musiche a ritmo sostenuto poi, non bastano ad alleggerire le lungaggini, il cast è di richiamo ma l'utilizzazione è modesta. Insomma e in ogni caso un peccato poiché il soggetto di base sarebbe potuto essere buono ma l'andamento generale della pellicola, e pertanto la sua resa, denotano, purtroppo, un'incertezza ed una scarsa padronanza ancora ben presenti nella conduzione registica da parte della Dana. 11 Donne a Parigi infatti, avrebbe potuto essere risolto in una maniera più pregnante e coinvolgente, cioè essere meno confusionario e superficiale e non relegando i ritratti delle undici donne a delle mere macchiette che rasentano spesso il ridicolo se non, addirittura, l'esagerazione e pertanto la scarsa veridicità e credibilità. Resta in mente la danza collettiva finale al Trocadero quasi a celebrare questa femminilità stropicciata e povera di poesia. Voto: 4