giovedì 14 febbraio 2019

Via dalla Pazza Folla (2015)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 20/12/2016 Qui - Ennesima trasposizione cinematografica, la quarta per la precisione, dell'omonimo romanzo di Thomas HardyVia dalla Pazza Folla (Far from the Madding Crowd, 2015) del regista danese Thomas Vinterberg ripropone la natura dei sentimenti e soprattutto delle relazioni amorose tra individui, cercando di rappresentarne la complessità e, a volte, l'incoerenza nonché la vanità sulle orme di quanto proposto dal grande scrittore inglese, senza purtroppo riuscirvi. Questo perché la vicenda, che ruota tutta intorno alla figura di una donna, la bella, ostinata ed indipendente, Bathsheba Everdene (Carey Mulligan), che attira le attenzioni di tre pretendenti tra loro molto differenti, a contendersi il suo amore infatti ci sono l'allevatore di pecore caduto in disgrazia Gabriel Oak (Matthias Schoenaerts), l'affascinante e spericolato sergente Frank Troy (Tom Sturridge) e il ricco e maturo scapolo William Boldwood (Michael Sheen), non riesce a coinvolgere, certo raccontata in questa maniera la trama appare poco più di un banale feuilleton, perché ovviamente è già più che prevedibile all'inizio come andrà a finire, ma è evidente anche senza aver letto il libro che del romanzo originale viene tratto solo l'aspetto più superficiale ovvero la storia d'amore, non quello più importante, la critica sociale e la profondità e ricchezza dei temi, qui purtroppo assai riduttive.
Certo la ripresa è indubbiamente ottima, lo stesso dicasi per la post-produzione che completa un lavoro senz'altro ben fatto, piacevole alla vista (scenografie, fotografia, costumi, attori, l'intero pacchetto è, oggettivamente, bello), ma incapace di sondare e restituire le ambiguità, le profondità del paesaggio umano, che restano sulla carta, insomma non è riuscito affatto a rappresentarle appieno, limitandosi soltanto alla mera esposizione di fatti, sia pure interessanti ed avvincenti ma non riuscendo, a cogliere l'anima e la concezione dello scrittore inglese. Il film pertanto risulta in sé ben girato, con uno stile lineare e pulito, ma esso appare più come uno sceneggiato televisivo e nulla di più. Costrette in quest'ottica, di conseguenza, le interpretazioni degli attori non convincono nonostante le scelte più o meno azzeccate, Sheen è il solito buon caratterista, il belga Schoenaerts deve limitarsi a fungere da belloccio (come già successo in Le regole del caos e Suite francese), ma a mancare clamorosamente è la protagonista Mulligan, carina sì ma del tutto inadeguata a rendere le sfaccettature del suo personaggio. Comunque, un film piacevole da vedere e per immergersi totalmente in un'atmosfera del passato, anche se delude parecchio. Voto: 6-